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Musei in Emilia-Romagna - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e ...

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Prov<strong>in</strong>cia di Ferrara MUSEI IN EMILIA-ROMAGNA<br />

139<br />

storiche del territorio mesolano. Un<br />

<strong>in</strong>teressante modello <strong>in</strong> scala della torre<br />

mostra il funzionamento delle porte<br />

v<strong>in</strong>ciane nel regolare afflusso e deflusso<br />

delle acque.<br />

(g.b.p.)<br />

E. Mantovani (a cura), Guida al Centro di Educazione<br />

Ambientale-Castello dei Mesola, Ferrara<br />

1991.<br />

38<br />

Ostellato<br />

Museo Civico di Storia Naturale<br />

del delta del Po<br />

Il museo, con una su<strong>per</strong>ficie attuale di<br />

circa 900 metri quadri, presenta alcune<br />

raccolte di notevole <strong>in</strong>teresse ornitologico<br />

con oltre c<strong>in</strong>quemila re<strong>per</strong>ti appartenuti<br />

a valenti tassidermisti.<br />

Esemplari provengono anche dalle collezioni<br />

di Vittorio Emanuele II e III di<br />

Savoia.<br />

Le sezioni museali illustrano <strong>in</strong> modo didattico<br />

la geomorfologia dell’area deltizia<br />

con riferimento alla fauna ornitologica<br />

ed ittica delle acque <strong>in</strong>terne, con<br />

l’ausilio di alcuni acquari.<br />

Nel museo, la cui gestione è affidata<br />

all’Associazione “A.R.C.A. 113 Ecologico”,<br />

si organizzano ciclicamente mostre<br />

di carattere scientifico e divulgativo, ma<br />

anche rassegne nei campi dell’arte e<br />

dell’illustrazione sulle tematiche naturalistiche.<br />

(s.v.)<br />

39<br />

Sant’Agost<strong>in</strong>o<br />

(Dosso)<br />

Centro Polifunzionale<br />

“Ferruccio Lamborgh<strong>in</strong>i”<br />

Inaugurato nel 1995 il Centro è una<br />

moderna struttura architettonica costruita<br />

accanto a uno degli stabilimenti<br />

<strong>in</strong>dustriali del gruppo Lamborgh<strong>in</strong>i.<br />

Dest<strong>in</strong>ato ad ospitare, nella parte soppalcata,<br />

<strong>in</strong>iziative promozionali e convegni,<br />

dedica tutto lo spazio espositivo<br />

a una selezione dei prodotti del marchio,<br />

a partire dal 1946 f<strong>in</strong>o alla produzione<br />

recente.<br />

I materiali sono stati raccolti da Ton<strong>in</strong>o<br />

Lamborgh<strong>in</strong>i, figlio di Ferruccio, <strong>per</strong> documentare<br />

l’es<strong>per</strong>ienza imprenditoriale<br />

del padre.<br />

In mostra figurano una vent<strong>in</strong>a di esemplari<br />

tra i più significativi della produzione<br />

di trattori <strong>per</strong> l’agricoltura a com<strong>in</strong>ciare<br />

dalla fase pionieristica dell’immediato<br />

dopoguerra, con i piccoli<br />

“Carioca”.<br />

Per quel che riguarda le automobili sportive,<br />

sono esposti alcuni celebri modelli,<br />

tra i quali la leggendaria “Miura”.<br />

L’esposizione è corredata da una ricca<br />

documentazione fotografica sulla storia<br />

imprenditoriale ed umana di Ferruccio<br />

Lamborgh<strong>in</strong>i strettamente <strong>in</strong>trecciata<br />

alle vicende dell’azienda e dell’Italia del<br />

dopoguerra.<br />

(p.t.)<br />

40<br />

Vigarano Ma<strong>in</strong>arda<br />

Esposizione del Progresso<br />

Agricolo “Enzo Cavallari”<br />

La mostra <strong>per</strong>manente è il risultato delle<br />

ricerche condotte da Enzo Cavallari,<br />

imprenditore agricolo, proprietario dai<br />

primi anni Settanta della grande tenuta<br />

denom<strong>in</strong>ata “la Diamant<strong>in</strong>a”, già appartenuta<br />

