U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

LE TEORIE DEGLI STILI IN ETÀ RINASCIMENTALE 71
Ebbene, venendo a trattare dello stile, egli dapprima introduce la
dottrina della tripartizione dello stile, in questi termini:
Gli oratori sono di tre guise l'uno detto grave, il quale con l'ampiezza & maestà
delle sententie, & quasi con una regal presenza di parole è agevole & accomo­
dato a movere gli animi con la forza, varietà, moltitudine & gravita di quelle cose
di che egli ragiona. Alcuni sono dimessi li quali con stile più basso vanno di tutte
le cose generalmente favellando, & quelle stesse facendo più chiare, ma meno
ampie & gravi; de' quali alcuni ciò fanno ingegnosamente, ma con poca vaghezza,
altri più ornatamente, hora motteggiando, hora alcuna cosa faceta & degna di risa
mescolandovi dentro. Nel mezzo di queste due specie, ch'io dissi, è il mezzano,
il quale ugualmente dalli stremi discostandosi è più di sua natura temperato, non
di tanta vaghezza come questi, né di tanta gravita quanto quelli, ma giustamente
tra amendui posto; di cui è l'ufficio ragionare con una certa modestia e qualità,
la quale in ogni tempo stea bene & oltre a ciò né di molta bassezza né di troppa
gravita riceva odore. Voi poscia qual hora vi diletterà l'essercitarvi nella differenza
de' stili, questi stessi vi ingegnarete distinguere, giusta la varietà de i componi­
menti de i migliori scrittori (p. 228).
La scelta della teoria tripartita degli stili, con l'accentuazione dell'equi­
distanza di quello mezzano dagli estremi secondo il criterio della mesò-
tes, appare funzionale nel Tomitano agli ideali estetici, tipicamente rina­
scimentali e bembiani, di equilibrio, compostezza, temperamento, armo­
nia, euritmia che egli a più riprese ribadisce.
Anchora mio studio si è, far il mio parlare temperato. Questa virtù detta tempe­
ramento si fa, mescolando insieme il grave col dimesso; di che è giudice l'intel­
letto & la longa isperienza. Che sì come giova a la sanità de i corpi, hora quelli
di cibo più largamente ristorare, hora levar con l'astinenza la pienezza loro; così
giova a l'oratione, temperar ogni estrema qualità col suo contrario. Adonque voi
essere lo scrittore grave ove si richiede, piacevole ne le occasioni, incitato alii
tempi, & ove la materia il vuole, rimesso: ma sempre usi la dignità & il decoro
(249 v).
Da notare è il fatto che « dignità » è termine tecnico che sostanzialmen­
te significa, come più avanti è chiarito, « ornatus » 39 . Ma più impor-
medesima teoria citando il Bembo « huomo veramente divino, & nel imitar senza
pari », o p. 248 v, dove lo Speroni ricordando i precetti che ispirarono le sue
orazoni fra l'altro dice che « gran cura poneva, nel metter insieme il grave col
piacevole, facendo di due contrarii un più grato & dilettevole temperamento ».
Ma questo ideale estetico è ribadito a più riprese anche in sede di trattazione di
questioni più particolari come la scelta delle parole, le clausole, i traslati etc.
E cfr. più avanti.
39 « La Dignità terza figura de le dianzi proposte [le altre sono l'eleganza e