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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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18 INTRODUZIONE<br />

rico, delle enunciazioni <strong>di</strong> principio, o almeno non esplicitamente,<br />

non stabilmente, non completamente 28 .<br />

Così, in un contesto storico-culturale scosso dai sussulti <strong>della</strong> con­<br />

troriforma, dalle mo<strong>di</strong>ficazioni del costume e dell'ideologia favorite<br />

dal processo <strong>di</strong> rifeudalizzazione, complicato da un'ormai stabilmente<br />

precaria con<strong>di</strong>zione socio-professionale degli intellettuali, e nel fervore<br />

delle <strong>di</strong>scussioni teoriche e delle polemiche sulle opere realizzate, chi<br />

come il Tasso — ma certo non solo lui — è attivo sui due versanti teo­<br />

rico e poetico, è costretto a percorrere sino in fondo la strada del con­<br />

fronto con la precettistica antica e moderna, a utilizzare nei limiti del<br />

possibile le suggestioni <strong>di</strong> varia natura provenienti dall'intera tra<strong>di</strong>­<br />

zione epica, ma anche a rivolgersi al linguaggio base del sistema lette­<br />

rario italiano rinascimentale: quello lirico e cioè quello del petrar­<br />

chismo, naturalmente <strong>di</strong> preferenza nella sua versione più aggiornata,<br />

incline alla « gravita », che in definitiva muoveva dalla lezione <strong>della</strong>-<br />

casiana.<br />

Nasce all'incirca così, <strong>di</strong>rei, come problema <strong>di</strong> un genere moder­<br />

no e <strong>di</strong> uno stile altrettanto moderno, che non esistono nella tra<strong>di</strong>­<br />

zione precedente e son tutti da inventare, come esigenza <strong>di</strong> fondare<br />

l'esercizio pratico dell'arte sulla riflessione teorica e sulle norme del­<br />

l'arte, nasce così l'acuto interesse tassiano per la teoria letteraria, e in<br />

particolare l'interesse per la precettistica relativa agli artifici linguistici<br />

e retorici atti a determinare gli stili, quello per il rapporto tra stili e<br />

generi (con tutti i problemi <strong>di</strong> integrazione delle <strong>di</strong>verse dottrine che<br />

tali esigenze portavano con sé), nonché quello ancor più particolare<br />

per i rapporti tra co<strong>di</strong>ce lirico e co<strong>di</strong>ce epico, tra stile lirico e stile<br />

epico. Quest'ultimo rapporto e i problemi connessi sono singolarmen­<br />

te enfatizzati — mi pare — sin dai Discorsi dell'arte poetica, prece­<br />

denti la stesura <strong>della</strong> Gerusalemme liberata, nei quali il terzo libro,<br />

sull'elocutio, è giocato in gran parte sul confronto in parallelo tra li­<br />

rica ed epica (tra Petrarca e Virgilio) e non già, ad esempio, tra epica<br />

e trage<strong>di</strong>a.<br />

Questo insieme <strong>di</strong> questioni costituisce il principale punto <strong>di</strong> par-<br />

28 Cfr. in proposito anche Patterson 1971, specialmente le pp. 119-121, con<br />

le avvertenze già formulate alla nota 18 e notando che nei Discorsi del poema<br />

eroico coesistono sia l'affermazione dell'immutabilità delle leggi dell'arte, sia ele­<br />

menti <strong>di</strong> storicizzazione <strong>di</strong> queste.

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