Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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96 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Bologna<br />
22<br />
Bologna<br />
Museo di Anatomia e Istologia<br />
Patologica “Cesare Taruffi”<br />
Il museo, fondato nel 1804, è <strong>in</strong>titolato<br />
a Cesare Taruffi (1821-1902), professore<br />
di Anatomia Patologica presso l’Università<br />
di Bologna.<br />
Dei circa duemila preparati di vertebrati,<br />
solo trecento sono visibili al pubblico<br />
all’<strong>in</strong>terno dell’<strong>Istituto</strong> universitario<br />
di Anatomia e Istologia Patologica.<br />
Si tratta di materiale teratologico proveniente<br />
<strong>in</strong> gran parte da re<strong>per</strong>ti conservati<br />
<strong>in</strong> alcool e formal<strong>in</strong>a oppure<br />
riprodotto <strong>in</strong> modelli di cera, già presenti<br />
nel Museo Teratologico istituito<br />
dallo stesso Taruffi.<br />
(g.b.p.)<br />
23<br />
Bologna<br />
Museo di Anatomia Comparata<br />
Il museo è stato fondato da Gaetano<br />
Gandolfi nel 1814, ma il suo maggior sviluppo<br />
si ha tra il 1819 ed il 1861 sotto la<br />
direzione di Antonio Alessandr<strong>in</strong>i. Dal<br />
1936 si trova nella sede attuale dell’<strong>Istituto</strong><br />
universitario di Anatomia Comparata.<br />
Possiede oltre diecimila preparati<br />
anatomici ottocenteschi, eseguiti<br />
pr<strong>in</strong>cipalmente da Antonio Alessandr<strong>in</strong>i<br />
e da Sebastiano Richiardi, che illustrano<br />
l’evoluzione dei vertebrati: pesci,<br />
anfibi, rettili, uccelli, mammiferi. Già<br />
allestito da Ercole Giacom<strong>in</strong>i negli anni<br />
Trenta, il museo è stato riord<strong>in</strong>ato a partire<br />
dal 1973 con l’<strong>in</strong>serimento di nuove<br />
vetr<strong>in</strong>e ed un <strong>per</strong>corso espositivo a<br />
carattere didattico-scientifico. Oltre ai<br />
numerosi scheletri di vertebrati, tra cui<br />
degno di nota è quello del capodoglio,<br />
meritano segnalazione i preparati relativi<br />
agli apparati respiratorio, circolatorio,<br />
digerente e urogenitale. Per le attività<br />
didattiche sono disponibili plastici<br />
e modelli. È presente un <strong>per</strong>corso, con<br />
preparati non “<strong>in</strong> vitro” e con didascalie<br />
<strong>in</strong> Braille.<br />
(g.b.p.)<br />
24<br />
Bologna<br />
Museo di Zoologia<br />
Il museo, sorto dalla divisione del Gab<strong>in</strong>etto<br />
delle Scienze dell’Università voluta<br />
da Carlo Far<strong>in</strong>i nel 1860, si trova nella<br />
sede attuale - presso l’<strong>Istituto</strong> universitario<br />
di Zoologia - dal 1933. Gli<br />
esemplari esposti, circa ottomila tra<br />
vertebrati e <strong>in</strong>vertebrati, provengono <strong>in</strong><br />
parte dalle collezioni di Aldrovandi,<br />
Cospi e Marsili, ed <strong>in</strong> parte si legano alle<br />
diverse fasi di ampliamento del museo.<br />
Il <strong>per</strong>corso espositivo, <strong>in</strong>trodotto da una<br />
visita ai parchi nazionali d’Abruzzo e del<br />
Gran Paradiso, mediante diorami (tra i<br />
primi ideati a livello nazionale), propone<br />
un sistema articolato di sezioni tematiche.<br />
Particolarmente <strong>in</strong>teressanti sono le<br />
due sezioni dedicate rispettivamente<br />
alla caccia (illustrata sia attraverso le<br />
