U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...
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IL PROBLEMA DELLO STILE NELLA POETICA DEL TASSO 167<br />
<strong>di</strong> interpretare un rinnovamento teorico in atto e in<strong>di</strong>rizza la sua pole<br />
mica non tanto verso Dante, quanto verso quella schiera <strong>di</strong> poeti che<br />
imitano passivamente i modelli consacrati M .<br />
Si precisa, così, un precedente spunto polemico contro<br />
questa novella schiera <strong>di</strong> poeti, ch'ora comincia a sorgere; i quali quando abbia<br />
no imitato nel Casa la <strong>di</strong>fficultà delle desinenze il rompimento de' versi, la du<br />
rezza delle construzioni, la lunghezza delle clausule, e il trapasso d'uno in un altro<br />
quaternario, e d'uno in un altro terzetto, ed in somma la severità (per così chia<br />
marla) dello stile, a bastanza par loro ciò aver fatto: ma quel che è in lui mara-<br />
viglioso, la scelta delle voci e delle sentenze, la novità delle figure, e particolar-<br />
mente de' traslati, il nerbo, la grandezza e la maestà sua, o non tentano, o non<br />
possono pur in qualche parte esprimere; simili, a mio giu<strong>di</strong>cio, a coloro de' quali<br />
parla Cicerone nell'Orrore, che volendo esser tenuti imitatori <strong>di</strong> Tuci<strong>di</strong>de, in lui<br />
niente altro che le cose men degne imitavano (p. 117).<br />
Non inganni la conclusione del <strong>di</strong>scorso e in particolare il « men de<br />
gne », riferito, nella similitu<strong>di</strong>ne, alla prima serie <strong>di</strong> artifici elocutivi,,<br />
che torneranno puntualmente nella descrizione, in positivo, delle carat<br />
teristiche salienti dello stile magnifico realizzato dal Casa: l'espressione<br />
non in<strong>di</strong>ca <strong>di</strong>sprezzo nel Tasso nei confronti <strong>di</strong> quei particolari artifici,<br />
ma semplicemente enfatizza la subor<strong>di</strong>nazione dell'elocutio (« instro-<br />
mento ») alla sentenfia (« il fine »), nella determinazione dello stile. Se<br />
l'analisi tassiana si mostra acuta nell'in<strong>di</strong>viduare le caratteristiche sa<br />
lienti delle scelte formali <strong>della</strong>casiane, essa si mostra altrettanto acuta<br />
nell'in<strong>di</strong>viduare la poesia del Casa come modello <strong>di</strong> una nuova <strong>di</strong>sposi<br />
zione sentimentale e morale, severa e perplessa, che rispetto al petrar<br />
chismo me<strong>di</strong>o-cinquecentesco attribuisce una rinnovata autenticità ai<br />
conflitti intcriori dell'in<strong>di</strong>viduo e soprattutto inaugura una sensibilità<br />
nuova, liberandosi in parte dei più comuni stereotipi petrarcheschi e<br />
dando sostanza al <strong>di</strong>ffuso ma ancor generico orientamento <strong>di</strong> gusto volto<br />
a privilegiare la gravita formale. Rispetto a questo atteggiamento esi<br />
stenziale, le scelte elocutive del Casa, com'egli avrà modo <strong>di</strong> riba<strong>di</strong>re,<br />
appaiono al Tasso perfettamente congruenti e convenienti, orientate<br />
cetti (da p. 120), composizione delle parole (da p. 125) e figure (da p. 129). Più<br />
articolata, ma sostanzialmente omogenea a quella pseudo-demetriana, come si è<br />
visto nel capitolo precedente, è quella ermogeniana.<br />
14 È da ricordare, col Sozzi, « nella parentesi veneziana del 1559-1560, la<br />
risposta del Tasso all'ariostesco Ver<strong>di</strong>zzotti: ' chi andrà <strong>di</strong>etro ad alcuno non gli<br />
potrà mai camminar innanzi ' » (Sozzi 1955, p. 10). <strong>La</strong> presa <strong>di</strong> posizione tassiana<br />
si inquadra nel passaggio, già sommariamente descritto, dall'imitazione alle regole.