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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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IL PROBLEMA DELLO STILE NELLA POETICA DEL TASSO 257<br />

nelle sue linee <strong>di</strong> tendenza, proporre soluzioni, per quanto significative,<br />

che si possano, prima <strong>di</strong> una verifica, immaginare stabili.<br />

4. — Fra tanto, perch'io mi ricordo alcuna cosa <strong>di</strong> quelle c'ho lette, mi<br />

so<strong>di</strong>sfaccio molto de la risposta c'ho fatta a gli oppositori de l'Ama<strong>di</strong>gi e del mio<br />

poema: perché ne la <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> mio padre non ho lasciata parte alcuna che appar­<br />

tenesse alla pietà; e ne la mia ho fuggite più tosto le male<strong>di</strong>cenze, che le ragioni<br />

de l'avversario; e tutto quello che vi s'aggiungesse, sarebbe anzi accrescimento <strong>di</strong><br />

noia che stabilimento de le prove, le quali sono assai forti.<br />

Così il Tasso scrive il 5 settembre 1585 a Giovann'Angelo Papio 64 .<br />

Non solo l'eco delle polemiche, ma i testi scritti in cui esse si sono se­<br />

<strong>di</strong>mentate sono ormai giunti al Tasso che <strong>di</strong> getto ha risposto me<strong>di</strong>ante<br />

l'Apologià, <strong>di</strong> cui ora si <strong>di</strong>mostra legittimamente sod<strong>di</strong>sfatto sia per il<br />

tono misurato e ragionevole, sia per la sostanza dell'argomentazione for­<br />

nita.<br />

Paradossalmente — ma la storia dello sviluppo <strong>della</strong> poetica e del­<br />

la poesia tassiana è ricca <strong>di</strong> paradossi — le principali preoccupazioni<br />

che avevano angustiato il Tasso nella revisione del poema <strong>di</strong> un decen­<br />

nio prima, e cioè quelle inerenti alla legittimità <strong>di</strong> una maggior copia<br />

<strong>di</strong> ornamenti nel poema eroico rispetto ai precetti sullo stile magnifico,<br />

si trovano ora ad essere, per così <strong>di</strong>re, capovolte in seguito agli attac­<br />

chi mossi al poema dal Salviati e dalla Crusca. Si ricorderà che in una<br />

lettera del 1576 il Tasso, per la verità, riferiva che Salviati stesso si era<br />

mostrato d'accordo nella necessità <strong>di</strong> accrescer gli ornamenti in un poe­<br />

ma toscano tó e che ancor prima il poeta aveva intuito che gli artifici<br />

propri dello stile magnifico e grave legittimati dall'esempio degli anti­<br />

chi e presenti nel suo poema solo « a lungo andare » avrebbero a lui<br />

recato « reputazione » e al poema « splendore e maestà », perché « for­<br />

se in questi principii molti, leggendole, torceranno il grifo » 66 . Questi<br />

due dati possono da un lato spiegare come il Salviati, senza rinnegare<br />

del tutto le precedenti opinioni, possa ora attaccare il poema anche per<br />

la presenza <strong>di</strong> artifici magnifici e gravi, oltre che per un complessivo<br />

giu<strong>di</strong>zio negativo sull'esito artistico dell'opera; e dall'altro inducono a<br />

pensare che il Tasso, nonostante la <strong>di</strong>versa <strong>di</strong>rczione delle sue precedenti<br />

preoccupazioni, dovesse in certa misura attendersi una replica, se non<br />

64 <strong>Lettere</strong>, 409.<br />

65 <strong>Lettere</strong>, 83, cit. sopra al par. 5.1.<br />

66 <strong>Lettere</strong>, 75, cit. sopra al par. 5.1.

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