U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

IL PROBLEMA DELLO STILE NELLA POETICA DEL TASSO 205
rito, la logica del suo sistema, la complessità delle sue partizioni stili­
stiche, che faranno la loro comparsa viceversa nei Discorsi del poema
eroico, nei limiti che vedremo 68 . I Discorsi dell'arte poetica, insomma,
sono in larga parte sotto il segno dello pseudo-Demetrio per quanto ri­
guarda la problematica dello stile.
4. - Non rimane, prima di accennare rapidamente alla precetti­
stica specifica, che prendere in considerazione due questioni. La prima
riguarda ancora la possibile commistione di megaloprepès e deinòs nello
stile epico. La possibilità di un'oscillazione nell'ambito del poema eroico
verso la « semplice gravita » appropriata al codice tragico si connette
forse con la particolare predilezione che il Tasso mostra nei confronti
di Virgilio, di cui apprezza — come ha notato il Raimondi — « l'acume
il nerbo e la brevità », che
non costituiscono solo il fondamento della figurazione epica ma anche l'ideale di
una scrittura, il metro di una sensibilità nervosa e drammatica, che può trovare
in Demostene un secondo maestro, tanto più se a mediarlo è Demetrio, così at­
tento ai valori della « brevitas » e della « gravitas », dell'« oratio brevis » che in
quanto tale sarà « vehementior et acrior » e ammiratore convinto, come rileva il
Vettori, della « vis facultasque dicendi incredibilis » dell'oratore greco 69 .
Sarà da notare, nell'enunciato del critico, come la sottolineatura della
« sensibilità nervosa e drammatica », rispetto all'ideale di « scrittura »,
si inquadri nell'ambito della teoria tassiana del « concetto »; e come il
valore della « brevitas » (qui associato alla « gravitas » e alla coppia
« vehementior et acrior » che, com'è noto, è quella con cui il Vettori
traduce la deinòtes pseudo-demetriana) sia proprio, secondo lo pseudo-
loprepès (e gli artifici nominati sono sostanzialmente quelli contemplati dallo
pseudo-Demetrio e in parte esaminati a proposito della Lezione).
68 Forse si potrebbe giungere a intravedere nella complessa varietà di stili
retorici che si affaccia alla mente del Tasso l'esigenza di un incontro con la teo­
ria ermogeniana che, per quanto non esente da confusioni, introducendo una mol­
teplicità di categorie stilistiche pure, più di ogni altra poteva dare un nome a
tale complessa varietà. Ma, da un lato, la dottrina ermogeniana doveva apparire
al Tasso più difficilmente compatibile di quella pseudo-demetriana con la dottrina
tripartita dello stile, e, dall'altro, anche volendo rinvenire una tale esigenza, il
fatto che essa resti inappagata porterebbe caso mai a evidenziare ulteriormente
come, a questo stadio della riflessione tassiana, il non accoglimento del sistema
del tardo retore greco significhi una consapevole rinuncia.
69 Raimondi 1978, p. 137.