U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

INTRODUZIONE
Quella stagione del Rinascimento che copre un arco di tempo di
poco superiore al cinquantennio, a cavallo tra Medioevo ed Evo mo­
derno (1470-1530 circa), è caratterizzata da un interesse relativamente
debole per la teoria letteraria, specie da parte di coloro che sono poeti
in prima persona. Ci si impegna in dibattiti che affrontano questioni
generali, come quello, storicamente assai significativo, sul principio di
imitazione o in ricerche filologiche e critiche particolari, che proseguono
la precedente, grande stagione di studi umanistici; mancano però la vo­
lontà e, anzi, l'esigenza stessa di sistemare in un'ordinata teoria com­
plessiva e analitica le singole riflessioni sul linguaggio e sullo stile che
si sono sviluppate e si vengono sviluppando in questi anni. Quanto
alle dottrine retorico-stilistiche e poetiche ereditate dall'antichità, esse
appaiono con ogni probabilità sufficientemente sistematiche e tali co­
munque da rispondere pienamente alle ancora modeste esigenze precet­
tistiche del tempo. Anche se sporadicamente si affacciano dottrine sco­
nosciute alle età precedenti (è il caso delle Idee di Ermogene e della
prima limitata diffusione della Poetica aristotelica), le sistemazioni ci­
ceroniana e quintilianea della dottrina tripartita dello stile e Vars poe­
tica oraziana, a queste solidale, appaiono ancora acquisizioni salde, dif­
ficilmente discutibili e soprattutto esaurienti. Quanto alla produzione
moderna, dopo la remota ma anticipatrice Rhetorica del Trapezuntius
(1435), e quasi contemporaneamente alla Poetica del Vida, le Prose
della volgar lingua del Bembo, pur nella loro struttura ibrida e nella
loro relativa sommarietà riguardo alla trattazione dello stile, possono
costituire la summa di un'età (e, per il volgare, l'inizio di un'età nuo­
va). Non c'è ancora l'esigenza di andare più a fondo nell'analisi e nella