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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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271<br />

pera d'arte K in quanto il poeta è uomo civile e come tale deve badare<br />

all'utile e cioè in<strong>di</strong>rizzare il <strong>di</strong>letto, specifico fine <strong>della</strong> sua attività, a<br />

un fine superiore extra-artistico, per altro verso enfatizza contempora­<br />

neamente anche il motivo — per certi versi opposto — <strong>della</strong> meraviglia<br />

come fine specifico del poema eroico. In questo caso è da sottolineare<br />

come sia carica <strong>di</strong> significato proprio la conferma e anzi lo sviluppo <strong>di</strong><br />

una posizione espressa nella redazione precedente.<br />

Ma una mo<strong>di</strong>ficazione forse <strong>di</strong> maggior rilievo è pur presente a<br />

questo proposito nei Discorsi del poema eroico, e riguarda proprio il<br />

nesso tra meraviglia, meraviglioso tematico e stile. Innanzi tutto cade<br />

la citata affermazione che « la meraviglia [...] nasce solo dalle cose su­<br />

blimi e magnifiche », con la relativa connessione con lo stile corrispon­<br />

dente. Ora il Tasso riconosce che la meraviglia può essere prodotta da<br />

molte cause, anche dal brutto (« ci meravigliamo de' nani e delle brutte<br />

vecchie c'hanno volto <strong>di</strong> bertuccia », p. 229), ma poi precisa:<br />

benché la meraviglia nasca dall'una e dall'altra poesia, cioè da quella ch'imita le<br />

cose brutte e da quella che rasomiglia le belle, non<strong>di</strong>meno non è così propria del­<br />

l'una come dell'altra: perché tosto suoi mancare la meraviglia delle cose brutte,<br />

le quali con la novità perdono ancora l'estimazione, ma la meraviglia delle cose<br />

belle è più durevole e <strong>di</strong> maggiore estima. E bellissimo oltre tutti gli altri è<br />

l'eroico, laonde questo <strong>di</strong>letto è suo proprio. E ancora il poema eroico è magni­<br />

ficentissimo, e per questa altra ragione ancora le si conviene (p. 230).<br />

Il Tasso — siamo all'inizio del sesto libro — sta ragionando esplicita­<br />

mente dell'« idea del bello » nell'ambito <strong>della</strong> trattazione <strong>di</strong> una forma<br />

stilistica quale l'ornata (che vedremo in gran parte coincidere con lo<br />

stile glaphyròs pseudo-demetriano e con l'idea ermogeniana <strong>della</strong> bel­<br />

lezza). Pertanto non può non risultare significativa la correzione appor­<br />

tata ai giovanili Discorsi: la meraviglia propria del poema eroico si con­<br />

nette sia alle cose belle che alle magnifiche e, per estensione, sia alla<br />

bellezza che alla magnificenza anche come categorie stilistiche; il poema<br />

eroico è « bellissimo » e « magnificentissimo ». Tant'è che poche righe<br />

più avanti, dopo aver ricordato in parallelo l'opinione del Fontano che<br />

vuole che l'« admiratio » sia fine <strong>di</strong> ciascun poeta, e quella del Fraca-<br />

storo che al poeta assegna « per fine l'idea del bello », precisa, con in­<br />

dubbio riferimento alla teoria ermogeniana e quin<strong>di</strong> a categorie speci­<br />

ficamente stilistiche:<br />

93 Anche qui enfatizzando una breve nota giovanile. Cfr. Discorsi or fé poe­<br />

tica, pp. 8-9.

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