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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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52 CAPITOLO 1<br />

che e grammaticali <strong>di</strong> ciascuno stile, che probabilmente è tra i motivi<br />

<strong>della</strong> loro fortuna rinascimentale. Un altro elemento che le accomuna e<br />

le <strong>di</strong>stingue dalle teorie tripartite dello stile è la sostanziale risoluzione<br />

o non attivazione dell'opposizione stili / virtù stilistiche (secondo alcu­<br />

ni le « ideai » <strong>di</strong> Ermogene sono « virtutes », e i « charactères » dello<br />

pseudo-Demetrio dalle « virtutes » derivano o con le « virtutes » si con­<br />

fondono): entrambi i retori, comunque, mostrano <strong>di</strong> privilegiare nella<br />

definizione degli stili gli aspetti qualitativi rispetto a quelli puramente<br />

estensionali.<br />

7) II recupero <strong>di</strong> tali dottrine in età rinascimentale comporta un<br />

certo numero <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> ambiguità e confusione classificatoria e ter-<br />

minologica, dovuti in parte all'ambiguità <strong>della</strong> fonte (soprattutto per<br />

Ermogene che propone una dottrina più articolata ma anche più con­<br />

fusa, specie per l'idea <strong>della</strong> « deinòtes » che è concepita al tempo stesso<br />

come idea specifica e come sintesi <strong>di</strong> tutte le altre idee, sfumando nel<br />

concetto <strong>di</strong> « prèpon ») e in parte alle <strong>di</strong>fficoltà dei teorici rinascimen­<br />

tali <strong>di</strong> dare un'or<strong>di</strong>nata e precisa sistemazione a tutto l'ingente e con-<br />

trad<strong>di</strong>ttorio materiale retorico antico che si trovavano a utilizzare. No­<br />

tevole in particolare è il fatto che i teorici rinascimentali affrontino tali<br />

dottrine muovendo da una consolidata tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> analisi tripartita<br />

dello stile (tre stili e complesso <strong>di</strong> « virtutes »), e a questa tra<strong>di</strong>zione<br />

tendenzialmente cerchino <strong>di</strong> ridurre o in questa tra<strong>di</strong>zione cerchino <strong>di</strong><br />

innestare anche le ' nuove ', <strong>di</strong>vergenti dottrine. Alcune delle ambi:<br />

guità terminologiche <strong>di</strong> cui si è <strong>di</strong>scorso riguardano concetti fondamen­<br />

tali per le teorie estetiche e poetiche rinascimentali: ad esempio i con­<br />

cetti <strong>di</strong> grandezza, gravita, magnificenza, bellezza, soavità dello stile, ma<br />

soprattutto quello <strong>di</strong> gravita che via via è ricondotto al « genus gran­<br />

de » delle teorie tripartite, a una specifica « virtus » stilistica, alle idee<br />

ermogeniane <strong>di</strong> « semnòtes » (compresa in quella più generale <strong>di</strong> « mè-<br />

gethos ») e <strong>di</strong> « deinòtes » (stile specifico o sintesi <strong>di</strong> tutti gli stili se­<br />

condo « decorum » o « prèpon »), allo stile « deinòs » (terribile) o al<br />

« megaloprepès » dello pseudo-Demetrio.<br />

8) Sulla base <strong>di</strong> queste ambiguità terminologiche, classificatorie,<br />

concettuali e sulla base <strong>di</strong> questa complessa problematica degli stili de­<br />

rivata dal mondo classico i teorici rinascimentali fonderanno le proprie,<br />

<strong>di</strong>versamente originali teorie dello stile ed affronteranno il problema ul­<br />

teriore <strong>di</strong> accordare nell'ambito delle poetiche la teoria degli stili con<br />

quella, peculiare del proprio tempo, dei generi letterari.

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