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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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IL PROBLEMA DELLO STILE NELLA POETICA DEL TASSO 249<br />

alle lettere del biennio <strong>della</strong> revisione, alle conversazioni con gli amici<br />

e « co' patroni » nei quali egli avrebbe in sostanza già previsto e affron­<br />

tato tutte le obiezioni che gli potrebbero venir mosse e che forse già<br />

gli sono state mosse M , e perché enuncia esplicitamente il proposito « <strong>di</strong><br />

mutare alcune parti del suo poema, se gli sarà conceduto; e d'innalzare,<br />

e d'accrescerlo <strong>di</strong> quattro libri, o d'alcun centinaio <strong>di</strong> stanze, che sarà<br />

giunto ne' libri i quali ora si leggono ». Il 15 marzo, poi, in una lettera<br />

in<strong>di</strong>rizzata a don Angelo Grillo osserva che<br />

la vena de l'usato ingegno è affatto secca, né dee paragonarsi con quella del Pe-<br />

trarca, che fu <strong>di</strong> finissimo oro: de l'arte del quale si può dubitare, come <strong>di</strong> quella<br />

d'Omero; non perch'io stimi ch'egli non l'usasse, ma perché volse ricoprirla: e<br />

l'artificio suo, più <strong>di</strong> ciascun altro, imitò la natura; però ci pare che lasciasse al­<br />

cune cose non coltivate, quasi le bellezze naturali fossero bastevoli al <strong>di</strong>letto ed<br />

a la maraviglia: è cosi ne' suoi versi, quel ch'egli scrive de' capelli <strong>di</strong> madonna<br />

<strong>La</strong>ura, negletto ad arte. Ma queste non sono materie da lettere: n'ho trattato ne'<br />

<strong>di</strong>aloghi, e ne potrei scrivere <strong>di</strong> nuovo 5-\<br />

L'osservazione ci riporta ai noti motivi <strong>della</strong> sprezzatura e del <strong>di</strong>ssimu­<br />

lare l'arte e rimanda ad altre opere <strong>di</strong> quest'epoca, tra cui i <strong>di</strong>aloghi.<br />

Dei primi del 1585 è appunto anche il <strong>di</strong>alogo <strong>La</strong> Cavaletta o de<br />

la poesia toscana 56 , incentrato su questioni metriche e in particolare sul<br />

rapporto tra « testura » metrica (cioè schema delle rime) e stili, soprat­<br />

tutto in riferimento alla poesia lirica. Ai fini del mio <strong>di</strong>scorso però esso<br />

può venir considerato importante soprattutto per alcune osservazioni re-<br />

54 <strong>Lettere</strong>, 343, dove si <strong>di</strong>ce: « Però quel che mi comandate, ne la risposta<br />

<strong>di</strong> alcuni dubbi, ho fatto per compiacervi: e senza questo convenevol rispetto non<br />

l'avrei fatto, essendo molto centra la mia so<strong>di</strong>sfazione; percioché del mio sfortu­<br />

nato poema o si dee tacere o scriver lungamente. Ed io scrissi già ne la mia fan­<br />

ciullezza alcuni <strong>di</strong>scorsi in questo subietto, molto prima che fossero stampati e<br />

ch'io vedessi i commenti del Castelvetro e del Piccolomini sovra la Poetica; e da<br />

poi molte lettere con gran <strong>di</strong>mestichezza, e con picciola considerazione; e molte<br />

cose ne ragionai con gli amici, e molte co' patroni; onde niuna opposizione forse<br />

mi si poteva fare, ch'io non avessi prevista, e de la quale io non avessi scritto<br />

o parlato: né so bene s'elle mi siano state fatte, e quante e quali, e da qual per­<br />

sona, ed in che tempo, ed in che modo; ma se pur son molte, com'io stimo, a<br />

tutte risponderei volentieri: e sentendomi alcuna volta pungere con l'armi istesse<br />

ch'io soleva adoperare, non volendo ricorrere a quelle de gli avversari, non sa­<br />

rebbe inconveniente ch'io ne facessi <strong>di</strong> nuovo ».<br />

55 <strong>Lettere</strong>, 348.<br />

56 II <strong>di</strong>alogo è concluso probabilmente ai primi <strong>di</strong> febbraio. Cfr. la lettera<br />

de<strong>di</strong>catoria che è la 337 e le successive 338 e 341 (A don Angelo Grillo del 15<br />

e del 22 febbraio 1585).

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