U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...
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64 CAPITOLO 2<br />
classificatori e interpretativi che andavano incontro all'esigenza, ormai<br />
fortemente e <strong>di</strong>ffusamente sentita, <strong>di</strong> una precettistica analitica che for<br />
nisse, stile per stile, un esauriente catalogo degli artifici grammaticali e<br />
retorici più adatti e una ricca esemplificazione <strong>di</strong> passi autorevoli. Ma<br />
tale innesto doveva risultare tutt'altro che indolore. Si può anzi <strong>di</strong>re<br />
che un problema ulteriore si presentasse ai teorici <strong>di</strong> quest'età: l'inte<br />
grazione e la sistemazione, appunto, delle <strong>di</strong>verse teorie ere<strong>di</strong>tate dal<br />
mondo classico in una teoria unitaria e coerente. L'esigenza dell'unità<br />
— nata dall'ammirazione per una tra<strong>di</strong>zione che era sentita fortemente<br />
omogenea e dal bisogno psicologico <strong>di</strong> certezze — si scontrava con la<br />
molteplicità, la non assimilabilità, talora l'ambiguità delle auctoritates<br />
antiche, che sul piano dell'autorevolezza spesso apparivano equivalenti.<br />
Quello <strong>di</strong> mettere or<strong>di</strong>ne nelle <strong>di</strong>verse teorie e <strong>di</strong> integrarne gli aspetti<br />
che erano stati tramandati in trattazioni separate, allo scopo <strong>di</strong> impa<br />
dronirsi dei segreti dell'arte, capaci, verso per verso, parola per parola,<br />
inflessione per inflessione, <strong>di</strong> consentire la realizzazione dell'artistica-<br />
mente perfetto, dell'esteticamente valido, era un tentativo destinato a<br />
fallire e a lasciare il posto a una miriade <strong>di</strong> analisi, <strong>di</strong> commentari, <strong>di</strong><br />
trattati, <strong>di</strong> <strong>di</strong>spute epistolari e <strong>di</strong> pamphlets, che in<strong>di</strong>ca il carattere po<br />
deroso dello sforzo teorico e critico compiuto, ma che ha talora con<br />
torni drammatici. Il Tasso che riflette sulla Gerusalemme liberata ormai<br />
da tempo ultimata e che lamenta l'ari<strong>di</strong>tà <strong>della</strong> revisione e delle <strong>di</strong>spute<br />
teoriche, rimpiangendo la felicità <strong>della</strong> creazione, è un emblema troppo<br />
suggestivo per non essere ancora una volta riproposto a suggello del tra<br />
vaglio <strong>di</strong> un'età intera.<br />
Complessivamente, per le questioni che sono oggetto <strong>di</strong> questo stu<br />
<strong>di</strong>o, si può dunque <strong>di</strong>re che tre erano i possibili compiti che si profila<br />
vano all'orizzonte dei teorici rinascimentali: 1) l'integrazione, nell'am<br />
bito <strong>di</strong> una moderna teoria degli stili, <strong>della</strong> trattazione delle figure reto<br />
riche e degli altri artifici grammaticali (oggetto <strong>di</strong> trattazione separata<br />
nelle teorie tripartite); 2) l'integrazione delle <strong>di</strong>verse teorie degli stili<br />
ere<strong>di</strong>tate dal mondo classico; 3) l'integrazione <strong>della</strong> trattazione degli<br />
stili con quella dei generi, nell'ambito <strong>della</strong> co<strong>di</strong>ficazione dei singoli ge<br />
neri letterari. Sullo sfondo sta il grande paradosso « manieristico » del<br />
l'ancorarsi sempre più analiticamente, rigidamente, sistematicamente ai<br />
modelli teorici e poetici del classicismo antico e recente, proprio mentre<br />
il gusto, la sensibilità, le realizzazioni concrete vanno, sul piano dei fat<br />
ti, lentamente ma profondamente mo<strong>di</strong>ficandosi in <strong>di</strong>rczione anticlas-