Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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126 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Ferrara<br />
14<br />
Copparo<br />
Museo della Civiltà Contad<strong>in</strong>a<br />
Il museo è attualmente <strong>in</strong> fase di realizzazione<br />
<strong>in</strong> seguito all’acquisto da parte<br />
del Comune di Copparo, nel 1987, della<br />
sezione della collezione di Sever<strong>in</strong>o<br />
Peron relativa ai lavori agricoli. A sede<br />
museale è dest<strong>in</strong>ato un edificio rurale<br />
denom<strong>in</strong>ato la “Tratta”, opportunamente<br />
ristrutturato. In un primo tempo i<br />
materiali sono stati collocati, ed esposti<br />
al pubblico <strong>in</strong> una esposizione temporanea,<br />
presso l’ex mercato co<strong>per</strong>to della<br />
città. La raccolta comprende oltre settecento<br />
oggetti e risulta di un certo <strong>in</strong>teresse<br />
anche <strong>per</strong> la sufficiente organicità<br />
di alcuni nuclei di testimonianze riguardanti<br />
il lavoro agricolo nel comprensorio<br />
copparese. In tale contesto, appare certamente<br />
utile un confronto con la collezione,<br />
quantitativamente assai più consistente,<br />
accorpata da Guido Scaramagli<br />
a San Bartolomeo <strong>in</strong> Bosco.<br />
(m.t.f.)<br />
del Tesoro, nella quale Benvenuto Tisi<br />
detto il Garofalo raffigurò <strong>in</strong> un celebre<br />
sfondato scene cortesi. Altre pitture<br />
murali attribuite all’artista e alla sua<br />
scuola si conservano nelle sale <strong>in</strong>titolate<br />
alle Storie di Giuseppe, ai Profeti e<br />
alle Sibille.<br />
Il museo, allestito al piano nobile, custodisce<br />
i re<strong>per</strong>ti archeologici di Sp<strong>in</strong>a, la<br />
città etrusca fondata dai Pelasgi alla<br />
foce di uno dei rami del delta antico del<br />
Po. I materiali esposti, provenienti dai<br />
corredi di quattromila tombe delle necropoli<br />
di Valle Trebba e Valle Pega,<br />
documentano la civiltà fiorita tra la f<strong>in</strong>e<br />
del VI e l’<strong>in</strong>izio del III secolo a.C., con<br />
prevalenza di vasi attici a figure rosse.<br />
La prem<strong>in</strong>enza di testimonianze della<br />
15<br />
Ferrara<br />
Museo Archeologico Nazionale<br />
di Sp<strong>in</strong>a<br />
L’a<strong>per</strong>tura del museo risale al 1935 nelle<br />
sale al piano nobile del palazzo commissionato<br />
nel 1495 a Biagio Rossetti da<br />
Antonio Costabili, ambasciatore presso<br />
la corte di Ludovico il Moro. Ritenuto<br />
erroneamente residenza dello Sforza,<br />
sposo di Beatrice d’Este, l’edificio <strong>per</strong>venne<br />
nel 1920 allo Stato, che dal 1933<br />
ne curò il restauro. La sua costruzione<br />
fu affidata nel 1503 a Girolamo Pas<strong>in</strong>i e<br />
Cristoforo da Milano, i quali un anno<br />
dopo abbandonarono il cantiere, rimasto<br />
dunque <strong>in</strong>compiuto rispetto al progetto<br />
<strong>in</strong>iziale tuttora ignoto agli studiosi.<br />
Nel corso del XVII secolo alcuni <strong>in</strong>terventi<br />
di ristrutturazione alterarono l’assetto<br />
orig<strong>in</strong>ario della fabbrica, tuttavia<br />
leggibile nel cortile d’onore. Delle decorazioni<br />
c<strong>in</strong>quecentesche del palazzo<br />
sopravvivono gli affreschi della Stanza<br />
Ferrara, Museo Archeologico Nazionale di Sp<strong>in</strong>a: O<strong>in</strong>ochoe attica a figure rosse, f<strong>in</strong>e del V secolo a.C.