Hrvatska zverstva u II. sv. ratu - KrajinaForce
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И ово ћемо све пренети у оригиналу, да се овековечи и да се види да смо<br />
имали оригинал, да смо податке поштено преносили, a не крали (таквих,<br />
нажалост, има сувише у српској емиграцији).Оригинал гласи:<br />
FUOCO SULLE FOIBE<br />
Il 1.luglio 1941, Ante Pavelic emano una solenne dichiarazione (evidentemente<br />
sotto la pressione del Governo italiano): non vi sarebbero state più carneficine. Da<br />
quel momento, le stragi non si contarano. A Korito, distretto di Gako, a Srb, a<br />
Suvania, a Capljina, nel distretto di Stolaz, a Gabela, a Berkovic, Tasowci,<br />
Domanovici, Gracac, nella zona di Topusko- Vrgin Most, a Gospic; in cento altri<br />
luoghi, i serbi furono massacrati a migliaia. Il metodo, adesso, era un altro: tortura<br />
di massa, quindi le vittime precipitate nelle foibe, legate a tre a tre; infine, piazzata<br />
la mitraglia trice all’orlo della foiba, fuoco su quelli che erano ancora in vita. Per<br />
quanto sembri impossibile, qualcuno (una media di uno per trecento) riusciva a<br />
sopravvivere trincerandosi sotto i cadaveri dei compagni e a fuggire dopo aver<br />
simulato la morte per più giorni tra le vittime in decomposizione. Ben cinque<br />
uscirono dalla foiba di Gollubujaci e poterono raccontare ai nostri Comandi -<br />
presso i quali si erano rifugiati - ciò che avevano visto.<br />
La sera del 6 luglio 1941, alcuni soldati italiani che transitavano nei pressi di<br />
Gracac, attratti da un lezzo spaventoso, scoprirono una foiba colma di serbi in<br />
putrefazione. Fra essi un uomo si muoveva, Venne estratto a fatica. Egli racconto,<br />
fra il resto, che il dottor Veljco Torbics subi le seguenti sevizie: gli “ustascia” la<br />
legarono a una panca. Frusta di prammatica. Poi gli tagliarono lunghe, sottili<br />
strisce di carne, misero del sale nelle ferite e lo ricucirono. Compiuta tale atrocità,<br />
gli chesero “se giudicava riuscita bene l'operazione”. Quegli non poteva<br />
rispondere. Era morto. Per questa mancata risposta, il cadavere fu punito con molti<br />
colpi di frusta. Questo fatto avvenne in una località non distante da Gracac, il 3<br />
luglio (forse il 2) 1941.<br />
Inenarrabili sono le atrocità che gli “ustascia” commisero sulle bambine serbe.<br />
Esistono centinaia di fotografie che lo comprovano, perche le sopravvissute alle<br />
percosse, ai colpi di baionetta, allo strappo della lingua e dei denti, delle unghie e<br />
dei capezzoli (e questo si faceva dopo che erano state violentate), raccolte