Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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54 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Reggio <strong>Emilia</strong><br />
Reggio <strong>Emilia</strong>, Galleria Parmeggiani: Reliquiario,<br />
manifattura francese del XV secolo<br />
<strong>in</strong>sieme offrono una vasta panoramica<br />
sulla produzione europea dal Medioevo<br />
all’Ottocento. Sono manifesti l’<strong>in</strong>teresse<br />
artistico e il valore documentario dell’<strong>in</strong>sieme<br />
collezionistico, la cui formazione<br />
è connessa all’ambiente cosmopolita<br />
di Parigi dell’ultimo trentennio<br />
dell’Ottocento. Qui riparò nel 1886 Parmeggiani,<br />
costretto a rifugiarsi - <strong>per</strong> i<br />
propri trascorsi anarchici - <strong>in</strong> casa di<br />
Ignacio Leon y Escosura, pittore, collezionista<br />
e mercante d’arte, <strong>per</strong> conto del<br />
quale si impegnò, sotto lo pseudonimo<br />
di Louis Marcy, nella commercializzazione<br />
di oggetti d’arte decorativa noti<br />
come “produzione Marcy”. Nel 1920<br />
Parmeggiani sposò Anne Detti, figlia del<br />
pittore spolet<strong>in</strong>o Cesare Detti e della<br />
sorella di Escosura. A Reggio trasferì un<br />
patrimonio formato dalla raccolta Escosura,<br />
da un nucleo di dip<strong>in</strong>ti di Detti e<br />
da alcuni falsi Marcy, oggetti di fabbricazione<br />
ottocentesca (armi e gioielli) la<br />
cui recente produzione, occultata da<br />
Parmeggiani, è tuttora oggetto di studi.<br />
Dopo un lungo <strong>per</strong>iodo di chiusura, nel<br />
1988 la galleria è stata ria<strong>per</strong>ta al pubblico<br />
con l’ord<strong>in</strong>amento orig<strong>in</strong>ario.<br />
Su<strong>per</strong>ato il portale del XV secolo, proveniente<br />
da palazzo Morel a Valencia, il<br />
<strong>per</strong>corso si svolge attraverso dodici<br />
sale. Dall’<strong>in</strong>gresso, con marmi e terrecotte,<br />
si accede alla sala delle armi, dove<br />
sono raccolti un nucleo di spad<strong>in</strong>i dal<br />
XVII al XIX secolo, un gruppo di oggetti<br />
eseguiti <strong>in</strong> Francia <strong>in</strong> forme r<strong>in</strong>ascimentali<br />
<strong>in</strong>torno al 1840 e svariati pezzi<br />
degli anni 1870-80 di produzione Marcy.<br />
Il <strong>per</strong>corso prosegue con le sale dei<br />
gioielli, dei costumi e dei velluti, con abiti<br />
e paramenti dal Sette all’Ottocento<br />
utilizzati da Escosura <strong>per</strong> i suoi dip<strong>in</strong>ti<br />
di ambientazione storica. Viene poi la<br />
sala spagnola con o<strong>per</strong>e su tavola del XV<br />
e XVI secolo che costituiscono il maggior<br />
complesso di pittura spagnola <strong>in</strong><br />
Italia. L’arredo del salone restituisce nel<br />
suo <strong>in</strong>sieme il gusto collezionistico di<br />
f<strong>in</strong>e Ottocento. Di qui si accede alla sala<br />
Detti, con dip<strong>in</strong>ti dell’artista e alle sale<br />
fiamm<strong>in</strong>ga e franco <strong>in</strong>glese, dove sono<br />
esposti gruppi di o<strong>per</strong>e dist<strong>in</strong>te <strong>per</strong><br />
scuole nazionali.<br />
Chiudono il <strong>per</strong>corso le sale Escosura<br />
con quadri dell’artista spagnolo: ritratti<br />
e soggetti storici tra suggestive ricostruzioni<br />
di ambiente che spesso comprendono<br />
oggetti presenti nella stessa<br />
collezione del museo.<br />
(m.c.c.)<br />
L. Boccia, Armi antiche delle raccolte civiche<br />
reggiane, Reggio <strong>Emilia</strong> 1984; G. Ambrosetti, E.<br />
