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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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Prov<strong>in</strong>cia di Modena MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />

65<br />

15<br />

Marano sul Panaro<br />

Museo di Ecologia<br />

e Storia Naturale<br />

Inaugurato nel 1994 nell’antico palazzo<br />

Montecuccoli, il museo si propone di<br />

favorire la conoscenza dell’ambiente<br />

tramite progetti volti a valorizzare il territorio<br />

e a promuovere l’educazione<br />

naturalistica, garantita da un apposito<br />

servizio <strong>in</strong> collaborazione con il CIRDA,<br />

Centro Intercomunale Ricerca e Didattica<br />

Ambiente di Marano sul Panaro,<br />

Savignano sul Panaro e Vignola.<br />

Il <strong>per</strong>corso espositivo è suddiviso <strong>in</strong> sette<br />

sale, le prime due dedicate alla geologia,<br />

alla paleontologia e all’ecologia; il<br />

seguito dell’it<strong>in</strong>erario di visita riproduce<br />

tramite pannelli, acquaterrari e diorami<br />

i più significativi ambienti naturali<br />

dall’Appenn<strong>in</strong>o alla pianura modenese.<br />

Le collezioni comprendono re<strong>per</strong>ti<br />

m<strong>in</strong>eralogici, paleontologici e zoologici,<br />

con migliaia di esemplari provenienti da<br />

tutta Europa; tra le raccolte botaniche<br />

si segnalano il ricco erbario e le sezioni<br />

micologica e lichenologica. Completano<br />

il <strong>per</strong>corso didattico una sala multimediale,<br />

attrezzata <strong>per</strong> la visione di filmati<br />

e diapositive e un laboratorio scientifico<br />

fornito di microscopi biologici e stereomicroscopici,<br />

oltre ad attrezzature<br />

f<strong>in</strong>alizzate allo studio di rocce e organismi<br />

vegetali e animali. Testi a carattere<br />

scientifico e naturalistico sono consultabili<br />

nella biblioteca, nell’emeroteca e<br />

nella videoteca del museo.<br />

(s.v.)<br />

16<br />

Mirandola<br />

Museo Civico<br />

Mirandola, Museo Civico: Justus Sustermans,<br />

Ritratto di Alfonso IV d’Este<br />

Il museo ha sede nell’ex Collegio dei<br />

Gesuiti, costruito nel 1690 <strong>per</strong> Alessandro<br />

I Pico dagli architetti Briano e Scarabelli,<br />

e comprende dist<strong>in</strong>te sezioni e-<br />

spositive: quelle archeologica e numismatica<br />

e la p<strong>in</strong>acoteca.<br />

La sezione archeologica raccoglie ceramiche,<br />

vetri, monete, frammenti scultorei<br />

e architettonici, provenienti dagli<br />

scavi eseguiti nel territorio. I re<strong>per</strong>ti<br />

coprono un ampio arco di tempo che va<br />

dall’età del Bronzo, f<strong>in</strong>o al <strong>per</strong>iodo longobardo.<br />

È anche presente una selezione<br />

della notevole raccolta ceramica<br />

appartenente all’alto Medioevo ed all’età<br />

r<strong>in</strong>ascimentale. È pure esposto un raro<br />

plastico ligneo della città di Mirandola,<br />

risalente alla f<strong>in</strong>e del Seicento. La sezione<br />

numismatica propone <strong>in</strong>teressanti<br />

serie di monete dell’età romana e collegate<br />

alla Zecca dei Pio, o<strong>per</strong>ante tra l’<strong>in</strong>izio<br />

del C<strong>in</strong>quecento ed i primi anni del<br />

sec. XVIII. Sono pure presenti monete<br />

legate alla Zecca Estense. Particolarmente<br />

<strong>in</strong>teressante la presenza di medaglie<br />

quattro-c<strong>in</strong>quecentesche, fra le quali<br />

spiccano esemplari di Pisanello e di<br />

Niccolò Fiorent<strong>in</strong>o; a quest’ultimo si<br />

deve la medaglia con il Ritratto di Giovanni<br />

Pico della Mirandola e l’immag<strong>in</strong>e<br />

delle Tre Grazie.<br />

Nella P<strong>in</strong>acoteca sono presenti, <strong>in</strong> larga<br />

misura, o<strong>per</strong>e pittoriche legate alla storia<br />

ed ai <strong>per</strong>sonaggi della famiglia pichense.<br />

Nella nutrita serie ritrattistica<br />

sono compresi esemplari di particolare<br />

pregio come il Ritratto di Alessandro I<br />

Pico del veneziano Sante Peranda (del<br />

quale è anche la Conversione di San<br />

Paolo nella sala grande del Municipio) e<br />

il Ritratto di Alfonso IV d’Este del fiamm<strong>in</strong>go<br />

Sustermans.<br />

(m.l.p./e.l.)<br />

V. Erl<strong>in</strong>do (a cura), L’Arte restaurata. Quadreria<br />

Civica e Arredi lignei della Chiesa del Gesù<br />

a Mirandola, Modena 1990.<br />

17<br />

Modena<br />

Galleria Estense<br />

Le raccolte artistiche, già di proprietà<br />

dei duchi estensi, sono state annesse al<br />

Palazzo dei <strong>Musei</strong> già nel 1894. Nel<br />

1854, <strong>per</strong> volere di Francesco V d’Austria,<br />

erede dell’antico patrimonio del<br />

casato d’Este, vennero <strong>per</strong> la prima volta<br />

esposte al pubblico <strong>in</strong> Palazzo Ducale<br />

f<strong>in</strong>o al 1880, anno <strong>in</strong> cui <strong>per</strong>vennero<br />

all’attuale sede con un ord<strong>in</strong>amento<br />

predisposto da Adolfo Venturi. Il museo<br />

occupa venti sale nelle quali sono presenti<br />

varie tipologie delle collezioni e-<br />

stensi, smembrate <strong>in</strong> seguito alla devoluzione<br />

del 1598 e nuovamente impoverite<br />

nel 1746 dalla vendita di Dresda<br />

e dalle ruberie bonapartiste del 1796:<br />

Modena, Galleria Estense: Jacopo Alari Bonacolsi,<br />

Vaso Gonzaga

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