Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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Prov<strong>in</strong>cia di Ravenna MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />
149<br />
nuziale con il Ritorno di Ulisse, il Gab<strong>in</strong>etto<br />
d’amore con l’Allegoria delle stagioni,<br />
la straord<strong>in</strong>aria sala da bagno <strong>in</strong><br />
stile pompeiano con decorazioni azzurre<br />
su fondo nero. Antonio Trentanove e<br />
i fratelli Francesco e Giovan Battista<br />
Ballanti Graziani eseguirono i bassorilievi<br />
<strong>in</strong> stucco. Di particolare <strong>in</strong>teresse<br />
il giard<strong>in</strong>o <strong>in</strong> stile romantico, <strong>in</strong> parte di<br />
proprietà privata.<br />
(e.l.)<br />
A. Ottani Cav<strong>in</strong>a, It<strong>in</strong>erario di Palazzo Milzetti,<br />
<strong>in</strong> L’Arte del Settecento <strong>Emilia</strong>no - L’età<br />
neoclassica, catalogo della mostra, Bologna<br />
1979, pp. 522-539; A.M. Iannucci, Palazzo Milzetti,<br />
«Bollett<strong>in</strong>o d’Arte», 1982.<br />
Faenza, Palazzo Milzetti: Felice Giani, Soffitto, 1818 c.<br />
14<br />
Faenza<br />
Museo Nazionale dell’Età<br />
Neoclassica<br />
Il museo è a<strong>per</strong>to al pubblico dal 1979,<br />
all’<strong>in</strong>terno di Palazzo Milzetti. Il <strong>per</strong>corso<br />
espositivo si articola attraverso le<br />
splendide sale del palazzo, preziosamente<br />
decorato ed arredato. L’edificio<br />
rappresenta, <strong>in</strong>fatti, la più alta espressione<br />
della civiltà neoclassica romagnola,<br />
che ebbe proprio <strong>in</strong> Faenza una stagione<br />
particolarmente duratura della<br />
quale furono protagonisti gli stessi artisti<br />
impegnati al cantiere architettonico<br />
e decorativo del palazzo.<br />
Costruito da Giuseppe Pistocchi (1744-<br />
1814) nell’ultimo decennio del Settecento,<br />
sulle case Milzetti, venne completato<br />
dall’Antol<strong>in</strong>i che ne ultimò lo<br />
scalone monumentale. Gli appartamenti<br />
al piano nobile furono decorati da Felice<br />
Giani (1758-1823), che affrescò cicli<br />
allegorici e mitologici “all’antica” ed episodi<br />
di storia romana. Databili <strong>in</strong>torno<br />
al 1818, riflettono il fenomeno di lunga<br />
durata della cultura neoclassica faent<strong>in</strong>a,<br />
rappresentata dalle eleganti decorazioni<br />
degli ambienti dell’edificio: il<br />
Tempio di Apollo, ovvero il salone ottagonale<br />
dedicato al mito del dio del sole<br />
ed arredato con mobili disegnati dallo<br />
stesso Giani; la sala delle feste, con Episodi<br />
dell’Eneide, la stanza con le Allegorie<br />
della pace e della guerra, l’alcova,<br />
la sala del cam<strong>in</strong>o con pareti tappezzate<br />
con i drappi orig<strong>in</strong>ari, la stanza<br />
Faenza, Palazzo Milzetti<br />
15<br />
Faenza<br />
Museo Internazionale<br />
delle Ceramiche<br />
Il museo venne fondato nel 1908, a<br />
seguito di una mostra allestita nell’ex<br />
convento di San Maglorio con ceramiche<br />
di manifatture italiane ed europee<br />
e pezzi di antica produzione, nell’ambito<br />
dell’Esposizione Internazionale organizzata<br />
a Faenza <strong>per</strong> celebrare il terzo<br />
centenario della nascita di Evangelista<br />
Torricelli. Chiusa l’esposizione, promossa<br />
da Gaetano Ballard<strong>in</strong>i, le ceramiche<br />
rimasero <strong>in</strong> sede e costituirono di<br />
fatto il nucleo orig<strong>in</strong>ario del museo, sorto<br />
con l’<strong>in</strong>tento di contribuire alla rivitalizzazione<br />
dell’artigianato ceramico,<br />
che stava vivendo un <strong>per</strong>iodo di grave<br />
crisi. Il primo direttore del museo fu lo<br />
stesso Ballard<strong>in</strong>i che attivò numerose<br />
<strong>in</strong>iziative volte sia all’<strong>in</strong>cremento delle<br />
raccolte che all’<strong>in</strong>segnamento dell’arte<br />
ceramica. Alla prima sezione “delle<br />
Nazioni” si aggiunsero nel tempo quelle<br />
dell’antica maiolica italiana, dell’Estremo<br />
Oriente, dei frammenti di scavo<br />
delle maioliche italiane, delle ceramiche<br />
preistoriche e del mondo classico,<br />
delle ceramiche dell’Oriente prossimo<br />
arricchitasi nel 1930 con l’importante<br />
donazione Mart<strong>in</strong>; <strong>in</strong> seguito furono<br />
documentate ache le ceramiche precolombiana<br />
e africana. All’<strong>in</strong>terno del