Farioli, Guida <strong>in</strong>troduttiva alla Civica Galleria<br />
Anna e Luigi Parmeggiani. Raccolte Ignacio<br />
Leon y Escosura, Cesare Detti, Louis Marcy,<br />
Luigi Parmeggiani, Reggio <strong>Emilia</strong> 1988; M.<br />
Cuoghi Costant<strong>in</strong>i, Tessuti e costumi della Galleria<br />
Parmeggiani, Bologna 1994; E. Farioli,<br />
Reggio <strong>Emilia</strong>: la Galleria Anna e Luigi Parmeggiani,<br />
<strong>in</strong> Atti del convegno: Case e museo e<br />
allestimenti d’epoca: <strong>in</strong>terventi e recu<strong>per</strong>o museografico<br />
a confronto, Saluzzo 1994, <strong>in</strong> c.d.s.<br />
18<br />
Reggio <strong>Emilia</strong><br />
Museo del Tricolore<br />
Il museo è stato <strong>in</strong>augurato nel 1985<br />
presso la Torre del Bordello, nei locali<br />
adiacenti alla Sala del Tricolore, dove il<br />
7 gennaio 1797 fu acclamato il vessillo<br />
divenuto poi nazionale. Luogo elettivo<br />
della storia civica reggiana, la sala ellittica<br />
a palchetti fu realizzata tra il 1754<br />
e il 1774 dall’architetto L. Bologn<strong>in</strong>i <strong>per</strong><br />
l’archivio comunale, poi trasferito nel<br />
palazzo di S. Giorgio. I materiali del museo<br />
provengono dalle collezioni di storia<br />
politica e istituzionale dei civici<br />
musei. Il <strong>per</strong>corso è articolato <strong>in</strong> quattro<br />
sale, dove sono esposti documenti,<br />
cimeli, stendardi e dip<strong>in</strong>ti che vanno<br />
dall’epoca napoleonica ai moti del 1831<br />
attraverso le testimonianze delle vicende<br />
e dei protagonisti della città di Reggio<br />
<strong>Emilia</strong>.<br />
(p.t.)<br />
19<br />
Reggio <strong>Emilia</strong><br />
Museo Archivio del Teatro<br />
Il teatro municipale fu costruito nel<br />
1852 sull’antica cittadella dall’architetto<br />
C. Costa e <strong>in</strong>augurato c<strong>in</strong>que anni più<br />
tardi. La facciata, composta <strong>in</strong> due ord<strong>in</strong>i<br />
classici, è sormontata da venti statue<br />
eseguite da scultori reggiani e disposte<br />
secondo il progetto di B. Catellani. La<br />
decorazione dell’atrio fu affidata a Gerolamo<br />
Magnani, Giuseppe Ugol<strong>in</strong>i e Pasquale<br />
Zamb<strong>in</strong>i. Nel 1856, Domenico<br />
Pellizzi affrescò la volta della sala delle<br />
rappresentazioni. Nel 1857 Alfonso<br />
Chierici e Giovanni Fontanesi dip<strong>in</strong>sero<br />
rispettivamente il primo e il secondo<br />
sipario, conservati tuttora nel sito orig<strong>in</strong>ario.<br />
Il terzo è o<strong>per</strong>a recente del pittore<br />
Omar Galliani. Nel 1980 il teatro è<br />
stato dedicato alla memoria dell’attore<br />
reggiano Romolo Valli.<br />
Il museo corrisponde a un <strong>per</strong>corso che<br />
si snoda negli spazi accessibili al pubblico<br />
<strong>in</strong> occasione degli spettacoli e nell’altra<br />
metà del teatro, il palcoscenico e<br />
il sottopalco, dove sono situati i carrelli<br />
portaqu<strong>in</strong>te <strong>per</strong> il movimento delle<br />
scene e gli apparati tecnici <strong>per</strong> la produzione<br />
degli effetti sonori, dei quali il<br />
“Valli” è particolarmente ricco. Fanno<br />
parte della macch<strong>in</strong>eria numerosi strumenti,<br />
tra i quali argani, tamburi, due<br />
ord<strong>in</strong>i di paglioli e strade pensili <strong>per</strong> l’attraversamento<br />
del palcoscenico, co<strong>per</strong>to<br />
dalla soffitta orig<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> legni prove-