Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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130 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Ferrara<br />
del XVIII secolo, l’edificio subì <strong>in</strong>terventi<br />
impropri, quali l’<strong>in</strong>tonacatura delle<br />
pareti affrescate, risco<strong>per</strong>te nel 1821<br />
e qu<strong>in</strong>di sottoposte a restauro.<br />
Il Salone dei Mesi, situato al piano nobile,<br />
deriva il suo nome da uno dei più<br />
importanti cicli a fresco di soggetto profano<br />
del R<strong>in</strong>ascimento, eseguito tra il<br />
1469 e il 1470 sul programma iconografico<br />
elaborato dall’umanista e storiografo<br />
di corte Pellegr<strong>in</strong>o Prisciani. Gli<br />
affreschi, che esprimono pienamente la<br />
cultura astrologica quattrocentesca, seguono<br />
la successione dei mesi, oggi leggibili<br />
<strong>in</strong> numero di sette: la scansione di<br />
ciascun scomparto <strong>in</strong> tre fasce orizzontali<br />
<strong>in</strong>quadrate verticalmente da elementi<br />
architettonici a fresco si riferisce<br />
ai trionfi delle div<strong>in</strong>ità dell’Olimpo, ai<br />
simboli dello Zodiaco con i decani e alla<br />
vita di corte con episodi del buon governo<br />
di Borso d’Este. Pr<strong>in</strong>cipali autori del<br />
ciclo, progettato verosimilmente da<br />
Cosmè Tura, furono Francesco del Cossa,<br />
nei mesi di Marzo, Aprile, Maggio,<br />
ed Ercole de’ Roberti, <strong>per</strong> il mese di Settembre.<br />
La contigua Sala degli Stucchi,<br />
ideata da Domenico di Paris nel<br />
1467 e di recente restaurata, conserva<br />
un soffitto a lacunari con rilievi dorati e<br />
una fascia con le raffigurazioni delle<br />
Virtù e le Imprese del duca Borso e della<br />
sua famiglia.<br />
La prima dest<strong>in</strong>azione museale del<br />
palazzo risale al 1898 e fu promossa da<br />
Adolfo Venturi che trasferì nel Salone<br />
dei Mesi gli importanti codici m<strong>in</strong>iati<br />
del Quattrocento ferrarese, le raccolte<br />
archeologiche e quelle numismatiche,<br />
precedentemente conservati <strong>in</strong> Palazzo<br />
Paradiso. In anni recenti, le suddette<br />
raccolte ed altre serie di materiali, alcune<br />
delle quali provenienti anch’esse da<br />
Palazzo Paradiso, sono state ord<strong>in</strong>ate<br />
lungo un <strong>per</strong>corso espositivo che occupa<br />
le restaurate strutture trecentesche<br />
del palazzo le cui pareti conservano<br />
<strong>in</strong>teressanti brani a fresco tre-quattrocenteschi.<br />
Le raccolte archeologiche, accresciute<br />
nel corso del Settecento, sono costituite<br />
da ceramiche greche, etrusche e romane,<br />
vetri, lucerne e bronzetti, cui si<br />
Ferrara, Museo Civico di Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi: Francesco del Cossa, Mese di Marzo,<br />
1469-70<br />
aggiunse nel XIX secolo la collezione<br />
egizia. Al Settecento risalgono anche le<br />
donazioni del card<strong>in</strong>ale Rim<strong>in</strong>aldi, tra le<br />
quali figurano il gruppo delle gemme<br />
<strong>in</strong>cise e il nucleo pr<strong>in</strong>cipale della collezione<br />
di bronzetti con o<strong>per</strong>e di Giambologna<br />
e Algardi.<br />
Il Medagliere, <strong>in</strong>crementato da numerose<br />
donazioni, comprende tra l’altro<br />
monete italiane, medievali e moderne,<br />
le sezioni greca e romana, una raccolta<br />
di conii e punzoni della Zecca di Ferrara<br />
e una serie di medaglie eseguite da<br />
grandi artisti del R<strong>in</strong>ascimento: Matteo<br />
de Pasti, S<strong>per</strong>andio e Pisanello che<br />
dedicò alcuni esemplari a Lionello d’Este.<br />
Tra i corali atlantici, esposti a rotazione,<br />
si segnalano la Bibbia commissionata<br />
da Borso e decorata da Guglielmo<br />
Giraldi e il Decretum Graziani<br />
m<strong>in</strong>iato da maestranze degli anni di<br />
Ercole I.<br />
La raccolta degli avori vanta pezzi eterogenei<br />
di grande <strong>in</strong>teresse come gli<br />
esemplari della Bottega degli Embriachi.<br />
Nel 1935 fu acquisita la collezione<br />
Pasetti, importante testimonianza della<br />
produzione ceramica graffita r<strong>in</strong>ascimentale<br />
ferrarese; <strong>in</strong> seguito alla soppressione<br />
delle O<strong>per</strong>e Pie, sono <strong>per</strong>venuti<br />
<strong>in</strong> deposito al museo un <strong>in</strong>gente<br />
numero di arredi sacri e un gruppo di<br />
dip<strong>in</strong>ti ferraresi molti dei quali databili<br />
tra i secoli XVI e XVII: vi figurano quadri<br />
di Bononi, Scarsell<strong>in</strong>o e la famosa<br />
Pala delle Zitelle del Bastarolo.<br />
Nell’ala trecentesca sono esposte altre<br />
o<strong>per</strong>e di grande valore, come il polittico<br />
<strong>in</strong> alabastro dello scultore di Nott<strong>in</strong>gham,<br />
degli <strong>in</strong>izi del XV secolo, la Madonna<br />
con Bamb<strong>in</strong>o, terracotta policroma<br />
di Domenico di Paris e una parte<br />
degli stalli e dei dossali del coro ligneo<br />
di Sant’Andrea, <strong>in</strong>tarsiato nel XV<br />
secolo dalla Bottega dei Canozi da Lend<strong>in</strong>ara.<br />
(m.g.)<br />
G. Gruyer, Le palais de Schifanoia à Ferrare, <strong>in</strong><br />
Revue des Deux-Mondes, Août 1883; G. Medri, Il<br />
palazzo estense di Schifanoia dal secolo XIV al<br />
secolo XX, «Rivista di Ferrara», n. 7, 1935; Il<br />
Museo Civico di Ferrara. Donazioni e restauri,<br />
Catalogo della mostra, Firenze 1985; R.<br />
Varese, Atlante di Schifanoia, Modena 1989; A.<br />
M. Visser Travagli, Palazzo Schifanoia e palazz<strong>in</strong>a<br />
Marfisa a Ferrara, Milano 1991.