tecniche di cattura e riconoscimento<br />
delle tracce, la lavorazione delle pelli e<br />
altre attività connesse con la presenza<br />
dei “trofei”), e agli animali est<strong>in</strong>ti o <strong>in</strong><br />
via di est<strong>in</strong>zione. Non meno importante<br />
è la sezione che illustra il progredire della<br />
complessità organizzativa nei vari<br />
gruppi animali. Vastissimo è il re<strong>per</strong>torio<br />
degli esemplari presenti nel settore<br />
ornitologico del museo.<br />
L’<strong>Istituto</strong> di Zootecnia, che sorge a breve<br />
distanza dal museo, conserva lungo<br />
il corridoio d’<strong>in</strong>gresso tre vetr<strong>in</strong>e con<br />
esemplari tassidermizzati di avifauna da<br />
allevamento, pollame, piccioni e qualche<br />
re<strong>per</strong>to e modello relativi alla cunicultura.<br />
Alcune vetr<strong>in</strong>e riguardanti l’apicoltura<br />
sono ora presso l’<strong>Istituto</strong> Nazionale<br />
di Apicoltura.<br />
(g.b.p.)<br />
M. Mar<strong>in</strong>i, B. Sabelli, S. Tommas<strong>in</strong>i, Breve guida<br />
al Museo di Zoologia dell’Università di Bologna,<br />
Bologna 1978.<br />
25<br />
Bologna<br />
Museo di M<strong>in</strong>eralogia<br />
“Luigi Bombicci”<br />
Il museo è situato dal 1903 all’<strong>in</strong>terno<br />
del Dipartimento di Scienze della Terra<br />
e geologico-ambientali dell’Università<br />
di Bologna, nell’edificio appositamente<br />
costruito da Pasquale Penza. Si è formato<br />
nel 1862, a seguito della divisione<br />
del Gab<strong>in</strong>etto delle Scienze dell’Università,<br />
stabilita da C. Far<strong>in</strong>i nel 1860. Il<br />
<strong>per</strong>corso espositivo è scandito <strong>in</strong> tre<br />
ampie sezioni: le collezioni di m<strong>in</strong>eralogia<br />
generale; le collezioni regionali; la<br />
collezione di rocce e campioni di <strong>in</strong>teresse<br />
giacimentologico. La prima sezione<br />
è composta da oltre c<strong>in</strong>quemila e-<br />
semplari. Sono da segnalare la serie<br />
monografica della silice; le collezioni di<br />
meteoriti, di m<strong>in</strong>erali fluorescenti, delle<br />
pietre dure, le ambre. Le collezioni<br />
regionali comprendono oltre dodicimila<br />
campioni e riguardano diversi ambiti<br />
territoriali italiani. Particolarmente ricca<br />
è la raccolta riguardante la realtà<br />
emiliana e romagnola. Una sezione tratta<br />
gli aspetti topografici e m<strong>in</strong>eralogici<br />
del territorio bolognese. Sono visibili<br />
numerosi modelli didattici.<br />
(g.b.p.)<br />
P. Gallitelli, 120 anni di vita dell’<strong>Istituto</strong> e del<br />
Museo di M<strong>in</strong>eralogia e Petrografia dell’Università<br />
di Bologna, «Atti dell’Accademia delle<br />
Scienze», 4, 1974, pp. 1-83.<br />
26<br />
Bologna<br />
Raccolta di Topografia, Geodesia<br />
e Fisica M<strong>in</strong>eraria<br />
La raccolta è ord<strong>in</strong>ata nella sede della<br />
Facoltà d’Ingegneria, <strong>in</strong>teressante edificio<br />
realizzato nel 1936 su progetto dell’architetto<br />
Vaccari. Si compone di circa duecento<br />
strumenti scientifici ottocenteschi,<br />
tra i quali si segnalano numerosi squadri<br />
agrimensori e ottici, una serie di livelli<br />
“Berthelmy” acquistati dalla Commissione<br />
Geodetica Italiana dal 1888, oltre a traguardi,<br />
bussole, teodoliti e tacheometri. A