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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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152 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />

Prov<strong>in</strong>cia di Ravenna<br />

17<br />

Faenza<br />

Museo del Teatro<br />

Il museo, che trae orig<strong>in</strong>e dalla donazione<br />

del faent<strong>in</strong>o d’adozione Arnaldo<br />

M<strong>in</strong>ardi, appassionato di teatro, è stato<br />

istituito nel 1931 ed allestito presso la<br />

Biblioteca comunale. Dal 1984 ha sede<br />

all’ultimo piano di palazzo Milzetti ad<br />

eccezione dei materiali cartacei, libri,<br />

autografi e fotografie d’artisti, tuttora<br />

conservati presso la biblioteca. Sono<br />

circa novecento i pezzi della collezione,<br />

tra costumi e accessori di scena, bozzetti,<br />

scenografie di Romolo Liverani;<br />

sono anche <strong>in</strong> mostra un modell<strong>in</strong>o <strong>in</strong><br />

legno dip<strong>in</strong>to del boccascena del Teatro<br />

Mas<strong>in</strong>i, una galleria di ritratti di compositori<br />

e <strong>in</strong>terpreti del teatro sia di prosa<br />

che musicale, e una raccolta di strumenti,<br />

tra i quali due virg<strong>in</strong>ali del C<strong>in</strong>que<br />

e Seicento, una ghironda del 1759,<br />

un lirone ed un viol<strong>in</strong>o pochette della<br />

stessa epoca, nonché strumenti esotici<br />

provenienti soprattutto dall’Africa. È<br />

attualmente allo studio un piano di riord<strong>in</strong>amento<br />

del museo, mentre si sta procedendo<br />

al restauro di alcuni strumenti<br />

musicali e costumi di scena.<br />

(l.b.)<br />

18<br />

Faenza<br />

Museo del Risorgimento<br />

e dell’Età Contemporanea<br />

L’orig<strong>in</strong>e del museo risale al 1904, quando<br />

fu allestita <strong>in</strong> modo <strong>per</strong>manente, <strong>in</strong><br />

un locale annesso alla P<strong>in</strong>acoteca Comunale,<br />

una mostra dedicata al contributo<br />

dei Faent<strong>in</strong>i al Risorgimento italiano,<br />

già presentata all’Esposizione Regionale<br />

Romagnola di Ravenna.<br />

Intorno agli anni Venti, il museo fu chiuso<br />

<strong>per</strong> consentire un allargamento degli<br />

spazi espositivi della p<strong>in</strong>acoteca, mentre<br />

l’allestimento di una mostra sull’<strong>in</strong>dipendenza<br />

italiana determ<strong>in</strong>ò un ulteriore<br />

<strong>in</strong>cremento della raccolta con<br />

documenti e cimeli sulla prima guerra<br />

mondiale.<br />

Nel 1929 il museo fu ria<strong>per</strong>to e sistemato<br />

nei locali della biblioteca a cura<br />

dell’allora direttore Piero Zama. Nel<br />

1960 si aggiunsero al museo altre testimonianze<br />

sulla lotta di liberazione.<br />

Il nucleo più significativo, dall’età napoleonica<br />

all’Unità d’Italia, comprende<br />

stampe, fotografie, dip<strong>in</strong>ti, proclami, locand<strong>in</strong>e,<br />

armi, bandiere, uniformi e cimeli<br />

vari.<br />

Nuovamente chiuse al pubblico nel<br />

1976, le raccolte sono conservate <strong>in</strong> un<br />

deposito, mentre presso la Biblioteca<br />

comunale è consultabile la documentazione<br />

cartacea comprendente anche<br />

numerosi autografi.<br />

(p.t.)<br />

E. Michel, Il Museo del Risorgimento di Faenza,<br />

«Il Risorgimento Italiano», VI, 1913; P. Zama,<br />

Il Museo del Risorgimento di Faenza e la sua<br />

sistemazione, «Bollett<strong>in</strong>o della Biblioteca degli<br />

Archivi storici e dei <strong>Musei</strong>», XIV, 1930.<br />

19<br />

Faenza<br />

Museo Civico di Scienze Naturali<br />

“Domenico Malmerendi”<br />

Il museo, istituito nel 1980, viene gestito<br />

f<strong>in</strong>o al 1993 dal Comune <strong>in</strong> collaborazione<br />

