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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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116 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />

Prov<strong>in</strong>cia di Bologna<br />

64<br />

San Giovanni <strong>in</strong> Persiceto<br />

Museo del Cielo e della Terra<br />

Istituito all’<strong>in</strong>izio del 1998, si articola <strong>in</strong><br />

tre sezioni. Il Centro Astronomico Naturalistico,<br />

affidato al “Gruppo Astrofili<br />

Persicetani”, si compone di un planetario<br />

(terzo <strong>in</strong> Italia <strong>per</strong> dimensione), con<br />

cupola del diametro di 9,1 metri, di un<br />

osservatorio astronomico con telescopio<br />

da 40 centimetri, una stazione meteorologica<br />

e una raccolta di m<strong>in</strong>erali<br />

nella quale si conserva una ricca collezione<br />

di meteoriti.<br />

Interessante è l’orto botanico (occupa<br />

uno spazio di oltre due ettari), nel quale<br />

sono state messe a dimora circa trecento<br />

specie appartenenti soprattutto<br />

alla flora spontanea arborea ed arbustiva<br />

dell’<strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>.<br />

La seconda sezione, gestita dal “Centro<br />

Agricoltura e Ambiente”, è costituita<br />

dall’area di riequilibrio ecologico <strong>in</strong><br />

località La Bora, a breve distanza dal<br />

centro storico <strong>per</strong>sicetano. L’area si<br />

estende <strong>per</strong> circa ventidue ettari dest<strong>in</strong>ati<br />

alla sopravvivenza, la tutela e lo studio<br />

delle specie floro-faunistiche autoctone,<br />

proprie della pianura bolognese.<br />

L’ultima sezione, tuttora <strong>in</strong> fase di allestimento,<br />

<strong>in</strong> collaborazione con il Museo<br />

dell’<strong>Istituto</strong> di Fisica dell’Università di<br />

Bologna, con sede nell’ex convento di S.<br />

Francesco, è dedicata alla Tecnoscienza:<br />

oltre all’esposizione di strumenti<br />

scientifici, si propongono mostre temporanee<br />

tematiche, convegni e attività<br />

didattica.<br />

(s.v.)<br />

65<br />

San Lazzaro di Savena<br />

Museo Archeologico<br />

“Luigi Don<strong>in</strong>i”<br />

San Lazzaro di Savena, Museo Archeologico<br />

“Luigi Don<strong>in</strong>i”, Punta di freccia, selce<br />

Il museo, <strong>in</strong>titolato allo speleologo sanlazzarese<br />

Luigi Don<strong>in</strong>i, ha sede dal 1985<br />

<strong>in</strong> un edificio storico con annesso parco<br />

situato all’<strong>in</strong>terno di una vasta area<br />

adibita a verde pubblico.<br />

L’<strong>in</strong>teresse di questa entità museografica<br />

da un lato converge sugli aspetti geologici<br />

e naturalistici più significativi del<br />

vic<strong>in</strong>o Parco Regionale dei Gessi Bolognesi<br />

e dei Calanchi dell’Abbadessa, che<br />

costituisce un macrosistema ambientale<br />

di grande pregio, dall’altro è rappresentato<br />

dalle testimonianze archeologiche<br />

collegate con le prime fasi della presenza<br />

umana a nord degli Appenn<strong>in</strong>i.<br />

Ad <strong>in</strong>tegrazione delle conoscenze relative<br />

all’assetto paleoambientale del territorio<br />

e all’evolversi del paesaggio, il<br />

patrimonio museale <strong>in</strong>clude alcuni importanti<br />

resti di <strong>in</strong>vertebrati fossili dell’ultimo<br />

Glaciale e una serie di materiali<br />

risalenti all’età dei Metalli.<br />

La sezione di a<strong>per</strong>tura del museo dedica<br />

speciale attenzione agli aspetti geomorfologici<br />

del marg<strong>in</strong>e appenn<strong>in</strong>ico<br />

bolognese. Oltre a numerosi campioni<br />

di m<strong>in</strong>erali e di rocce orig<strong>in</strong>ari del quadrante<br />

coll<strong>in</strong>are, il museo raccoglie diversi<br />

fossili mar<strong>in</strong>i e terrestri r<strong>in</strong>venuti<br />

lungo i corsi d’acqua a meridione e a<br />

oriente del capoluogo.<br />

Il <strong>per</strong>corso è arricchito da una serie di<br />

re<strong>per</strong>ti che illustrano le pr<strong>in</strong>cipali peculiarità<br />

del sistema carsico dei Gessi:<br />

varie forme di cristalizzazione e un <strong>in</strong>teressante<br />

spaccato relativo ai fossili provenienti<br />

dagli strati marnoso-argillosi<br />

<strong>in</strong>terposti alle bancate di gesso, ove si<br />

conservano resti di pesci, foglie e frustuli<br />

vegetali carbonizzati, tronchi gessificati.<br />

La collezione paletnologica offre al visitatore<br />

una vasta panoramica sulla formazione<br />

del territorio e sulla sua occupazione<br />

da parte di gruppi umani paleolitici<br />

durante il Pleistocene medio e<br />

su<strong>per</strong>iore, documentati da migliaia di<br />

manufatti <strong>in</strong> pietra. All’esplorazione sistematica<br />

delle numerose cavità carsiche<br />

che costellano la zona degli affioramenti<br />

gessosi si deve il recu<strong>per</strong>o di un<br />

numero <strong>in</strong>gente di materiali paleontologici<br />

utili <strong>per</strong> ricostruire un dettagliato<br />

quadro ambientale relativo agli episodi<br />

aridi e freddi dell’ultimo Glaciale e<br />

del primo Tardiglaciale.<br />

Dai pozzi della Cava Ieche provengono,<br />

ad esempio, strumenti <strong>in</strong> pietra del<br />

Paleolitico medio, ossa di Megaloceros<br />

giganteus e Bison priscus e poll<strong>in</strong>i<br />

testimonianti una flora con p<strong>in</strong>o silvestre,<br />

betulla e salice nano.<br />

I depositi della Cava Filo databile fra il<br />

18.200 e l’11.150 B.P. debbono la loro<br />

importanza al ritrovamento di una significativa<br />

associazione faunistica “fredda”<br />

caratterizzata da resti di Bison priscus,<br />

che rappresentano il più ricco lotto<br />

s<strong>in</strong>ora venuto alla luce <strong>in</strong> Italia. Con parti<br />

scheletriche di alcuni <strong>in</strong>dividui simili<br />

<strong>per</strong> taglia è stato <strong>per</strong>tanto possibile<br />

riproporre al pubblico un esemplare<br />

completo di adulto <strong>in</strong> connessione anatomica.<br />

Le raccolte del <strong>per</strong>iodo più recente gettano<br />

luce sulle complesse vicende che<br />

<strong>in</strong>seriscono il territorio nel mosaico di<br />

culture fiorite nell’arco di tempo <strong>in</strong>tercorrente<br />

tra il Postglaciale e le età dei<br />

Metalli.<br />

Il quadro dell’antica demografia stanziale<br />

s<strong>in</strong>o alle soglie del primo millennio<br />

a.C. riserva uno spazio anche alle popolazioni<br />

dell’età del Rame e del Bronzo.<br />

Alcuni materiali villanoviani concludono<br />

l’ideale it<strong>in</strong>erario del museo, <strong>per</strong> il

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