U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

298 CAPITOLO 5
convenevolezza da monsignor della Casa: ' Qual chiuso in orto etc. ' »
(p. 198) 118 . Qualcosa di analogo accade nel lungo excursus, compreso
nella trattazione dello stile ornato, dedicato ai rapporti tra lirico ed
epico e in particolare alla funzione della diversità dei concetti per la
determinazione delle diversità stilistiche. La tesi di fondo è quella del­
l'analogo passo dei Discorsi dell'arte poetica: lo stile del lirico e quello
dell'epico sono diversi non tanto per la diversità dell'elocuzione quanto
per la diversità dei concetti da cui discende anche la complessiva diver­
sità dell'elocuzione. Ora il passo è introdotto e contestualizzato da una
considerazione circa la diversa licenza concessa a lirico ed epico nell'uso
della forma mediocre. Quel che però ora interessa è un certo numero di
correzioni, relative agli esempi addotti e al loro commento, che sostan­
zialmente attenuano la contrapposizione che tra i due ' stili di genere '
si faceva nella redazione primitiva. Un passo di Chiare, fresche et dolci
acque proposto in tale sede nei primi Discorsi con questa avvertenza:
« Non avrebbe mai usato simili concetti l'epico, che con gran sua lode
usa il lirico» (p. 51), nella redazione più tarda viene anticipato come
esempio degli « scherzi convenienti a' poeti (lirici) », in contrapposi­
zione agli scherzi convenienti ai poeti comici, subito prima che si dica
che « le grazie particolarmente convengono alla poesia lirica, e all'eroi­
ca quasi prestate da lei » (p. 221). Mentre cade del tutto un esempio
ariostesco (associato a quello petrarchesco or ora citato nei Discorsi
dell'arte poetica] per il quale si diceva che « è tassato l'Ariosto ch'usasse
simili concetti nel Furioso » (p. 51). Nel successivo « paragone » tra il
lirico e l'epico per eccellenza, cioè il Petrarca e Virgilio, rimane l'esem­
pio di Erano i capei d'oro a l'aura sparsi, ma cade il commento: « Né
[Virgilio] disse quello che per aventura la maestà eroica non pativa »•
(p. 51 e cfr. p. 224). Così un « troppo lascivo » (p. 52) attribuito a
versi petrarcheschi si attenua in un «forse soverchie [...] vaghezze»
(p. 225), e così cade un esempio petrarchesco accompagnato dal com­
mento secondo cui « questo ultimo per aventura da Virgilio non saria
stato ammesso » (p. 53), commento che si riverberava anche sull'esem­
pio successivo (« Né meno quelli »), che invece nella successiva reda­
zione appare accompagnato da un innocuo « ma più meravigliosi sono
118 Del resto nel medesimo contesto è nel frattempo caduta l'affermazione
che: « i soverchi lumi e ornamenti di stile non solo adombrano, ma impediscono
e ammorzano l'affetto » (Discorsi arte poetica, p. 42).