U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

INTRODUZIONE 13
di fatto nella Conquistata, cedendo alle pressioni dell'ambiente e alle
proprie costitutive insicurezze, ma anche probabilmente approfondendo
alcune delle premesse che lo avevano portato a ripudiare la tradizione
romanzesca.
C'erano, tuttavia, e restavano, gli antichi. C'era la tradizione ome­
rica, che trovava entusiastici fautori ed imitatori e che meglio di ogni
altra pareva allora incarnare l'ideale di « poema regolare », non foss'al-
tro perché questo ideale veniva desunto dalla Poetica aristotelica, che
ovviamente quella tradizone descriveva e su quella fondava la propria
.teorizzazione 21 . E c'era Virgilio, al vertice della tradizione latina, pre­
sto assunto da molti, per ragioni di affinità di gusto e di linguaggio,
come modello supremo o almeno come « miglioramento » della tradi­
zione omerica 22 . Ma VEneide rimane egualmente lontana dai cinquecen­
tisti, che non la possono assumere come modello diretto; diretto, per
intendersi, come diretti erano stati i modelli epistolografici, dialogici e
per sin lirici antichi per gli umanisti, o come diretto era il modello pe­
trarchesco per i lirici del primo e medio Cinquecento. VEneide rimane
lontana per l'argomento, il costume, la concezione del mondo e della re­
ligione in particolare (son questi del resto i campi in cui è comunque
lecito l'aggiornamento, la modernizzazione dei modelli, anche per la
schiera di teorici che tengono fermo il principio dell'immutabilità del­
le leggi dell'arte M ) e per svariati altri motivi, che in parte trovano eco
nella trattatistica sull'argomento. E non da ultimo perché scritta in la­
tino. Il Tasso, ad esempio, già nei giovanili Discorsi dell'arte poetica,
in un contesto in cui pur mira a difendere proprio l'atemporalità e
21 Tuttavia anche questa tradizione veniva sottoposta ad un processo di « mo­
dernizzazione », che mostra i limiti dell'accoglimento del modello omerico (sostan
zialmente VIliade] nel Cinquecento. Sulla fortuna della tradizione omerica e sulla
sua « modernizzazione », cfr. soprattutto Baldassarri 1982 a.
22 Cfr. ancora Baldassarri 1982 a, p. 18, che parla di « un'Eneide non arche­
tipo alternativo della tradizione epica, ma ' miglioramento ' di Omero, testimo­
nianza straordinaria di un adeguamento dell'Iliade alle esigenze ' moderne ', esem­
pio autorevole e autorizzante per tentativi analoghi nel corso del Cinquecento ».
23 In linea di massima, per ovvi motivi, sostengono questo principio quanti
si ispirano prioritariamente ai modelli antichi e propugnano l'idea di un poema
« regolare », mentre diversamente la pensano i fautori del poema romanzesco, che
affermano, esplicitamente o di fatto, la storicità delle « regole » e delle leggi della
produzione artistica. Ma bisogna avvertire che si tratta di una questione assai com­
plessa. Cfr. anche più avanti (ad es. nota 24 e 27).