con l’Associazione Pangea e il<br />

Gruppo Speleologico Faent<strong>in</strong>o. Il nucleo<br />

orig<strong>in</strong>ario dei materiali del museo<br />

è costituito dalle collezioni ornitologiche<br />

ed entomologica di Domenico Malmerendi<br />

(1900-1980) e dai materiali<br />

abiologici del Museo Speleologico Romagnolo.<br />

La raccolta ornitologica malmerendiana,<br />

<strong>in</strong>iziata nel 1923, consiste<br />

di oltre duemilatrecento esemplari rappresentativi<br />

dell’avifauna regionale e<br />

nazionale, con un nucleo di re<strong>per</strong>ti esotici.<br />

La collezione entomologica della<br />

stessa donazione, quantificabile <strong>in</strong> oltre<br />

ottocentoventimila esemplari <strong>in</strong> c<strong>in</strong>quecentosettanta<br />

scatole entomologiche,<br />

è costituita da un nucleo proveniente<br />

dai cont<strong>in</strong>enti extra-europei e da<br />

una serie italiana, che ben rappresenta<br />

le forme provenienti dall’Appenn<strong>in</strong>o,<br />

dalle p<strong>in</strong>ete e dalle zone umide costiere<br />

della <strong>Romagna</strong>. La parte entomologica<br />

è completata dal doppionario del<br />

Malmerendi e dalla collezione Lazzari, di<br />

stretta <strong>per</strong>t<strong>in</strong>enza locale, comprensive<br />

entrambe di alcune migliaia di <strong>in</strong>setti.<br />

Per quanto riguarda la geopaleontologia,<br />

il corpo storico dei materiali è costituito<br />

dai re<strong>per</strong>ti che già facevano parte<br />

del Museo Speleologico Romagnolo, i-<br />

stituito nel 1969 sulla base delle ricerche<br />

dei due gruppi speleologici cittad<strong>in</strong>i,<br />

“Vampiro” e “Città di Faenza”, riunitisi<br />

nel 1966 nel Gruppo Speleologico<br />

Faent<strong>in</strong>o.<br />

I materiali sono confluiti nel nuovo<br />

museo civico nel 1981. La consistenza<br />

delle collezioni del Gruppo Speleologico<br />

Faent<strong>in</strong>o ammonta a oltre ventimila<br />

re<strong>per</strong>ti con supporti espositivi risalenti<br />

ai primi anni di attività speleologica<br />

locale, tra i quali un plastico del comprensorio<br />

territoriale degli anni Trenta.<br />

Tra i materiali r<strong>in</strong>venuti nel corso delle<br />

ricerche più recenti sono da segnalare<br />

gli almeno c<strong>in</strong>que olotipi di vertebrati<br />

provenienti dal giacimento del messianico<br />

f<strong>in</strong>ale della Cava del Montic<strong>in</strong>o di<br />

Brisighella.<br />

(g.b.p.)<br />

R. Rava, C. Piersanti (a cura), Museo Civico di<br />

Scienze Naturali. Il contenitore e il progetto<br />

museografico, Faenza 1985.<br />

20<br />

Lugo<br />

Museo Civico Francesco Baracca<br />

Il primo allestimento di un museo dedicato<br />

a Francesco Baracca (1888-1918)<br />

risale al 1924. Cimeli legati alla memoria<br />

dell’eroe della prima guerra mondiale<br />

e pioniere dell’aviazione italiana, celebrato<br />

dal monumento del faent<strong>in</strong>o Domenico<br />

Rambelli (1936) nel centro di<br />

Lugo, furono esposti nella rocca. Dal<br />

1993 il museo ha sede a Casa Baracca,<br />

donata al Comune di Lugo dalla famiglia<br />

proprio <strong>per</strong> questo scopo. Si tratta di un<br />

edificio di primo Novecento, caratterizzato<br />

<strong>in</strong> facciata da elementi floreali e tuttora<br />

decorato con alcune delle vetrate<br />

orig<strong>in</strong>arie.<br />

Apre il <strong>per</strong>corso espositivo al pian terreno<br />

il Caccia “Spad VII S 2489”, l’aereo

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