U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...
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LE TEORIE DEGLI STILI IN ETÀ RINASCIMENTALE 89<br />
sensazioni desunte essenzialmente dalla tra<strong>di</strong>zione latina (Cicerone e<br />
Quintiliano), non molto <strong>di</strong>versamente da quanto poco più tar<strong>di</strong> avrebbe<br />
fatto il Daniello; l'Arte poetica (1551) <strong>di</strong> Girolamo Muzio, pure in<br />
versi, e pure mo<strong>della</strong>ta sulla poetica oraziana; il pregevolissimo Nauge-<br />
rius (1540) del Fracastoro, per il suo carattere <strong>di</strong> riflessione generale<br />
sui fini <strong>della</strong> poesia e per la sua sostanziale estraneità al problema <strong>della</strong><br />
definizione e dell'analisi retorica degli stili (è un esempio, per quanto<br />
tardo, <strong>della</strong> considerazione prettamente ' primo-rinascimentale ' del pro<br />
blema dello stile : in<strong>di</strong>viduato il « bene <strong>di</strong>cere » come fine <strong>della</strong> poesia,<br />
non si sente l'esigenza <strong>di</strong> andar oltre e presentare una minuziosa casistica<br />
retorica <strong>di</strong> esso); e pochi altri minori. Una menzione a parte merita <strong>La</strong><br />
poetica <strong>di</strong> Gian Giorgio Trissino, parzialmente e<strong>di</strong>ta nel 1529 (<strong>di</strong>visioni<br />
I-IV) e ultimata poco prima del 1549 (<strong>di</strong>visioni V-VI, e<strong>di</strong>te postume<br />
nel 1562): com'è noto, la prima parte ha la struttura e la sostanza <strong>di</strong><br />
un'arte metrica me<strong>di</strong>evale (ma si dovrà tener conto del fatto che, nella<br />
<strong>di</strong>visione I, anche il Trissino, sia pur in forma sintetica e parziale, espo<br />
ne la dottrina ermogeniana degli stili), mentre la seconda, composta dopo<br />
la clamorosa <strong>di</strong>ffusione <strong>della</strong> Poetica aristotelica, risente largamente <strong>di</strong><br />
questo nuovo modello, <strong>di</strong> cui per lunghi tratti è semplice parafrasi. Ma<br />
su questo testo avrò modo <strong>di</strong> ritornare nel prossimo capitolo 58 : per ora<br />
mi limito ad osservare che, proprio perché mo<strong>della</strong>to sul testo aristote<br />
lico, esso appare orientato a trattare (anche nelle parti più originali su<br />
comme<strong>di</strong>a e poema eroico per cui meno soccorreva la fonte) più il pro<br />
blema dei generi che quello degli stili. Sul medesimo versante essenzial<br />
mente si collocano anche le altre opere che più strettamente si atten<br />
gono alla Poetica aristotelica o che semplicemente la commentano. Per<br />
opposti motivi non ho preso in esame testi, a cui si è fatto cenno nel<br />
precedente capitolo, come le Idee del Delminio o il Della eloquenza del<br />
Barbaro, che si limitano a tradurre, parafrasare, o ridurre il trattato Perì<br />
ideòn <strong>di</strong> Ermogene, e che in quanto tali sono testimonianza <strong>della</strong> for<br />
tuna rinascimentale <strong>di</strong> quell'opera, ma assai meno dello sforzo <strong>di</strong> inte<br />
grazione <strong>di</strong> essa nella precedente tra<strong>di</strong>zione.<br />
Diverso, e qui <strong>di</strong> necessità assai sintetico, è il <strong>di</strong>scorso relativo alla<br />
fortuna e alla capacità <strong>di</strong> influenza dello pseudo-Demetrio. Le tracce<br />
<strong>di</strong> quest'opera nelle gran<strong>di</strong> poetiche rinascimentali sono minime. Ciò<br />
non significa però che quest'opera passasse inosservata e non esercitasse<br />
un influsso certo meno palese ma, per altra via, abbastanza profondo:<br />
58 Cfr. più avanti 3.5.