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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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« Tanta <strong>di</strong>fferenza è tra la felicità del comporre e la sotti­<br />

gliezza del <strong>di</strong>sputare ».<br />

(Tasso, Discorsi del poema eroico)<br />

« Ma questi tali [poeti] per due strade assai <strong>di</strong>verse cam­<br />

minano; però che alcuni, proponendosi l'esempio d'eccellente<br />

poeta, fingono a quella similitu<strong>di</strong>ne i versi loro [...] Alcuni poi,<br />

assai da questi <strong>di</strong>fferenti, osservando i precetti <strong>di</strong> coloro che<br />

dell'arte hanno scritto, cercano con la misura <strong>di</strong> quelle regole<br />

misurare i lor componimenti, e talvolta più oltre passando, si<br />

come già fecero quei medesmi che dell'arte sono stati inventori<br />

o maestri, si danno ad investigar le cagioni per le quali questo<br />

verso dolce ci paia, questo aspro; questo umile e plebeio, que­<br />

sto nobile e magnifico [...] e trovate le cagioni <strong>di</strong> tutte queste<br />

cose, ne formano nell'animo alcuni universali veri, e infallibili,<br />

raccolti dall'esperienza <strong>di</strong> molti particolari, la cognizione de'<br />

quali propriamente Arte si <strong>di</strong>manda: e come che questo modo<br />

sia, e in se stesso più nobile, e più certo, e più securo dell'altro;<br />

è non<strong>di</strong>meno più <strong>di</strong>fficile, ed opera <strong>di</strong> dottrina e d'ingegno<br />

molto maggiore; e <strong>di</strong> tali, quali a pena il corso de' molti secoli<br />

due o tre ne produce ».<br />

(Tasso, Lezione sopra un sonetto <strong>di</strong> M. Della Casa)<br />

« Primieramente adunque <strong>di</strong>ce, o doveva <strong>di</strong>re, che tutte le<br />

maniere delle parole mescolate con debita misura insieme fanno<br />

la favella chiara e magnifica; il che io non niego essere o potere<br />

essere vero, ma <strong>di</strong>co bene che il sapere questo non reca alcun<br />

giovamento a chi ha da poetare, se altro non si <strong>di</strong>ce. Percioché<br />

non basta a sapere, per fare una me<strong>di</strong>cina valevole alla cotale<br />

malattia, che faccia bisogno del sugo <strong>della</strong> cotale erba e <strong>della</strong><br />

cotale mescolati insieme con debita misura, ma è bisogno sa­<br />

pere <strong>di</strong>stintamente se la debita misura del sugo dell'una e del­<br />

l'altra erba debba essere uguale o <strong>di</strong>suguale, e se dee essere <strong>di</strong>­<br />

suguale, in quanto la misura del sugo dell'una erba debba avan­<br />

zare o essere avanzata dalla misura del sugo dell'altra; per che<br />

non basta a <strong>di</strong>re, volendoci Aristotele insegnare alcuna cosa,<br />

che le maniere delle parole debbano essere mescolate insieme o<br />

usarsi con misura, sì come <strong>di</strong>rà poi, ma conviene che <strong>di</strong>ca ma­<br />

nifestamente e <strong>di</strong>stintamente infino a qual termine si stenda<br />

questa misura <strong>di</strong> ciascuna maniera in rispetto <strong>di</strong> quelle con le<br />

quali si dee mescolare insieme ».<br />

(L. Castelvetro, Poetica d'Aristotele volgarizzata e sposta)

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