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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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288 CAPITOLO 5<br />

<strong>di</strong> Ermogene (e in minor misura <strong>di</strong> altri trattatisti), a ulteriore testimo­<br />

nianza <strong>della</strong> volontà <strong>di</strong> sintesi <strong>della</strong> tra<strong>di</strong>zione retorica, e <strong>della</strong> <strong>di</strong>versa<br />

considerazione che il Tasso riserva all'operetta del tardo retore greco<br />

(i cui precetti, del resto, sono assai conformi a quelli dello pseudo-<br />

Demetrio per molte forme che possono venir considerate equivalenti,<br />

anche in ragione <strong>della</strong> razionalizzazione del sistema ermogeniano ipo­<br />

tizzata dal Tasso). Solo un'analisi dettagliata potrebbe render conto dei<br />

vari debiti del Tasso nelle scelte del suo catalogo, ma non è qui il caso<br />

<strong>di</strong> compierla". Basterà, ricordando sinteticamente i precetti tassiani<br />

stile per stile, in<strong>di</strong>care a gran<strong>di</strong> linee i rapporti con i due principali<br />

modelli.<br />

Per lo stile che possiamo definire globalmente sublime o magni­<br />

fico il Tasso segue abbastanza fedelmente il catalogo fornito dallo pseu-<br />

do-Demetrio per lo stile megaloprepès. Le aree <strong>di</strong> convergenza con le<br />

idee ermogeniane <strong>della</strong> « degnità » e dello « splendore » (semnòtes e<br />

latnpròtes nella traduzione del Cavalcanti) sono <strong>di</strong> per sé abbastanza<br />

ampie, come risulta dagli schemi forniti al capitolo terzo 1CO , ma andrà<br />

comunque notato come il Tasso sud<strong>di</strong>vida il suo elenco <strong>di</strong> artifici e <strong>di</strong><br />

esempi in due parti. Per la prima esplicitamente fa riferimento al mo­<br />

dello più ovvio, accennando a conclusione <strong>di</strong> questa parte <strong>della</strong> tratta­<br />

zione alle « forme assegnate dal Falereo a questa forma magnifica del<br />

<strong>di</strong>re » (p. 217); ma è anche probabile che consulti fonti ermogeniane,<br />

quali il Trapezuntius o il Cavalcanti, almeno per il concorso vocalico e<br />

consonantico, la <strong>di</strong>ssoluzione (o parlar <strong>di</strong>sgiunto, per cui comunque cita<br />

Aristotele in contrapposizione allo pseudo-Demetrio) e le ripetizioni.<br />

Per la seconda parte, che riguarda artifici aggiuntivi a quelli proposti<br />

dallo pseudo-Demetrio, ricorre certamente ad Ermogene per la sined­<br />

doche, l'anastrofe e l'iperbato. Gli altri artifici qui menzionati sono pro­<br />

babilmente aggiunte tassiane dedotte per analogia dai precetti dei due<br />

trattatisti citati e magari riscontrate su repertori retorici, fatto che qui<br />

però non interessa gran che 101 .<br />

99 Per alcune in<strong>di</strong>cazioni particolari si può ricorrrere a Mazzali 1959.<br />

100 Cfr. sopra 3. 4 e per la trattazione più analitica 3.2 e 3.3.<br />

101 L'elenco completo delle forme menzionate dal Tasso per la forma magni­<br />

fica è il segeunte: la « lunghezza de' membri e de' perio<strong>di</strong> », anche con sospen­<br />

sione del senso, l'asprezza <strong>della</strong> composizione, il concorso vocalico (con Ermogene<br />

si sottolinea in particolare quello delle vocali a ed o), i « versi spezzati » (enjam-<br />

bements), lo « strepito [...] delle consonanti» (specie in fine verso), la climax (an­<br />

che con iperbole), le congiunzioni raddoppiate e iterate, la <strong>di</strong>ssoluzione (asindeto,

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