U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...
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120 CAPITOLO 3<br />
goria eminentemente formale); e i membri che devono essere me<strong>di</strong>ocrf<br />
e soavemente accostati e connessi sz .<br />
Non resta, per il fine che mi propongo, che esaminare la « deinò-<br />
tes ». Già sappiamo quali gravi elementi <strong>di</strong> ambiguità la trattazione er-<br />
mogeniana <strong>di</strong> questa settima forma inducesse nei teorici cinquecente<br />
schi, incerti nel tradurre il termine, indotti talora ad<strong>di</strong>rittura a soppri<br />
merla del tutto, o esplicitamente critici, come nel caso dello Scaligero.<br />
<strong>La</strong> « deinòtes » pseudo-demetriana, caratterizzata dalla terribilità, e la<br />
« deinòtes » ermogeniana, incerta se essere una forma autonoma o l'uso<br />
<strong>di</strong> tutte le forme precedenti secondo decorum, tanto da rappresentare<br />
genericamente l'eccellenza oratoria, <strong>di</strong>fficilmente potevano venir assimi<br />
late, anche se portavano lo stesso nome. D'altro canto la sostanziale<br />
opposizione tra « megaloprèpeia » e « deinòtes » del sistema dello pseu-<br />
do-Demetrio già trovava un parziale riscontro nella fondamentale oppo<br />
sizione, che ho appena rilevato, all'interno del « mègethos » ermogenia-<br />
no, tra « semnòtes » e « lampròtes » (più vicine alla prima), da un lato,,<br />
e « trachytes » e « sphodròtes » (più vicine alla seconda), dall'altro. In-<br />
somma, trattazioni probabilmente lontane <strong>di</strong> molti secoli, assai <strong>di</strong>versa<br />
mente strutturate, anche se non prive <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> somiglianzà sut<br />
piano precettistico, e tali da riflettere l'evoluzione semantica del termine<br />
« deinòtes », quale si è descritta con l'ausilio del Morpurgo Tagliabue<br />
nel primo capitolo, dovevano necessariamente imbarazzare i teorici ri*<br />
nascimentali, che erano portati a collocarle sul medesimo piano <strong>di</strong> auc-<br />
toritates antiquae.<br />
<strong>La</strong> Patterson ci illustra sinteticamente la trattazione originale er<br />
mogeniana <strong>della</strong> « deinòtes ». Il retore greco comincia con l'affermare<br />
che, « in his opinion, deinòtes means nothing other than thè right use<br />
of ali thè previously described Ideas » 5Ì . Poi <strong>di</strong>scute la tra<strong>di</strong>zione an-<br />
52 In generale sulla problematica categoria dell'« éthos » si veda l'argomenta<br />
zione <strong>della</strong> Patterson (1970, pp. 57-64); sul rapporto tra bellezza, dolcezza e verità-<br />
si veda, ivi, il cap. 5.<br />
53 Patterson 1970, p. 178 (per le successive citazioni da questo volume i ri<br />
man<strong>di</strong> alla pagina saranno dati tra parentesi nel testo). Cfr. Delminio 1594 (I e<strong>di</strong>z.<br />
1560), p. 44 vs: « <strong>La</strong> Gravitate, la quale è d'attorno alla oratione, per mio aviso<br />
non è altro che il dritto uso <strong>di</strong> tutte le forme predette <strong>della</strong> oratione & delle con<br />
trarie ad esse & ancho <strong>di</strong> quelle altre cose per le quali naturalmente sì può fare<br />
il corpo <strong>della</strong> oratione; perché al proposito & a tempo & in questo modo, più<br />
tosto che in quello, il sapere & il poter usare tutte le forme delle orationi & tutti<br />
gli oppositi & argomentationi & sensi [...], questa mi pare veramente la Gravitate.<br />
[...] Perché se alcuno sappia ciascuna <strong>di</strong> queste cose, quando fa bisogno, <strong>di</strong>rla,.