U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

LE TEORIE CLASSICHE DEGLI STILI 39
coglie probabilmente per molti versi nel segno. Comunque sia, per ora
diamo per assodato che Ermogene attribuisce per un verso all'idea della
« deinòtes » caratteristiche individuali giudicandola come quella eccel­
lente, ma la fa per altro verso sfumare nel concetto (criterio o « virtus »
che sia) di « decorum ». L'ambiguità e forse l'incertezza di Ermogene
circa la natura di questa settima « idèa » non mancheranno di far sentire
il loro influsso nel Rinascimento. C'è da osservare inoltre che il termine
stesso di « deinòtes » nel corso dei secoli sfuma dal significato di « ter­
ribile » a quello di « eccellente », il che produce ambiguità nelle stesse
teorie antiche 44 .
Altri elementi di ambiguità nella teoria di Ermogene che non man­
cano di far sentire i propri effetti sono quelli relativi al rapporto tra la
seconda idea — il « mègethos » o « grandezza » e in particolare alcune
sue specificazioni — e la settima di cui si è or ora discorso. Agli occhi
dei teorici rinascimentali, che andavano recuperando molti testi retorici
antichi sino ad allora sconosciuti e che si confrontavano con « auctori-
tates » che parlavano anche di tre o di quattro stili, la distinzione tra
uno stile « grande » (con tutte le sue specificazioni) e uno stile « grave »
doveva certo apparire suggestiva e capace di cogliere varie sfumature
delle opere letterarie della tradizione sia antica che recente, ma al tem­
po stesso doveva apparire incerta ed essere fonte di dubbi e confusioni.
Si veda esemplarmente quanto scrive lo Scaligero a proposito della dei­
nòtes ermogeniana:
gravitatem dixit, quum tamen sciret & a Quintiliano & aliis vel vim vel acrimo-
niam appellatam. Praeterea Hermogenem ipsum, quem sequitur, in Magnitudinis
idea quaerere semnòteta, idest gravitatem. Tum autem eundem authorem deinòteta
ita definire: oudèn allo è chrèsis orthè pànton tòn proeiremènon kài tòn enantìon
autòis. Ipse autem sic: Gravitas est congrua omnibus circumstantiis oratio, vel
quaedam orationis elatio. Ambiguum igitur nomen definii: quodve & toti & parti
conveniat: nunc enim orationem, nunc orationis elationem. Est enim accidens
totius quasi quaedam pars. Praeterea quonammodo erit gravitas oratio, si est usus
rectus omnium Idearum? quanquam ne id quidem assentior Hermogeni. Non enim
deinòtes est chrèsis: sed vis orationis quae oritur ex illa prudentia, qua partes suae
cuique rei attribuuntur. Itaque in praecedente commentario quam efficaciam vo-
cavimus, Graece deinòteta intelligi volebamus. Illud postremo dicendum, non
esse Ideas istas, sed Idearum affectus, contra quam dixerunt 45 .
in modo talora ambiguo, per la molteplicità e l'ambiguità delle teorie antiche in
merito; 5. l'ampia ma confusa teoria di Ermogene non contribuì certo a mettere
ordine nelle discussioni sullo stile.
44 Lo rileva il Morpurgo Tagliabue 1980, pp. 106-112.
45 Scaligero 1561, pp. 177-178.