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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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Prov<strong>in</strong>cia di Bologna MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />

113<br />

Monterenzio, Museo Civico “Luigi Fant<strong>in</strong>i”: Vasi, f<strong>in</strong>e IV-II sec. a. C.<br />

F. Lenzi, M.L. Pagliani, Archeologia e storia<br />

della Valle dell’Idice, Bologna s.d.; D. Vitali (a<br />

cura), Monterenzio e la Valle dell’Idice. Archeologia<br />

e storia di un territorio, catalogo della<br />

mostra, Bologna 1983; D. Vitali, A. Gottarelli,<br />

Prospettive di valorizzazione della zona<br />

archeologica di Monte Bibele, <strong>in</strong> B. Amendolea,<br />

R. Cazzella, L. Indrio (a cura), I siti archeologici.<br />

Un problema di musealizzazione all’a<strong>per</strong>to,<br />

atti del convegno, Roma 1988, pp. 195-200; V.<br />

Morrone (a cura), Guida al Museo «L. Fant<strong>in</strong>i»<br />

e all’area archeologica a Monte Bibele, Bologna<br />

1989; D. Vitali, L. P<strong>in</strong>i, S. Vellani, S. Orfanelli,<br />

L’abitato etrusco-celtico di Monte Bibele (Monterenzio),<br />

Bologna, <strong>in</strong> M.T. Guaitoli, G. Sassatelli<br />

(a cura), L’Alma Mater e l’antico. Scavi dell’<strong>Istituto</strong><br />

di Archeologia, catalogo della mostra,<br />

Bologna 1991, pp. 22-29; D. Vitali, F. Guidi, L.<br />

M<strong>in</strong>ar<strong>in</strong>i, La stipe di Monte Bibele, <strong>in</strong> M. Pacciarelli,<br />

G. Sassatelli (a cura), Acque, grotte, e<br />

Dei. 3000 anni di culti preromani <strong>in</strong> <strong>Romagna</strong>,<br />

Marche, Abruzzo, catalogo della mostra,<br />

Fusignano 1997, pp. 112-153.<br />

58<br />

Ozzano dell’<strong>Emilia</strong><br />

Museo dell’<strong>Istituto</strong> Nazionale<br />

<strong>per</strong> la Fauna Selvatica<br />

Presso la sede dell’<strong>Istituto</strong> sono ord<strong>in</strong>ate<br />

alcune collezioni di uccelli e mammiferi,<br />

fra i quali si segnalano rari esemplari<br />

di rapaci, di lupo appenn<strong>in</strong>ico e di orso<br />

marsicano. All’esterno dell’edificio sono<br />

stati riprodotti alcuni ambienti naturali<br />

della pianura padana che, con la messa<br />

a dimora di essenze vegetali autoctone e<br />

l’immissione di alcune caratteristiche<br />

specie faunistiche, svolgono una funzione<br />

didattica rivolta alla r<strong>in</strong>aturalizzazione<br />

dell’ambiente agricolo e ad una corretta<br />

gestione faunistica.<br />

(g.b.p.)<br />

59<br />

Ozzano dell’<strong>Emilia</strong><br />

Museo di Anatomia degli Animali<br />

Domestici<br />

Museo di Patologia Generale<br />

e Patologia Speciale Veter<strong>in</strong>aria<br />

La formazione del Museo di Anatomia<br />

degli Animali Domestici, legato alla<br />

Facoltà di Medic<strong>in</strong>a Veter<strong>in</strong>aria dell’Università<br />

di Bologna, risale al 1882, ad o<strong>per</strong>a<br />

del professor Clemente Papi (1845-<br />

1922) il quale <strong>in</strong>crementò il nucleo già<br />

esistente di circa cento preparati, eseguiti<br />

da Gaetano Gaddi e Luigi Alfredo<br />

Gotti, docenti nello Studio bolognese.<br />

Nel 1885, il museo contava già un patrimonio<br />

di oltre seicento preparati, ulteriormente<br />

<strong>in</strong>crementato f<strong>in</strong>o alle duemila<br />

unità all’<strong>in</strong>izio del Novecento, che sono<br />

attualmente presenti nell’odierno ord<strong>in</strong>amento.<br />

I materiali esposti sono rappresentati<br />

da dissezioni cadaveriche delle<br />

pr<strong>in</strong>cipali specie domestiche, trattate<br />

con la tecnica della conservazione “a secco”,<br />

così def<strong>in</strong>ita dall’ultima fase della<br />

preparazione, costituita dall’essicazione<br />

all’aria dopo un appropriato trattamento<br />

con sublimato corrosivo e/o arsenico.<br />

Tale metodo di conservazione fu largamente<br />

sostituito, agli <strong>in</strong>izi del Novecento,<br />

quando si diffuse l’uso della formal<strong>in</strong>a.<br />

Tra i vari preparati figurano quelli che<br />

illustrano le fasi di accrescimento dei<br />

diversi animali. Una sezione è dedicata<br />

al movimento del cavallo.<br />

Nella stessa sede è allestito il Museo di<br />

Patologia Generale e Patologia Speciale<br />

Veter<strong>in</strong>aria, legato anch’esso alla Facoltà<br />

di Medic<strong>in</strong>a Veter<strong>in</strong>aria dell’Università<br />

di Bologna. Le raccolte, provenienti<br />

dal Gab<strong>in</strong>etto di Anatomia Comparata,<br />

smembrato nel 1863, furono<br />

ord<strong>in</strong>ate e riclassificate da G.B. Ercolani<br />

negli ultimi anni del secolo scorso.<br />

Successivamente, nuovi preparati, <strong>per</strong><br />

lo più donati da specialisti veter<strong>in</strong>ari attivi<br />

<strong>in</strong> ambito prov<strong>in</strong>ciale bolognese,<br />

andarono ad <strong>in</strong>crementare la raccolta<br />

orig<strong>in</strong>aria del museo. I pezzi esposti, <strong>in</strong><br />

prevalenza <strong>in</strong> cera, creta e gesso, sono<br />

tutti a grandezza naturale e riproducono<br />

visceri di animali domestici con lesioni<br />

anatomo-patologiche e mostruosità<br />

animali.<br />

(g.b.p.)<br />

60<br />

Pieve di Cento<br />

Museo Civico<br />

Il museo è stato <strong>in</strong>augurato nel 1994 nella<br />

Rocca comunale, antico fortilizio costruito<br />

dai bolognesi su progetto di Antonio<br />

di V<strong>in</strong>cenzo, notevolmente modificata<br />

nel corso dei secoli. Due sezioni<br />

sono ord<strong>in</strong>ate <strong>in</strong> altrettante porte della<br />

città, di recente restaurate. Nei diversi<br />

ambienti sono ospitate <strong>in</strong>teressanti raccolte<br />

(costituite mediante acquisizioni<br />

da parte dell’Amm<strong>in</strong>istrazione Comunale,<br />

donazioni e depositi da collezionisti<br />

privati), che documentano la storia

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