U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

LE TEORIE DEGLI STILI E LA TEORIA DEI GENERI 119
non sono le medesime, vogliono nondimeno significare il medesimo », p.
347), ma anche la frequenza di « congiuntioni »; le perifrasi; qualche
« vaga similitudine & interrogatione »; le facezie, i bisticci, gli isocola
(questi due ultimi qui nominati espressamente, per quanto già poten­
zialmente compresi nella parte sulle ripetizioni e sulle simmetrie), gli
omoteleuti, le antitesi; varie figurae sententiae e, infine, la litote*.
Quanto al numero esso « debbe essere tale che paia che e' penda nell'har-
monia del verso, havendosi però riguardo a non cader nel verso & nel
numero poetico ». La bellezza — si intende — è una forma altamente ar­
tificiosa, che ricerca l'armonia, l'euritmia, la concinnità*, ma, come da
tradizione, bisogna guardarsi dall'affettazione e perciò ricorrere alla va-
riatio e al temperamento, specie per quegli ornamenti (isocola, omote­
leuti, antitesi, bisticci) che già altrove il Cavalcanti aveva, anche qui se­
condo tradizione, definito « gorgiani », e che son tali che se « troppo
frequentemente & scopertamente usati potrebbono far parer quella bel­
lezza affettata & più tosto diminuirebbono che accrescerebbono la sua
naturai dispositione, generando insieme satietà & fastidio» (p. 438) 51 .
La « glykytes » o « dolcezza », che è una delle forme particolari
del?« éthos », è abbastanza simile alla « bellezza », ma ha un minor
grado di artificiosità: infatti è una sorta di commistione di purità, sem­
plicità (da cui si attingono parole, modo e figure) e bellezza (da cui si
attingono testura e figure); minor incidenza, infine, ha la degnità da cui
si attingono finimento e numero (clausole di almeno tre sillabe). Pecu­
liari di questa forma sono i concetti, cui si addicono narrazioni favolose,
argomenti soavi, lodi degli antichi, di sé, dei fanciulli, tutto ciò che ap­
pare piacevole (mentre la bellezza non ha concetti suoi propri, è cate-
50 II Trapezuntius sinteticamente: « Schemata pulchra sunt: repetitiones, con-
versiones, reversiones, gradationes, traductiones, membra, disiunctiones, transgres-
siones, circuitiones, coniugatae partitiones, innovationes, per negationem affirmatio,
convolutio » (1493, foglio p ii vs).
51 L'ammonizione alla varietas è già nel Trapezuntius (1493, foglio p iii vs),
da cui il Cavalcanti spesso attinge. Si consideri anche quanto scrive la Patterson:
« Beauty uses an elegantly polished Diction, but avoids long, difficult, or awe-
inspiring words. Whereas Magnificence uses an even rhythm for thè sake of di-
gnity, and Clarity does so to avoid distraction from thè sense, Beauty elevates
smoothness of Number into its most characteristic virtue, and seeks above ali
things a smooth sweet flow of sound. Similarly whereas Circumlocution ìs marked
by its use of thè figures of complex syntax, which demand alertness in thè audience
and command its respect, Beauty is marked instead by figures which are audibly
pleasing, emotionally moving in a mild way, but not intellectually demanding,
sudi as epanastrophe or epanaphora» (1970, p. 54).