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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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ÌO INTRODUZIONE<br />

zione a <strong>di</strong>venire uno <strong>di</strong> quei pochissimi ingegni che — <strong>di</strong>ce — nel corso<br />

<strong>di</strong> vari secoli possono raggiungere la perfezione artistica attraverso la<br />

conoscenza teorica dei segreti dell'arte; e certo vale come in<strong>di</strong>zio delle<br />

propensioni teoriche dell'età sua. Egli più tar<strong>di</strong> riformulerà nei Discorsi<br />

del poema eroico questa esigenza in termini almeno in parte più vicini<br />

al neoplatonismo, come ha mostrato la Patterson 18 .<br />

Comunque sia, questa <strong>della</strong> subor<strong>di</strong>nazione dell'imitazione alle re­<br />

gole (anche sulla scorta del principio aristotelico dell'imitazione <strong>della</strong><br />

natura) per l'epica appare anche una strada obbligata, per certi versi do­<br />

lorosa e <strong>di</strong>fficile, proprio per l'assenza <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione congeniale alla<br />

quanto da quella tale somiglianzà si <strong>di</strong>lungano. Alcuni poi, assai da questi <strong>di</strong>ffe­<br />

renti, osservando i precetti <strong>di</strong> coloro che dell'arte hanno scritto, cercano con la<br />

misura <strong>di</strong> quelle regole misurare i lor componimenti, e talvolta più oltre passando,<br />

sì come già fecero quei medesmi che dell'arte sono stati inventori o maestri, si<br />

danno ad investigar le cagioni per le quali questo verso dolce ci paia, questo aspro;<br />

questo umile e plebeio, questo nobile e magnifico; questo sonoro, questo <strong>di</strong> poco<br />

numero; questo troppo negletto, questo troppo fucato; questo freddo, questo gonfio,<br />

questo insipido; qui si lo<strong>di</strong> il corso e la velocità dell'orazione, qui la tar<strong>di</strong>tà e la<br />

<strong>di</strong>mora; qui il parlar retto, qui l'obliquo; qui il periodo lungo, qui il breve; qui<br />

il membro <strong>di</strong>letti gli ascoltanti e qui l'inciso; ed in somma, perché piacciano e<br />

<strong>di</strong>spiacciano i componimenti: e trovate le cagioni <strong>di</strong> tutte queste cose, ne formano<br />

nell'animo alcuni universali veri, e infallibili, raccolti dall'esperienza <strong>di</strong> molti par­<br />

ticolari, la cognizione de' quali propriamente Arte si <strong>di</strong>manda: e come che questo<br />

modo sia, e in se stesso più nobile, e più certo, e più securo dell'altro; è non<strong>di</strong>­<br />

meno più <strong>di</strong>fficile, ed opera <strong>di</strong> dottrina e d'ingegno molto maggiore; e <strong>di</strong> tali, quali<br />

a pena il corso de' molti secoli due o tre ne produce: sì, ch'io non lodarei mai<br />

chi, troppo <strong>di</strong> se stesso presumendo, quel primo modo affatto <strong>di</strong>sprezzasse; anzi,<br />

non solo utile ma quasi necessario stimo, l'uno e l'altro congiungendo, l'imitazione<br />

all'arte accompagnare; cioè imitar solamente quelle cose che la ragione degne <strong>di</strong><br />

imitazione esser ci <strong>di</strong>mostra, e qual sia l'oro, e qual l'argento, e qual il rame de'<br />

poeti co '1 parangone dell'arte <strong>di</strong>scernere e <strong>di</strong>stinguere ». Appare chiarissimo, cre­<br />

do, pur nell'ideale congiungimento <strong>di</strong> imitazione ed « arte », come il Tasso subor­<br />

<strong>di</strong>ni la prima alla seconda (solo ciò che risponde alle regole può essere oggetto<br />

d'imitazione) e abbastanza esplicitamente prenda le <strong>di</strong>stanze dalla teoria dell'otti­<br />

mo modello (si noti che l'uso del singolare, « eccellente poeta », lascia il posto a<br />

quello del plurale «l'oro, [...] l'argento, [...] il rame de' poeti»}.<br />

18 Cfr. Patterson 1971, e qui più avanti cap. 5. 5-7. Ma è da notare come il<br />

Tasso mostri una sostanziale fedeltà all'aristotelismo e ai principi formulati in<br />

gioventù, allontanandosi talora ma poi riavvicinandosi ad essi in una sorta <strong>di</strong> moto<br />

pendolare, corrispettivo forse delle sue oscillazioni psicologiche ed emotive. Cfr.<br />

Battistini & Raimon<strong>di</strong> 1984, p. 92, che affermano che «il Tasso [...] vive in ter­<br />

mini drammatici sino alla nevrosi, e secondo una strategia pendolare, tutte le apo-<br />

rie delle poetiche cinquecentesche, incerto tra epica e romanzo, unità e varietà,<br />

storia e invenzione, regola e natura, verisimile e meraviglioso » e, si potrebbe ag­<br />

giungere, platonismo e anstotelismo. Cfr. anche Baldassarri 1977 a, cit. più avanti<br />

alla nota 27.

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