U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

LE TEORIE CLASSICHE DEGLI STILI 37
complessivamente rimanda al concetto di « mixture of styles », sono
« either mixtures of ideas or ideas which mix with others ». Analoga
distinzione lo studioso propone per le suddivisioni del « mègethos »:
semnòtes e peribolè « ' exist in their own ', thè others appear only in
combination with other ideas » x.
Per ciascuna di queste categorie si danno una definizione, una
serie di esempi e soprattutto — come già si accennava — un elenco ra­
gionato di artifici retorici e grammaticali appropriati. È anche interes­
sante notare che tali artifici vengono classificati secondo uno schema di
otto « parti » — ènnoia, mèthodos, lèxis, schèmata, kòla, synthesis, anà-
pausis e rhythmòs ** — che i trattatisti rinascimentali, che traducono o
rielaborano Ermogene, riproducono costantemente, variandolo tuttavia,
talora per omissione, talora per aggiunta di alcune parti, e mostrando
una certa oscillazione nel tradurre i singoli termini 40 . Comunque, lo
schema risulta sufficientemente chiaro e in definitiva ben assimilato da­
gli autori rinascimentali, anche perché propone, accostati e sistematiz­
zati, concetti e termini non nuovi alla tradizione retorica.
Complessivamente l'insieme delle quindici « ideai » e soprattutto
delle otto parti costitutive di ciascuna, con tutte le indicazioni analiti­
che ivi comprese, costituisce un sistema che, per quanto lo si possa oggi
giudicare confuso e approssimativo, doveva certo rispondere bene al bi-
38 Cfr. Kennedy 1983, pp. 97-98, dove fra l'altro si dice: « As it happens, they
[= thè ideas] are treated in groups which could be identified with thè plain, thè
grand, thè middle, and a mixture of styles, but Hermogenes does not make this
point and apparently thought that such categories, which remain basic in thè
Latiti tradition, were of little use in teaching composition ». La relazione fra
« ideai » e « charactères » tri o quadripartiti rimane, dunque, puramente conget­
turale, vista l'assenza di indicazioni esplicite in merito da parte del retore greco.
Di qui l'assimilazione successiva tra idee ermogeniane e stili di diversa tradizione.
39 La Patterson (1970, p. 27) così lo descrive: « each Idea has a certain Sen-
tence, or subject matter; Method, or principle of organizing that subject matter;
Diction; Figures, or appropriate list of schemes and tropes; Members, or use of
junctures to create phrases and periods of different lenght; Composition, or tex-
ture of vowels and consonants; Cadence; and Number, or rhythm generally ». Cfr.
anche Kennedy 1983, pp. 97-98.
40 Ad esempio, il Trapezuntius (1493, foglio n. iii verso) distingue « senten-
tia », « methodus vel artificium », « compositio », « dictio », « exornatio », « mem-
brum » e « numerus », distinto in « collocatio » (cioè « dictionum numerosa com­
positio ») e « clausola » (cioè « uniuscuiusque orationis aut etiam membri nume­
rosa depositio »); il Cavalcanti (1560, p. 330) distingue «senso, o vero concetto,
parole, compositione, membri, modo, figure, finimento, numero, o vero harmo-
nia ». Il Barbaro (1557, p. 381) parla di « sentenza », « artificio », « parole e voci »,
« figure », « membra », « composizione » e « chiusa o termine ».