Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...
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164 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Forlì-Cesena<br />
1<br />
Bagno di <strong>Romagna</strong><br />
(Ridracoli)<br />
Museo della Fauna di <strong>Romagna</strong><br />
Bert<strong>in</strong>oro, Museo Diocesano dell’Arredo Sacro: Piviale, XVIII secolo<br />
Inaugurato nel 1989 all’<strong>in</strong>terno del settecentesco<br />
Palazzo Giovannetti, <strong>in</strong> prossimità<br />
della diga di Ridracoli, dal 1990 il<br />
museo viene gestito dalla Coo<strong>per</strong>ativa<br />
“Natura Viva” d’<strong>in</strong>tesa con <strong>Romagna</strong><br />
Acque s.p.a., proprietaria dell’edificio<br />
che ospita anche l’albergo “Il Palazzo”.<br />
Istituito <strong>in</strong>izialmente come Museo dei<br />
Mammiferi di <strong>Romagna</strong>, presenta oggi<br />
una raccolta pressoché completa della<br />
fauna vertebrata del territorio regionale,<br />
con particolare riferimento alle specie<br />
(oltre c<strong>in</strong>quanta esemplari) della vallata<br />
bident<strong>in</strong>a, dalla pianura al cr<strong>in</strong>ale<br />
tosco-romagnolo ed al Parco nazionale<br />
del Monte Falterona, di Campigna e delle<br />
foreste casent<strong>in</strong>esi. L’assetto allestitivo,<br />
che si articola <strong>in</strong> diversi ambienti del<br />
palazzo, propone esemplari imbalsamati<br />
e diorami, uno dei quali, al piano terreno<br />
dell’edificio, ospita tutti gli ungulati<br />
presenti nel territorio appenn<strong>in</strong>ico<br />
romagnolo. Sono pure rappresentate le<br />
specie est<strong>in</strong>te <strong>in</strong> <strong>Romagna</strong>, come il castoro<br />
europeo. Una sezione del museo<br />
propone pesci, anfibi, rettili ed oltre<br />
duecento uccelli. Alcuni esemplari, come<br />
la l<strong>in</strong>ce, la martora o il gatto selvatico,<br />
non appartenenti alla fauna romagnola,<br />
sono presenti <strong>per</strong> ragioni di completezza<br />
sistematica e con <strong>in</strong>tenti comparativi<br />
a livello <strong>in</strong>formativo e specificamente<br />
didattico.<br />
(g.b.p.)<br />
2<br />
Bert<strong>in</strong>oro<br />
Centro <strong>per</strong> lo studio e la conservazione<br />
dell’arredo sacro e del<br />
costume religioso<br />
Il centro è sorto nel 1985 all’<strong>in</strong>terno della<br />
rocca, antica struttura fortilizia risalente<br />
all’XI secolo e successivamente<br />
trasformata <strong>in</strong> sede vescovile, su <strong>in</strong>iziativa<br />
della Sopr<strong>in</strong>tendenza <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong><br />
<strong>Artistici</strong> e Storici di Bologna d’<strong>in</strong>tesa<br />
con la Curia diocesana di Forlì e Bert<strong>in</strong>oro.<br />
In alcuni ambienti dell’appartamento<br />
vescovile, e nella grande sala a<br />
due campate a crociera (decorata nel<br />
XV e XVI secolo e con affreschi raffiguranti<br />
Storie di Santi), sono stati raccolti<br />
paramenti ed arredi sacri provenienti<br />
da chiese, oratori, complessi conventuali<br />
del territorio diocesano di Bert<strong>in</strong>oro<br />
e Forlimpopoli, <strong>in</strong> particolare da<br />
edifici e strutture dell’area coll<strong>in</strong>are ed<br />
appenn<strong>in</strong>ica dismessi al culto ed <strong>in</strong> via<br />
d’abbandono.<br />
In apposite vetr<strong>in</strong>e sono state collocate<br />
alcune cent<strong>in</strong>aia di esemplari <strong>per</strong> diverse<br />
tipologie dell’arredo sacro. Oltre a<br />
provvedere alla salvaguardia ed alla<br />
conservazione del patrimonio chiesastico,<br />
il centro ha avviato una <strong>in</strong>tensa attività<br />
di studio e di ricerca specialmente<br />
sulle manifatture tessili tradizionali e<br />
sulle antiche argenterie liturgiche.<br />
Attualmente sono <strong>in</strong> corso consistenti<br />
lavori di recu<strong>per</strong>o della rocca f<strong>in</strong>alizzati<br />
al parziale utilizzo dell’antica struttura<br />
come sede universitaria.<br />
(v.m.)<br />
F. Faranda (a cura), Centro <strong>per</strong> lo studio e la<br />
conservazione dell’arredo liturgico e del costume<br />
religioso, Bologna 1985; F. Faranda, Documenti<br />
e arredi delle chiese di Forlimpopoli,<br />
Forlì 1987.<br />
3<br />
Borghi<br />
(San Giovanni <strong>in</strong> Galilea)<br />
Museo e Biblioteca Renzi<br />
Il museo prende il nome dal suo fondatore<br />
Don Francesco Renzi, appassionato<br />
studioso locale e collezionista di antichità.<br />
Inaugurato l’8 giugno 1879, ha<br />
ottenuto il pubblico riconoscimento di<br />
Ente morale nel 1885. Ha sede tuttora<br />
all’<strong>in</strong>terno del quattrocentesco castello<br />
malatestiano di San Giovanni <strong>in</strong> Galilea.<br />
Chiuso a seguito dei gravi danni subiti<br />
dall’edificio durante i bombardamenti<br />
del 1944, il museo è stato riord<strong>in</strong>ato nel<br />
1968 con l’apporto diretto dell’Amm<strong>in</strong>istrazione<br />
comunale. Allestito <strong>in</strong> sei locali<br />
disposti su due piani, comprende<br />
quattro sezioni espositive dedicate alla<br />
paleontologia, alla preistoria, alla storia<br />
romana, all’età medievale e moderna.<br />
Di particolare rilevanza è la raccolta<br />
archeologica comprendente tra l’altro<br />
le testimonianze risalenti all’età del<br />
Bronzo e del Ferro che hanno nel sito<br />
di Ripa Calbana uno degli abitati di maggiore<br />
<strong>in</strong>teresse. I manufatti <strong>in</strong> bronzo<br />
(c<strong>in</strong>turoni a sbalzo, fibule, monili, asce,<br />
pendagli) sono probabilmente da ricollegare<br />
a sepolture riferibili al Villanoviano,<br />
nell’aspetto culturale affermatosi<br />
nella <strong>Romagna</strong> orientale con epicentro<br />
a Verucchio. Nell’ambito della sezio-