agli Este e qu<strong>in</strong>di ai Pallavic<strong>in</strong>i.<br />

Allestita all’<strong>in</strong>terno del palazzo, di fondazione<br />

quattrocentesca, la raccolta,<br />

a<strong>per</strong>ta al pubblico nel 1981, comprende<br />

oggetti di varia provenienza.<br />

Si va da un <strong>in</strong>teressante nucleo di materiale<br />

fotografico storico, <strong>in</strong> gran parte<br />

riguardante le bonifiche f<strong>in</strong>o alla seconda<br />

guerra mondiale, alla documentazione<br />

contabile della tenuta, che si presenta<br />

<strong>in</strong> serie cont<strong>in</strong>ue a partire dal<br />

1870 circa.<br />

Al piano terra dell’edificio è situato il<br />

deposito nel quale trovano asilo provvisorio<br />

alcune macch<strong>in</strong>e agricole talora di<br />

grandi dimensioni.<br />

(m.t.f.)<br />

41<br />

Voghiera<br />

Museo Archeologico<br />

di Belriguardo<br />

Il museo è allestito nella torre della delizia<br />

di Belriguardo, edificata nel 1435 <strong>per</strong><br />

Niccolò III d’Este da Giovanni da Siena<br />

e qu<strong>in</strong>di da Antonio Brasavola. Ampliata<br />

successivamente da Pietro Benvenuto<br />

degli Ord<strong>in</strong>i e Biagio Rossetti <strong>per</strong> il<br />

duca Borso, che commissionò a Cosmè<br />

Tura la decorazione della cappella<br />

(1469-1473), poi demolita da Alfonso II,<br />

la residenza estense venne affrescata<br />

<strong>per</strong> il duca Ercole I da Nicolò Pannizzato<br />

ed Ercole de’ Roberti. Nuovi <strong>in</strong>terventi<br />

ebbero luogo nel XVI secolo ad<br />

o<strong>per</strong>a di Girolamo da Carpi, Garofalo,<br />

Camillo Filippi ed altre maestranze. Dell’antico<br />

splendore della delizia, decaduta<br />

dal 1598 <strong>in</strong> seguito alla devoluzione<br />

alla Chiesa, testimoniano le sei bifore di<br />

gusto tardogotico e gli affreschi c<strong>in</strong>quecenteschi<br />

della Sala delle Vigne o delle<br />

Cariatidi. Negli anni Settanta l’edificio<br />

venne <strong>in</strong> parte acquistato dal Comune di<br />

Voghiera, restaurato ed adibito a biblioteca<br />

e museo.<br />

L’esposizione archeologica è costituita<br />

dai re<strong>per</strong>ti di un abitato e di una necropoli,<br />

qui trasferiti da Voghenza, sito nel<br />

quale sono tuttora visibili resti distribuiti<br />

<strong>in</strong> un’area sepolcrale databile alla prima<br />

metà del II secolo d.C., divisa <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que<br />

rec<strong>in</strong>ti funerari con stele e sarcofagi. Nel<br />

museo sono conservati alcuni corredi<br />

tombali. Tra le più frequenti tipologie di<br />

oggetti figurano coppe <strong>in</strong> ceramica f<strong>in</strong>e,<br />

anfore, vetri, balsamari, monili <strong>in</strong> oro e<br />

ambra e stele funerarie. Viene pure<br />

documentata l’attività di scavo svolta nel<br />

sito archeologico di Voghenza. Nello<br />

stesso palazzo, dal 1993, una sala raccoglie<br />

<strong>in</strong> forma di mostra <strong>per</strong>manente<br />

ventiquattro o<strong>per</strong>e, tra sculture e disegni,<br />

eseguiti tra il 1923 ed il 1963 da Giuseppe<br />

Virgili (1894-1968), scultore nativo<br />

di Voghiera.<br />

(m.l.p./e.l.)<br />

C. Cornelio Cassai, Voghenza: Antiquarium,<br />

«Annali dell’<strong>Istituto</strong> Italiano di Numismatica»,<br />

1979, pp. 223-226; Voghiera, Guida turistica,<br />

Voghiera 1987.

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