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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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80<br />

de' Poeti, che degli Oratori, si concedono. Percioché Poeti esser non possono co­<br />

loro, che non inducono meraviglia; il che senza queste parole non s'acquista<br />

(p. 302),<br />

dove si noterà la pre<strong>di</strong>lezione generica per uno stile « magnifico », « il­<br />

lustre » e « ornato », che si sospetta imparentato col « genus sublime »<br />

delle teorie tripartite 47 . L'analisi si fa minuziosa per i traslati, che ven­<br />

gono classificati secondo schemi consueti 48 . Il Minturno affronta poi il<br />

capitolo delle « parole continovate », considerando dapprima vari casi<br />

<strong>di</strong> concorso vocalico e consonantico, quin<strong>di</strong> il problema <strong>della</strong> « giacitura<br />

delle parole nel verso », sviluppando, in una trattazione veramente am­<br />

pia, spunti che provengono sia dalla trattatistica latina sia dalle Prose<br />

del Bembo 49 . Quin<strong>di</strong> tratta degli accenti, dell'or<strong>di</strong>ne delle parole, dei<br />

« membri », del « numero », delle rime e <strong>della</strong> qualità dei versi (utiliz­<br />

zando anche le osservazioni del Bembo basate sull'opposizione gravita<br />

/ piacevolezza), delle figure retoriche (minutamente descritte e classifi­<br />

cate, ma presentate genericamente come ornamento del <strong>di</strong>scorso), poi<br />

più rapidamente dei « loci » e infine, con una casistica la cui minuziosità<br />

ha pochi precedenti, del decoro.<br />

<strong>La</strong> tendenza che già in questa parte sembra prevalere nel Minturno<br />

è quella del catalogo e dell'utilizzazione eclettica <strong>di</strong> fonti molteplici<br />

da Aristotele al Bembo, ma la cosa si fa più evidente quando, nel pro­<br />

seguimento del libro IV, trova posto una sintetica esposizione <strong>della</strong> teo­<br />

ria ermogeniana degli stili, fino a questo punto mai esplicitamente men­<br />

zionata, né in sostanza chiaramente né tanto meno sistematicamente uti-<br />

47 I termini « magnifico », « ornato » e « illustre » corrispondono, nella tra­<br />

duzione del Minturno, a tre <strong>di</strong>stinte idee ermogeniane, tutte in effetti caratteriz­<br />

zate dall'uso dei traslati: la semnòtes, il kàllos e la lampròtes (splen<strong>di</strong>da o illu­<br />

stre, traduce il Minturno); cfr. sopra 1.4. Ma l'associazione dei tre termini e l'op­<br />

posizione allo stile comico è pur significativa. Più avanti egli osserverà anche che<br />

le parole peregrine e antiche producono maestà e son quin<strong>di</strong> usate prevalente­<br />

mente dal poeta eroico (p. 321). Tali rilievi, comunque, orientati ora verso speci­<br />

fici generi, ora verso stili, appaiono non sistematici.<br />

48 Fra l'altro egli biasima i moderni « oscuri e gonfii nelle traslationi » e loda<br />

il Petrarca che viceversa risulta « meraviglioso » in questo artificio, ed è modello<br />

tuttora attuale (pp. 310-311).<br />

49 Fra l'altro notevoli sono le osservazioni sul concorso vocalico che « rende<br />

più grande e più grave il suono », contro i tra<strong>di</strong>zionali inviti ad evitarlo come <strong>di</strong>­<br />

sarmonico, e sulla frequenza <strong>di</strong> monosillabi che ritardano il verso e lo rendono<br />

parimenti più grave. Viceversa le parole sdrucciole — osserva — convengono allo<br />

stile basso (pp. 339 e 341). Si noti un altro accenno alla tripartizione degli stili.

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