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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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108 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />

Prov<strong>in</strong>cia di Bologna<br />

bozzetto di U. Gandolfi. Una serie di<br />

ritratti, fra cui quello di due bamb<strong>in</strong>i della<br />

famiglia Gommi di G. Zampa, completa<br />

la serie delle quadrerie private.<br />

Al term<strong>in</strong>e del <strong>per</strong>corso, la sezione dedicata<br />

all’arte contemporanea: ad o<strong>per</strong>e<br />

di artisti imolesi come A. Montevecchi,<br />

T. Dalla Volpe, A. Margotti, M.G. Dal<br />

Monte, G. Sartelli, si affiancano quelle<br />

di Guttuso, de Pisis, Casorati, Cantatore,<br />

Tilson.<br />

C. Pedr<strong>in</strong>i (a cura), La P<strong>in</strong>acoteca di Imola,<br />

Bologna 1988.<br />

50<br />

Imola<br />

Raccolta e Collezione d’Arte<br />

di Palazzo Tozzoni<br />

Imola, Palazzo Tozzoni: Lo scalone che porta al piano nobile<br />

col Bamb<strong>in</strong>o e S. Antonio di Cristoforo<br />

Scaletti e l’<strong>in</strong>teressante frammento<br />

con l’Annunciazione messo <strong>in</strong> luce<br />

durante i lavori di recu<strong>per</strong>o nel convento<br />

di San Domenico.<br />

Percorsa una lunga galleria, che accoglie<br />

riproduzioni di dip<strong>in</strong>ti un tempo<br />

presenti a Imola, ora <strong>in</strong> altre città a<br />

seguito di dis<strong>per</strong>sioni e vendite, si accede<br />

all’antico dormitorio del convento<br />

dove è esposta la quadreria di soggetto<br />

religioso. Ad artisti o<strong>per</strong>anti nel Quattrocento,<br />

come il Maestro del Trittico di<br />

Imola ed il veneto Pelosio, si affiancano<br />

o<strong>per</strong>e c<strong>in</strong>quecentesche di artisti locali,<br />

come Innocenzo da Imola e Gaspare<br />

Sacchi. La scuola bolognese è presente<br />

con il Martirio di S. Stefano del manierista<br />

Samacch<strong>in</strong>i, con la tela seicentesca<br />

di D.M. Viani e un piccolo dip<strong>in</strong>to di<br />

U. Gandolfi. Completano il panorama<br />

delle o<strong>per</strong>e di soggetto sacro alcuni<br />

dip<strong>in</strong>ti di Lav<strong>in</strong>ia Fontana e del forlivese<br />

G. Zampa.<br />

Piccole celle monastiche ospitano o<strong>per</strong>e<br />

da collezioni private; si segnalano due<br />

Nature morte del Cod<strong>in</strong>o (primi decenni<br />

del XVIII secolo) e quattro tele di paesaggi<br />

di G.G. Santi del 1685, il Ritratto<br />

di giovane gentiluomo di B. Cesi ed un<br />

Il palazzo dei conti Tozzoni è divenuto<br />

museo civico nel 1981, <strong>per</strong> volontà dell’ultima<br />

discendente, Sofia Serristori,<br />

che ha voluto <strong>in</strong> questo modo donare alla<br />

città di Imola una testimonianza <strong>in</strong>tegra<br />

e preziosa della vita di una famiglia nobile<br />

<strong>in</strong> una città di prov<strong>in</strong>cia.<br />

Le antiche case Tozzoni furono trasformate<br />

<strong>in</strong> palazzo tra il 1726 e il 1738 dall’architetto<br />

Domenico Trifogli, probabilmente<br />

su disegni di Alfonso Torreggiani.<br />

Seguendo gli esempi dell’edilizia signorile<br />

bolognese del Settecento, i conti<br />

Tozzoni dotarono la loro dimora di una<br />

sala di rappresentanza e di una scala<br />

nobile impreziosita dalle sculture del<br />

fiamm<strong>in</strong>go Janssens. Il salone, arricchito<br />

dai quadri della collezione della famiglia<br />

tra cui spiccano gli ovali del Donn<strong>in</strong>i<br />

e le o<strong>per</strong>e del Beccadelli, separa i due<br />

appartamenti del piano nobile, entrambi<br />

esempi rari e ben conservati dei modi<br />

di abitare che si sono avvicendati nel<br />

tempo. L’appartamento “im<strong>per</strong>o” mantiene<br />

l’aspetto che Giorgio Barbaro Tozzoni<br />

volle donargli, tra il 1818 e il 1819,<br />

<strong>in</strong> occasione delle nozze con Orsola Band<strong>in</strong>i,<br />

quando commissionò ai faent<strong>in</strong>i<br />

Pasquale Saviotti e Angelo Bassi rispettivamente<br />

la decorazione e l’ebanisteria<br />

delle sale.<br />

Il salotto del Papa e il salotto Rosso del-

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