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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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56 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />

Prov<strong>in</strong>cia di Reggio <strong>Emilia</strong><br />

22<br />

Reggio <strong>Emilia</strong><br />

Museo della Civiltà Contad<strong>in</strong>a<br />

“A. Motti”<br />

La raccolta di materiali agricoli storici è<br />

<strong>in</strong>iziata negli anni Settanta come complemento<br />

dell’attività didattica dell’<strong>Istituto</strong><br />

Professionale di Stato <strong>per</strong> l’Agricoltura<br />

“A. Motti”. Gli oggetti provengono<br />

<strong>in</strong> gran parte dalle famiglie degli stessi<br />

allievi e dei docenti che ne sono rimasti<br />

proprietari; l’<strong>Istituto</strong>, come depositario,<br />

ne cura, oltre alla promozione, anche<br />

il restauro, la manutenzione e la catalogazione.<br />

Il patrimonio conservato nella<br />

sede di villa Gaida consta di circa seicento<br />

pezzi, <strong>in</strong> massima parte relativi ai<br />

cicli della vitiv<strong>in</strong>icoltura e dei cereali,<br />

dalla sem<strong>in</strong>a all’aratura, all’erpicatura,<br />

alla molitura, alla panificazione. L’esposizione<br />

è corredata di pannelli didattici<br />

relativi alla term<strong>in</strong>ologia degli oggetti.<br />

Va aggiunto che nella sede dell’<strong>Istituto</strong><br />

a Castelnovo ne’ Monti, nei locali usati<br />

f<strong>in</strong>o al 1980 come stallatico, si trova una<br />

sezione <strong>in</strong>tegrativa del museo comprendente<br />

oltre mille oggetti, tra suppellettili<br />

e attrezzi di lavoro esemplificative<br />

dell’attività agricola teorizzata nel Settecento<br />

dal celebre agronomo reggiano<br />

Filippo Re. Il criterio espositivo adottato<br />

prevede la ricostruzione di ambienti<br />

tradizionali e di episodi di vita quotidiana.<br />

Alcuni modell<strong>in</strong>i lignei riproducono<br />

scene agresti.<br />

(m.t.f.)<br />

Nel Palazzo Vescovile di Reggio, attestato<br />

dal XII secolo, ampliato nel XV e<br />

nel XVI, e successivamente modificato<br />

nel Seicento dall’architetto Bartolomeo<br />

Avanz<strong>in</strong>i, sono raccolte ed esposte al<br />

pubblico pregevoli o<strong>per</strong>e d’arte, <strong>in</strong> parte<br />

di proprietà della Curia e <strong>in</strong> parte provenienti<br />

da chiese soppresse della diocesi<br />

reggiana.<br />

Nelle prime due sale, dalle volte decorate<br />

nei modi di G. Boulanger, si conservano<br />

due grandi paesaggi seicenteschi.<br />

Altre vedute settecentesche sono<br />

distribuite negli uffici del vescovado:<br />

nelle stanze contigue si trovano o<strong>per</strong>e<br />

di C. Bononi, G. Baccar<strong>in</strong>i, A. Celesti,<br />

J. Palma il Giovane, oltre a diversi dip<strong>in</strong>ti<br />

di scuola emiliana, sculture, arredi e<br />

rilievi e vari materiali lapidei d’età romanica.<br />

(e.l.)<br />

24<br />

Reggio <strong>Emilia</strong><br />

Museo del Santuario<br />

della Madonna della Ghiara<br />

Nel museo, istituito nel 1982, negli<br />

ambienti adiacenti al chiostro, sono<br />

esposti numerosi oggetti facenti parte<br />

del patrimonio del santuario, un edificio<br />

notevole sia sul piano artistico che<br />

su quello devozionale, costruito dal<br />

1597 e consacrato nel 1619 come santuario<br />

<strong>per</strong> l’immag<strong>in</strong>e miracolosa della<br />

Verg<strong>in</strong>e con il Bamb<strong>in</strong>o, affrescata dal<br />

Bertone su disegno di Lelio Orsi (1573).<br />

Nel 1615 fu ultimata la costruzione del<br />

tempio a croce greca, progettato dal ferrarese<br />

Balbi, ma eseguito dal reggiano<br />

Francesco Pacchioni, che modificò la<br />

cupola disegnata dal senese Pugliani.<br />

La decorazione dell’<strong>in</strong>terno, avviata<br />

durante il terzo decennio del XVII secolo,<br />

rappresenta uno degli esempi più<br />

rilevanti dell’arte figurativa barocca <strong>in</strong><br />

ambito emiliano. All’impresa concorsero<br />

Ludovico Carracci, Tiar<strong>in</strong>i, Talami e<br />

Guerc<strong>in</strong>o, <strong>per</strong> le pale d’altare; Desani,<br />

Bononi, Ferrari, Spada e Tiar<strong>in</strong>i, <strong>per</strong> gli<br />

affreschi. Di particolare ricchezza il<br />

complesso decorativo della cappella<br />

della Madonna della Ghiara, progettato<br />

dall’architetto Giovan Battista Magnani<br />

(1615).<br />

Tra gli oggetti conservati nel museo,<br />

relativi alla storia della basilica, oltre al<br />

disegno dell’Orsi e alla s<strong>in</strong>opia dell’affresco<br />

del Bertone, compaiono reliquiari,<br />

ostensori, medaglie votive e importanti<br />

esempi di oreficerie tra i quali la<br />

croce e i sei candelieri eseguiti dai romani<br />

Gianfrancesco Frangi e Marco Marchi<br />

<strong>per</strong> il duca Francesco I d’Este<br />

(1634); la corona <strong>in</strong> argento, <strong>per</strong>le e pietre<br />

preziose realizzata nel 1674 dall’orafo<br />

reggiano Michele Augusta, gioielli<br />

di manifattura italiana del C<strong>in</strong>quecento.<br />

La Camera dei Paramenti contiene pa-<br />

23<br />

Reggio <strong>Emilia</strong><br />

Raccolta Diocesana d’Arte Sacra<br />

Reggio <strong>Emilia</strong>, Raccolta Diocesana d’Arte Sacra: Lastra antelamica, XIII secolo

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