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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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IL PROBLEMA DELLO STILE NELLA POETICA DEL TASSO 247<br />

Come si vede, il Tasso, mutando la prospettiva e in parte mo<strong>di</strong>fi­<br />

cando il proprio sistema teorico, continua a ruotare attorno al mede­<br />

simo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> problemi. Se prima egli sembrava porre un preciso <strong>di</strong>­<br />

scrimine fra gli stili nella presenza/assenza <strong>di</strong> singoli artifici o nella loro<br />

<strong>di</strong>versa frequenza nell'ambito <strong>di</strong> composti la cui dominante risultasse<br />

significativa <strong>della</strong> qualità dello stile, ora, dopo la lettera del 14 giu­<br />

gno, non sembra essere più tanto una questione <strong>di</strong> presenza/assenza o<br />

in assoluto <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa frequenza, quanto <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso trattamento <strong>di</strong> alcuni<br />

artifici <strong>della</strong> me<strong>di</strong>ocrità, che potranno anche essere assai frequenti, ta-<br />

lora maggioritari, ma che dovranno comunque essere sottoposti a pro­<br />

cessi <strong>di</strong> attenuazione e compensazione orientati in una <strong>di</strong>rczione che è<br />

peraltro sempre la medesima, opposta all'aequitas, alla concinnitas, ai<br />

composti equilibrati, regolari, armonici. Sullo sfondo sta il sistema ni<br />

variabili contestuali (materia, concetti, situazioni retoriche, etc.), <strong>di</strong> cui<br />

si è <strong>di</strong>scorso, che dovranno comunque regolare le <strong>di</strong>verse oscillazioni<br />

fra i vari composti stilistici.<br />

Quello che il Tasso ha raggiunto in questa fase <strong>della</strong> revisione è<br />

una sorta <strong>di</strong> equilibrio nell'incertezza: ora abbordando il problema nella<br />

prospettiva <strong>della</strong> « vaghezza soverchia » da moderare, ora in quella del<br />

« fuggir l'asprezza », <strong>della</strong> « trascuraggine » che lo ha portato ad ecce­<br />

dere in artifici pure propri del magnifico (come la « replicazion de le<br />

parole »); ora considerando che la lingua toscana ha troppo pochi arti­<br />

fici <strong>della</strong> forma magnifica e che convien compensarli con quelli <strong>della</strong><br />

forma me<strong>di</strong>ocre, ora infine considerando che, « se ben il magnifico non<br />

ricusa l'ornato », tuttavia « l'ornamento è proprio de la forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />

me<strong>di</strong>ocre » e quin<strong>di</strong> deve essere in qualche modo temperato e compen­<br />

sato a sua volta, il Tasso non ripu<strong>di</strong>a la linea essenziale <strong>della</strong> sua poe­<br />

tica (sebbene metta in <strong>di</strong>scussione alcuni elementi del sistema) e anzi,<br />

tormentosamente, va mettendo a fuoco l'originalità <strong>della</strong> propria ma­<br />

niera stilistica. Non stupisce così <strong>di</strong> trovare nella lettera in<strong>di</strong>rizzata il<br />

23 giugno a Scipione Gonzaga la seguente notizia:<br />

Ho fatto ancora alcuni conciari pertinenti a lo stile, o per legar il parlare troppo<br />

sciolto, o per rimover alcun soverchio ornamento, o per schivar alcun modo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>re forse troppo audace e non del tutto puro. Ma in questa parte non m'avanza<br />

poco che fare, e sarà necessario che rimetta qualche cosa a la seconda e<strong>di</strong>zione51 .<br />

to ", <strong>di</strong> rimuovere il soverchio dell' " ornamento ", <strong>di</strong> contenere l'ar<strong>di</strong>to <strong>di</strong> qual­<br />

che "modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re", col progetto rassicurante <strong>di</strong> una "seconda e<strong>di</strong>zione", espri­<br />

mono per altra via la stessa coscienza <strong>di</strong> una novità irreversibile ».<br />

51 <strong>Lettere</strong>, 80.

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