Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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Prov<strong>in</strong>cia di Forlì-Cesena MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />
167<br />
7<br />
Cesena<br />
P<strong>in</strong>acoteca Comunale<br />
A<strong>per</strong>ta nel 1984, su <strong>in</strong>iziativa del Comune<br />
d’<strong>in</strong>tesa con l’<strong>Istituto</strong> regionale <strong>per</strong> i<br />
<strong>Beni</strong> <strong>Culturali</strong>, ha sede all’<strong>in</strong>terno dell’antico<br />
complesso monastico di San Biagio,<br />
accanto ad alcune altre strutture culturali<br />
cittad<strong>in</strong>e. La sua istituzione risale<br />
al 1883, ad o<strong>per</strong>a di Adriano Loli Piccolom<strong>in</strong>i,<br />
che <strong>in</strong> alcune sale della Biblioteca<br />
Malatestiana riunì l’<strong>in</strong>tero patrimonio<br />
civico formatosi a seguito delle soppressioni<br />
napoleoniche degli edifici di culto<br />
cesenati e, successivamente, grazie ad<br />
alcuni depositi e donazioni da parte di<br />
collezionisti privati e della stessa Congregazione<br />
di Carità. Verso la metà degli<br />
anni Venti, necessità di nuovi spazi <strong>per</strong> i<br />
depositi librari della Malatestiana determ<strong>in</strong>arono<br />
lo smembramento di una parte<br />
della raccolta. Numerose o<strong>per</strong>e d’arte<br />
vennero ospitate all’<strong>in</strong>terno del Palazzo<br />
Comunale e solo con i dip<strong>in</strong>ti di maggior<br />
pregio, nell’immediato dopoguerra, si<br />
costituì una piccola quadreria <strong>in</strong> una<br />
saletta della stessa biblioteca. Nella<br />
attuale sede, la p<strong>in</strong>acoteca propone parte<br />
considerevole di un patrimonio consistente<br />
<strong>in</strong> oltre trecento esemplari pittorici<br />
dal Quattrocento al secolo scorso.<br />
Si va da una serie di affreschi frammentari<br />
di scuola romagnola del XV secolo,<br />
provenienti da vari luoghi sacri della città<br />
e dallo stesso convento di San Biagio, ad<br />
alcune tavole quattro-c<strong>in</strong>quecentesche<br />
(fra le altre, Madonna col Bamb<strong>in</strong>o e<br />
Santi dell’argentano Antonio Aleotti,<br />
1510; il cosiddetto Cristo di Casa Lancetti,<br />
del cesenate Scipione Sacco, 1545;<br />
Ritratto di Filasio Roverella attribuito<br />
a Baldassarre Carrari). Per il Sei-Settecento<br />
si ricordano alcune Madonne di<br />
Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato,<br />
o<strong>per</strong>e di Cignani, Todesch<strong>in</strong>i, Batoni,<br />
Piazzetta, oltre alle pitture di alcuni tra i<br />
maggiori artisti locali come il Serra, il<br />
Razzani, il Milani. Va osservato che due<br />
tra le più prestigiose o<strong>per</strong>e della P<strong>in</strong>acoteca<br />
(La Presentazione al Tempio di<br />
Francesco Francia e S. Francesco che<br />
riceve le Stimmate del Guerc<strong>in</strong>o) sono<br />
attualmente visibili negli edifici di culto<br />
di provenienza, l’uno <strong>in</strong> un altare laterale<br />
della Basilica della Madonna del Monte,<br />
l’altro nella chiesetta dei Cappucc<strong>in</strong>i.<br />
Uno spazio espositivo del museo è riservato<br />
all’Ottocento ed al primo Novecento<br />
con o<strong>per</strong>e <strong>per</strong> lo più d’<strong>in</strong>teresse locale<br />
ed una importante raccolta grafica di<br />
G<strong>in</strong>o Barbieri. In una piccola sezione<br />
dedicata all’arte contemporanea si propongono<br />
alcuni esemplari della Collezione<br />
Morell<strong>in</strong>i, comprendente fra l’altro<br />
o<strong>per</strong>e di Cagli, Guttuso, Fazz<strong>in</strong>i, Mazzacurati,<br />
Mirko, Melli, Turcato, Vangelli,<br />
Purificato.<br />
(o.p.)<br />
O. Piracc<strong>in</strong>i, Verifica e Progetto, I servizi museografici<br />
della città di Cesena e del suo comprensorio,<br />
Ricerche Ibc, n. 2, Bologna 1978; O.<br />
Piracc<strong>in</strong>i, La P<strong>in</strong>acoteca Comunale di Cesena,<br />
Cesena 1984.<br />
Cesena, P<strong>in</strong>acoteca Comunale: G.B. Salvi detto il Sassoferrato, Verg<strong>in</strong>e Annunciata, 1632 c.