U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

16 INTRODUZIONE
vare che essa individua, con ancor maggiore nettezza che in passato, i
limiti oggettivi della fruibilità dei modelli latini.
Pure Virgilio, insomma, anche per via del latino pone problemi di
imitabilità e per quanto sommo e per quanto amato non può che es­
sere, per l'ormai robusta coscienza linguistica e stilistica del secolo,
avvezza da tempo a confrontarsi prioritariamente con una tradizione
classica volgare, un modello indiretto, un semplice punto di riferi­
mento, da analizzare, discutere, ponderare, ma anche da adattare e
quasi ' tradurre ' in un nuovo contesto poetico, nel nuovo universo
delle leggi dell'arte, anch'esse in qualche misura storicizzate. Ma alla
luce di queste osservazioni c'è da domandarsi che cosa — sul piano
stilistico — òelVEneide fosse concretamente assimilabile e che cosa si
dovesse rigettare, per quale via si orientasse la ricerca tassiana; fino a
che punto la lezione di Virgilio potesse venir fatta propria dal Tasso
e fino a che punto venisse tradita, e in nome di che. E tuttavia, in
definitiva, quello virgiliano rimane il modello positivo più vicino ideal­
mente alle esigenze profonde del Tasso (mentre il suo tempo oscilla
tra Omero e Virgilio), da accostare ai suggerimenti indiretti dei mo­
delli negativi recenti, di cui si è detto (i tentativi di poemi regolari),
e ai bagliori che la precedente tradizione « romanzesca », e l'Ariosto
in particolare, continuavano a emanare. D'altro canto, affermazioni
come quelle sopra riportate mettono in dubbio non solo i modelli con­
creti, ma anche l'attendibilità, per un poeta toscano, delle regole for­
mulate dagli antichi retori sulla base di letterature di lingue diverse
e in definitiva si costituiscono come argomento potenziale per limitare,
se non invalidare, il principio stesso dell'universalità e atemporalità
delle leggi dell'arte. Insomma, se in generale si schieravano su op­
poste sponde i fautori della storicità delle leggi dell'arte e quelli della
loro atemporalità, di fatto nei più sensibili teorici di questo secondo
gruppo, fra i quali è certo il Tasso, si faceva strada l'esigenza con­
creta (che in parte trova riscontro nella prassi poetica) di un ammo­
dernamento e di una sotterranea storicizzazione di quei principi 27 . Ma
27 Gfr. l'importante saggio del Baldassarri {1977 a), che ha mostrato come, in
parallelo alla modernizzazione del modello omerico, si attuasse in generale, e in
particolare nei Discorsi dell'arte poetica, anche una modernizzazione della teoria
aristotelica. Si veda quanto egli dice a proposito dell'interpretazione della Poetica
aristotelica come memoriale privato e dell'esigenza, di estendere per deduzione e
analogia i principi là espressi compiutamente per la tragedia anche al poema eroico
e ad altri generi. « I Discorsi dell'arte poetica » — egli scrive — « , questa teoria