U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...
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150 CAPITOLO 3<br />
materia stilistica) per opere scritte in tal lingua? Contro questa presa,<br />
<strong>di</strong> posizione si schieravano i non pochi assertori, oltre che dell'eccellen<br />
za assoluta <strong>della</strong> tra<strong>di</strong>zione greco-latina, anche dell'universalità e atem<br />
poralità delle regole dell'arte, trasferibili pari pari — a loro giu<strong>di</strong>zio —<br />
dal concreto modello omerico, o da quello teorico aristotelico, ai poemi<br />
italiani. Il Giral<strong>di</strong> con queste affermazioni, pone dei limiti al regolismo<br />
in generale, <strong>di</strong>fende il valore <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione letteraria ormai autore<br />
vole, polemizza contro i teorici angustamente aristotelici e contro i ri<br />
gi<strong>di</strong> imitatori <strong>della</strong> tra<strong>di</strong>zione omerica e afferma il principio generalis<br />
simo <strong>della</strong> storicità e contestualità delle regole dell'arte. È una presa <strong>di</strong><br />
posizione importante nell'ambito <strong>di</strong> un <strong>di</strong>battito che sempre più si spo<br />
sterà sul contenuto dei precetti o sull'interpretazione <strong>di</strong> singoli passi del<br />
le auctoritates antiquae**.<br />
Quanto al bembismo il riferimento è assai frequente sia in forma<br />
esplicita che implicita — ne abbiamo già visto qualche caso — e riguar<br />
da tanto il Bembo teorico quanto il Bembo poeta, tanto questioni par<br />
ticolari (come ad esempio la « natura delle voci » e la loro « <strong>di</strong>cevole<br />
giacitura » (p. 108), o il « numero » in generale, o la frequenza delle<br />
rime, o altre questioni linguistiche) quanto, soprattutto <strong>di</strong>rei, il gusto=<br />
più in generale, lo spirito armonicistico, l'apprezzamento delle forme<br />
proporzionate, equilibrate ed euritmiche che specialmente contrad<strong>di</strong>stin<br />
guono la lezione bembiana e la sua fortuna primo e me<strong>di</strong>o-cinquecen<br />
tesca. In ciò si associano naturalmente gli insegnamenti oraziani e cice<br />
roniani 95 . È questo dello spirito armonicistico un capitolo <strong>della</strong> tratta-<br />
94 Sul problema dell'imitazione il Giral<strong>di</strong> Cinzio ritorna anche in seguito (pp.<br />
138-142) in modo più tecnico e in apparenza più angusto, affermando ad esem<br />
pio che del modello si debbono tener presenti tutti gli aspetti ed imitar or<strong>di</strong>na<br />
tamente e armonicamente tutti gli elementi. È una riproposta dell'idea dell'imi<br />
tazione integrale del modello, cosi come concepita ad esempio dal Bembo, da in<br />
tendersi correttamente, però, come un invito a leggere in profon<strong>di</strong>tà i testi degli<br />
auctores, comprendendone e cogliendone non solo alcuni elementi <strong>di</strong> superficie<br />
ma il valore complessivo, la complessiva armonizzazione <strong>di</strong> tutti i livelli testuali<br />
(« la imitazione adunque deve esser tale che abbia proporzione coli'esempio che<br />
si ha preposto lo imitatore, ed a lui convenga non in uno o due membra ma in<br />
tutte le parti, etc. », p. 141). Si intende anche che si tratta <strong>di</strong> un'operazione pro<br />
pedeutica, scolastica, parte <strong>di</strong> quell'esercitarsi su cui altrove il Giral<strong>di</strong> aveva insi<br />
stito, prima <strong>di</strong> poter spiccare liberamente il volo (si veda la metafora dei « pic-<br />
cioli augelli » a p. 142). È insomma non un irrigi<strong>di</strong>mento del concetto <strong>di</strong> imita<br />
zione, ma un invito a conoscere meglio per meglio emulare, pienamente consono-<br />
alle posizioni espresse in precedenza, nel corso del trattato.<br />
95 Cicerone e Grazio, con Aristotele sono i teorici antichi più frequentemente<br />
utilizzati e citati.