U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

IL PROBLEMA DELLO STILE NELLA POETICA DEL TASSO 217
come la lettera del testo parrebbe indicare. Da un lato, non credo che
il Tasso voglia estendere oltre la questione specifica del concorso voca­
lico l'assimilazione dei tre poeti; dall'altro, pur ammettendo che ine­
quivocabilmente, di fronte all'apprezzamento dell'artificio del concorso
vocalico, la constatazione suona come una retrocessione del Casa ad un
livello di stile meno magnifico e grave di quello ora giudicato auspi­
cabile, bisogna ricordare, a dimostrazione della complessità della ri­
flessione tassiana e delle sue oscillazioni, che da un lato — come ben
mostra il Raimondi — il Casa, letto attraverso lo pseudo-Demetrio e
il Vettori, ritorna presto ad essere considerato un modello positivo e
un punto di riferimento privilegiato, e dall'altro che nei Discorsi del
poema eroico alcune modalità dello stile bembiano — in particolare
le antitesi e le diligenti corrispondenze — verranno esplicitamente ri­
valutate, nell'ambito di una più generale conversione di indirizzo teo­
rico che a suo luogo descriverò. Ciò valga se non altro a mettere in
guardia dal giudicare questo allineamento espresso nelle Considera­
zioni, nelle sue specifiche modalità, un'acquisizione definitiva e stabile.
Del resto questa cautela vale — credo — anche per la questione
dell'oscurità. È necessario riconoscere un'oscillazione del Tasso in ma­
rito ad alcune questioni essenziali e controverse, che rendono proble­
matico delineare nei termini di un'evoluzione netta e lineare lo svilup­
po della poetica tassiana. Ovvero bisogna riferirsi, come dice il Rai­
mondi stesso, in uno scritto in collaborazione col Battistini, alla più
generale « strategia pendolare », che domina l'intera riflessione tassia­
na sulla poesia Kì .
87 Battistini & Raimondi 1984, p. 92. A proposito delle Considerazioni, tut­
tavia, si potrebbe forse anche avanzare il sospetto che il Tasso forzasse qualche
elemento del suo sistema per motivi di opportunità cortigiana: condotta sulla
scorta delle affermazioni della Lezione l'analisi della poesia inviluppata nei « mi­
steri della filosofia » avrebbe portato ad una probabile stroncatura. È possibile
ipotizzare che la forzatura, se c'è, riguardi questo aspetto del problema, tanto pili
che una convinta rivalutazione della poesia filosofica costituirebbe un capovolgi­
mento, non uno sviluppo delle posizioni precedenti (si può davvero pensare che
al Tasso sulla via della Liberata i « misteri della filosofia », oltre che « cose molto
più gravi dell'armi », il che è plausibile, potessero apparire anche più degni d'es­
ser messi in poesia, tanto da affrontare il rischio della sterilità poetica?), mentre
l'incontro con l'oscurità del Pigna potrebbe essere stato anche un felice spunto
per una rimeditazione del testo pseudo-demetriano. Difficile dire una parola defi­
nitiva in merito. Solo accertate ragioni biografiche potrebbero autorizzare davvero
questo sospetto. E comunque certe affermazioni, come ad esempio quelle sulla
necessità dell'innovazione e dell'ardimento linguistico per il poeta che voglia riu­
scir grande e maestoso hanno l'accento dell'autenticità.