U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...
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268 CAPITOLO 5<br />
sono un'espansione del terzo dei Discorsi dell'arte poetica, vengono so<br />
prattutto ampliate la parte relativa alla trattazione dei « nomi » (meta<br />
fora, epiteti, forestierismi, arcaismi, etc.), cui fa da premessa un pa<br />
ragrafo in parte nuovo sulla virtù <strong>della</strong> chiarezza e sui suoi rapporti<br />
con l'oscurità, e quella relativa alla definizione e all'esemplificazione dei<br />
singoli artifici retorici 81 . Significativi sono alcuni dati: in tutta l'opera,<br />
innanzi tutto, si moltiplicano i riferimenti ai trattatisti antichi e moderni<br />
e le <strong>di</strong>scussioni con loro su questioni e tesi particolari, segno che il<br />
Tasso vuoi utilizzare tutta la sua dottrina e non lasciar nulla <strong>di</strong> ingiu<br />
stificato. Egli poi, specie in materia <strong>di</strong> stile, sembra esplicitamente pro<br />
porsi <strong>di</strong> giungere a quella sintesi organica delle teorie antiche <strong>di</strong> cui si<br />
è precedentemente <strong>di</strong>scorso, senza peraltro rinunciare all'originalità del<br />
suo sistema: in un certo senso le due cose potevano ben andare <strong>di</strong> pari<br />
passo, in una prospettiva <strong>di</strong> eclettismo classicistico qual è in definitiva<br />
quella tassiana. Anche a prescindere dagli apporti personali — comun<br />
que dedotti, nelle intenzioni, da più generali principi classici — l'orga<br />
nica sistemazione, la summa degli insegnamenti degli antichi, <strong>di</strong>sprez<br />
zati da un Salviati, doveva avere <strong>di</strong> per se stessa agli occhi del Tasso,<br />
anche per la <strong>di</strong>fficoltà dell'impresa, un carattere <strong>di</strong> meritoria originalità.<br />
Fatto sta che la trattazione aristotelica dei « nomi », ampliata come si<br />
è detto, è associata ad un'ampia trattazione degli artifici retorici <strong>di</strong><br />
impianto essenzialmente pseudo-demetriano, una trattazione cioè in cui<br />
gli artifici non sono proposti come un semplice catalogo unitario, ma<br />
sono presentati sud<strong>di</strong>visi stile per stile, come un catalogo cioè degli ar<br />
tifici appropriati a ciascuno stile, all'interno del quale risultano poi pos<br />
sibili il confronto e la contaminazione con altri modelli. Rispetto ai<br />
Discorsi dell'arte poetica, che presentano una struttura simile, risultano<br />
significativi alcune importanti novità nella classificazione, il catalogo<br />
81 Cfr. Tasso, Discorsi del poema eroico, pp. 179 e segg. (del problema <strong>della</strong><br />
chiarezza si parla soprattutto alle pp. 181-185). Di completamente nuovo (o quasi)<br />
ci sono anche alcuni cenni su proposizione e invocazione (pp. 172-177) e la classi<br />
ficazione delle « parti dell'elocuzione » (pp. 178-179), nonché le significative intro<br />
duzioni ai libri V e VI, alcune <strong>di</strong>gressioni e varie pagine conclusive de<strong>di</strong>cate a un<br />
paragone tra Omero, Virgilio e Dante, alle forme viziose, al metro del poema<br />
eroico e infine a un paragone tra poema eroico e trage<strong>di</strong>a in merito alla loro eccel<br />
lenza. Molte <strong>di</strong> queste aggiunte intendono colmare presunte lacune del testo gio<br />
vanile e, comunque, contribuiscono a dare una veste più sistematica al <strong>di</strong>scorso<br />
tassiano. Come <strong>di</strong> consueto i riman<strong>di</strong> alle pagine <strong>di</strong> quest'opera saranno forniti<br />
tra parentesi nel testo. Nel caso <strong>di</strong> citazioni dai Discorsi dell'arte poetica, comun<br />
que tratti dal medesimo volume a cura <strong>di</strong> L. Poma, premetterò l'in<strong>di</strong>cazione del<br />
l'opera quando questa non sia contestualmente chiara.