U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

e INTRODUZIONE
ta il nome dell'autore così si rivolge a messer Trifone, suo interlocu­
tore:
Se per aventura mai mi cadesse nell'animo di comporre un poema eroico in questa
volgar lingua, in che maniera di verso mi consigliereste voi ch'io scriver ne lo
dovessi? Con ciò sia cosa che se noi vorremo diligentemente riguardare, niente
ci meraviglieremo che di tanti e così nobili ingegni quanti son quelli che non
solamente nella vostra città, ma e nell'altre quasi tutte d'Italia, niuno ve ne ha
che allo scriver eroicamente si dia, ma solamente sonetti e capitoli e novelle. Il
che se ben si riguarda, non per altro verso aviene se non perché essi non hanno
chi s'imitare nel verso se non il Petrarca e Dante, e nelle prose il Boccaccio; i
quali, come sapete, furono i più eccellenti di tutti gli altri scrittori di questa lin­
gua. E non avvenne così a' latini uomini, perciò che essi ebbero nella loro Vergi-
lio grandissimo di tutti i poeti, che l'arme e gli errori d'Enea in così chiaro stile
e così sublime cantò; né mancarono di quegli che l'imitarono avenga che di gran
lunga a lui sieno stati inferiori. Ma chi è egli colui che in questa scrivendo si
debba da' nostri uomini imitare? Certo, se ben si considera, niuno. Perciò che
insino a qui niuno si vede avere scritto poema il quale dirittamente si possa eroico
chiamare, tutto che alcuni i versi d'undici sillabe composti e questi senza la rima
abbino avuto ardimento di nominare eroico J5 .
L'ambito in cui cade l'osservazione del Daniello è all'apparenza assai
limitato — si sta trattando di questioni strettamente metriche e la di­
scussione riguarda l'uso dell'ottava, dell'endecasillabo sciolto o, come
vorrà il Trifone, della terzina dantesca e petrarchesca — ma il suo si­
gnificato va ben oltre: non solo sul piano metrico, né solo su quello
elocutivo, ma su quello stilistico, estetico, ideologico si fa sentire l'as­
senza di modelli concreti (« niuno ve ne ha che allo scriver eroicamente
si dia [...] perché essi non hanno chi s'imitare », « niuno si vede avere
scritto poema il quale dirittamente si possa eroico chiamare »). E non
vale mostrare l'angustia dell'argomentazione, agli occhi di un lettore
moderno, diffidente circa la necessità di modelli per realizzare un'opera
di poesia, che l'affermazione è evidente sintomo di un disagio assai dif­
fuso e ben comprensibile per una civiltà classicistica che aveva appena
impegnato alcuni dei suoi ingegni migliori in una disputa sull'esatta
natura del canone, di per sé non discusso, dell'imitazione.
A questo proposito bisogna precisare — tra parentesi — che fra gli
effetti che la diffusione della poetica aristotelica sortisce è da compren­
dere anche quello di ridimensionare, rispetto all'immediato passato, la
15 Daniello 1536, pp. 314-315. Si intenda: « [verso] eroico ».