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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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IL PROBLEMA DELLO STILE NELLA POETICA DEL TASSO 287<br />

fatica poco utile, o come troppo noiosa. Ma delle maggiori abbiamo <strong>di</strong>scorso ne'<br />

precedenti, e ne tratteremo ne' seguenti 97 .<br />

Tutta la storia delle sue riflessioni sulla poetica e sullo stile ha con­<br />

vinto il poeta <strong>della</strong> <strong>di</strong>fficoltà estrema dell'impresa <strong>di</strong> elaborare una dot­<br />

trina razionale e organica in materia, come aveva d'altronde già intuito<br />

nella giovanile Lezione, ma la necessità del compito è riba<strong>di</strong>ta a chiare<br />

lettere. <strong>La</strong> via più certa e più sicura, nonostante ci si debba confrontare<br />

con gli abissi e le tenebre <strong>della</strong> materia in cui la purezza delle idee è<br />

stata sprofondata o avvolta, è e rimane quella <strong>della</strong> conoscenza razio­<br />

nale delle regole dell'arte. <strong>La</strong> felicità del comporre (se pur è tale) non<br />

può fare a meno <strong>della</strong> sottigliezza del <strong>di</strong>sputare. Il Tasso lo aveva già<br />

detto altrimenti in una lettera del 1583 sopra citata, rivolgendosi con­<br />

tro quanti stimavano che la poesia fosse furor poetico e non concede­<br />

vano che fosse arte: « <strong>di</strong> due cose l'assicuro: l'una, ch'io non sono <strong>di</strong><br />

que' poeti che non intendono le cose scritte da loro; l'altra, ch'io scrivo<br />

con molta fatica, la quale non sogliono durare coloro che compongono<br />

mossi dal furor poetico » *.<br />

Abbiamo cosi appurato che il Tasso, sia pur con inevitabili appros­<br />

simazioni, propone uno schema generale <strong>di</strong> classificazione degli stili in<br />

cui <strong>di</strong>stingue « generi » e « spezie », e che poi nella parte più analitica<br />

che segue, in parte ripiegando sul modello pseudo-demetriano, ma an­<br />

che tentando <strong>di</strong> ricondur questo modello a quello schema, presenta una<br />

trattazione <strong>di</strong> quattro forme principali (incerte se essere generi o spe­<br />

cie): magnifica (pp. 202-220), « ornata e graziosa » (pp. 221-237, a<br />

cavallo tra il V e il VI libro, con alcune <strong>di</strong>gressioni), grave (pp. 237<br />

242), umile (pp. 242-245).<br />

Il catalogo degli artifici non riserva gran<strong>di</strong> sorprese. Le novità es­<br />

senziali rispetto ai Discorsi dell'arte poetica consistono nel carattere<br />

analitico e sistematico <strong>della</strong> rassegna e nella comparsa dello stile grave,<br />

come forma autonoma e ben rilevata. Ma assai notevole è anche il fatto<br />

che, <strong>di</strong>versamente o più esplicitamente che nella precedente redazione,<br />

ora nel catalogo degli artifici propri delle quattro principali forme —<br />

che, ripeto, rispecchiano assai da vicino il De elocuzione — il Tasso ac­<br />

colga accanto ai precetti dello pseudo-Demetrio anche molti <strong>di</strong> quelli<br />

97 Siamo a p. 229. E si noti un ulteriore richiamo alla precedente classifica­<br />

zione, che induce a credere che il Tasso pensasse ai quattro stili pseudo-demetriani<br />

come alle maggiori delle molte idee o « spezie » previste dal suo sistema.<br />

98 <strong>Lettere</strong>, 258.

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