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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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198 CAPITOLO 4<br />

Ebbene, se pensiamo che al Tasso, in quanto autore <strong>di</strong> una poetica<br />

aristotelica, si poneva il compito <strong>di</strong> una co<strong>di</strong>ficazione stilistica dei ge­<br />

neri, che tenesse conto delle <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong> mimesi e <strong>di</strong>egesi e <strong>di</strong> generi<br />

mimetici, <strong>di</strong>egetici e misti, la dottrina pseudo-demetriana nei suoi ge­<br />

nerali presupposti e il suo stile deinòs in particolare potevano fornire<br />

spunti interessantissimi. È fondamentale ricordare che secondo l'autore<br />

del De elocutione lo stile megaloprepès è incompatibile con il tenue<br />

(cioè priva <strong>di</strong> senso un'espressione come « semplice magnificenza »),<br />

mentre sono esplicitamente ammesse tutte le altre commistioni, fra cui<br />

quella <strong>di</strong> deinòs e ischnòs, <strong>di</strong> grave e tenue. Insomma lo pseudo-Deme-<br />

trio forniva al Tasso sia la nozione <strong>di</strong> commistione <strong>di</strong> stili sia lo spunto<br />

per associare, in termini rigorosi, semplicità e gravita. È la sintesi <strong>di</strong><br />

deinòs e <strong>di</strong> ischnòs, allora, che può essere probabilmente in<strong>di</strong>viduata<br />

come la più precisa fonte <strong>della</strong> « semplice gravita » tassiana.<br />

Lo stile deinòs, poi, <strong>di</strong> per sé, oltre a potersi mescolare con il tenue<br />

e a proporsi <strong>di</strong> incutere timore e creare <strong>di</strong>sagio, può utilizzare tutti gli<br />

artifici dello stile grande ma a <strong>di</strong>verso fine; contempla, in particolare,<br />

interrogazioni, apostrofi, enfasi, iperboli e anfibologie, ironia e sarcasmo<br />

(artifici tutti adatti, nella logica rinascimentale, se non erro, a personag­<br />

gi che parlino <strong>di</strong>rettamente in situazione « affettuose »); sottolinea l'op­<br />

portunità <strong>della</strong> brevitas, la « violentia », la possibilità <strong>di</strong> ellissi, la le­<br />

gittimità dell'oscurità <strong>di</strong> locuzioni semanticamente dense e allusive, il<br />

<strong>di</strong>r poco e lasciar sospettare molto; contempla artifici quali la ripeti­<br />

zione (specie se <strong>di</strong> tipo enfatico), la climax, strutture ritmiche aspre e<br />

<strong>di</strong>ssonanti, <strong>di</strong>sarmoniche; rifiuta drasticamente le simmetrie e le minute<br />

propria dell'epico che del tragico »; « Tasso: <strong>La</strong> magnificenza si conviene più a<br />

l'epico, e perché è meno patetico, e perché parla più in sua persona, e perché ha<br />

per fine il mirabile, e perché, quando narra in persona altrui, quel modo non<br />

è semplice drammatico » (dove si noterà un'altra sottile <strong>di</strong>stinzione, tra i <strong>di</strong>aloghi<br />

drammatici e i <strong>di</strong>aloghi epici, che in definitiva già postula la possibilità <strong>di</strong> un<br />

<strong>di</strong> più <strong>di</strong> ornamento nel <strong>di</strong>alogo epico). E a p. 290: « <strong>La</strong> traslazione è propria <strong>della</strong><br />

Trage<strong>di</strong>a, perché esprime meglio le passioni, e le persone <strong>della</strong> Trage<strong>di</strong>a sono<br />

appassionate. Le persone appassionate non hanno tanto agio dal loro affetto, che<br />

possano <strong>di</strong>stendere le comparazioni; ma, accorciandole, ne fanno metafore. Perciò<br />

le traslazioni si ricevono nella Trage<strong>di</strong>a, e le comparazioni no. Le comparazioni<br />

<strong>di</strong>stese son proprie dell'epico, perché il poeta non è appassionato ». E, a conferma<br />

<strong>di</strong> quanto or ora si notava: « II modo col quale si introducono le persone a par­<br />

lar nell'Epopeia, non è veramente rappresentativo. [...] Quinci tu argomenterai<br />

che per ciò non gli si richiede tanto la proprietà quanto a la Trage<strong>di</strong>a, né l'iambo<br />

come a la Trage<strong>di</strong>a; e perciò riesce più magnifica. Tasso: il modo col quale s'in­<br />

troducono le persone a parlare nell'Epopeia, si può <strong>di</strong>r mezzo fra '1 narrativo sem­<br />

plice e '1 semplice drammatico ».

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