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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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106 MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />

Prov<strong>in</strong>cia di Bologna<br />

Imola, Museo Civico “Giuseppe Scarabelli”: Bacheca con collezione di fossili<br />

italiani come Remo Br<strong>in</strong>disi, Ennio<br />

Calabria, Carlo Cattaneo, Giuseppe De<br />

Gregorio, Riccardo Licata, Concetto<br />

Pozzati, Aligi Sassu, Alberto Sughi, Bruno<br />

Saetti, Domenico Purificato, Tono<br />

Zancanaro, Sebastián Matta. La raccolta<br />

della civiltà contad<strong>in</strong>a è costituita da<br />

oggetti provenienti <strong>in</strong> gran parte dalla<br />

<strong>Romagna</strong>, allestiti nella cuc<strong>in</strong>a e nell’anticuc<strong>in</strong>a<br />

della rocca. Nelle cant<strong>in</strong>e<br />

si conservano attrezzi <strong>per</strong> la v<strong>in</strong>ificazione.<br />

(s.v.)<br />

47<br />

Dozza Imolese<br />

Museo Parrocchiale d’Arte Sacra<br />

Il museo, a<strong>per</strong>to al pubblico nel 1978,<br />

ha sede nell’edificio contiguo alla Chiesa<br />

parrocchiale dell’Assunta. Ricostruita<br />

verso la f<strong>in</strong>e del XV secolo e restaurata<br />

tra il 1942 e il 1945, la chiesa conserva<br />

una lunetta con rilievo raffigurante<br />

la Verg<strong>in</strong>e di arte romanico-bizant<strong>in</strong>a,<br />

una tavola di Marco Palmezzano<br />

(Madonna col Bamb<strong>in</strong>o e i Santi Giovanni<br />

Battista e Cater<strong>in</strong>a, 1492) e buoni<br />

dip<strong>in</strong>ti di scuola bolognese di epoca<br />

compresa tra il XVI e il XVII secolo.<br />

Altri arredi della chiesa sono custoditi<br />

nell’attiguo museo, <strong>in</strong>sieme ad oggetti<br />

provenienti da luoghi di culto delle campagne<br />

circostanti: dip<strong>in</strong>ti su tela e su<br />

tavola, disegni ed <strong>in</strong>cisioni, stampe antiche,<br />

paramenti sacri ed argenterie liturgiche.<br />

(f.b.)<br />

48<br />

Imola<br />

Museo Civico<br />

“Giuseppe Scarabelli”<br />

Il civico Museo di Storia Naturale e di<br />

Archeologia deve la sua fondazione,<br />

attorno alla metà del secolo scorso, all’<strong>in</strong>iziativa<br />

congiunta di un gruppo di<br />

scienziati imolesi capeggiati dal geologo<br />

e paleontologo Giuseppe Scarabelli.<br />

Le collezioni museali, fra le quali spicca<br />

la raccolta formatasi a seguito delle<br />

<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i condotte direttamente dallo<br />

Scarabelli <strong>in</strong> suolo imolese, pur avendo<br />

conosciuto col tempo aggiustamenti di<br />

assetto, non hanno subito sostanziali<br />

manomissioni e mantengono <strong>in</strong>tatta<br />

un’<strong>in</strong>dole museografica che è il riflesso<br />

più diretto del clima culturale entro il<br />

quale tale organismo conservativo si è<br />

caratterizzato.<br />

A partire dal 1995, <strong>in</strong> co<strong>in</strong>cidenza con il<br />

novantesimo anniversario della scomparsa<br />

dello Scarabelli, ha preso il via un<br />

progetto di recu<strong>per</strong>o che, nel pieno<br />

rispetto filologico dell’impostazione voluta<br />

dal suo fondatore, oltre al riprist<strong>in</strong>o<br />

espositivo, ha reso possibile sia la<br />

revisione scientifica del patrimonio geologico<br />

e archeologico, sia l’organizzazione<br />

di una serie di mostre e la stampa<br />

dei cataloghi delle collezioni. La fisionomia<br />

del museo - che ha sede al piano<br />

terreno dell’ex complesso conventuale<br />

e chiesastico di San Francesco, assieme<br />

ad altri istituti culturali della città - pur<br />

composita, mostra dunque una forte<br />

impronta naturalistica che gli deriva<br />

dall’essere i nuclei dedicati alle scienze<br />

naturali il segmento patrimoniale maggiormente<br />

caratterizzante.<br />

Nel vasto salone d’accesso si susseguono<br />

alcune raccolte di grandissimo valore,<br />

fra le quali vanno menzionate la collezione<br />

ornitologica composta specialmente<br />

da avifauna locale, la collezione<br />

entomologica Pirazzoli ricca di oltre settemila<br />

specie, l’erbario Tass<strong>in</strong>ari, l’<strong>in</strong>teressante<br />

e suggestivo <strong>in</strong>sieme di oggetti<br />

etnografici provenienti da diversi paesi<br />

del globo. Il settore naturalistico comprende,<br />

ancora, numerosi re<strong>per</strong>ti zoologici<br />

sia di tipo scheletrico che <strong>in</strong> forma<br />

tassidermizzata, lepidotteri, rettili,<br />

una collezione di malacofauna di acque<br />

locali, dal Mediterraneo e dal Mar Rosso,<br />

diverse campionature di m<strong>in</strong>erali,<br />

fossili e pietre dure orig<strong>in</strong>arie della<br />

penisola italiana e di altre parti del mondo.<br />

Grande articolazione presenta la<br />

raccolta geologica e paleontologica<br />

costituita dallo Scarabelli.<br />

Fra le rocce, i fossili e i resti osteologici<br />

di maggiore rilievo scientifico si hanno<br />

i campioni delle varie formazioni geologiche<br />

marchigiane e dell’Appenn<strong>in</strong>o<br />

tosco-romagnolo, la flora e la fauna fossili<br />

delle filliti del Senigalliese, la celebre<br />

“Fauna di Imola” a mammiferi terrestri<br />

del Quaternario. Alle esplorazioni<br />

condotte dallo Scarabelli <strong>in</strong> territorio

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