U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

LE TEORIE DEGLI STILI IN ETÀ RINASCIMENTALE 77
diametralmente opposte nel Cinquecento — nella prima parte il Caval­
canti afferma recisamente che « il concorso, & la commessura insieme
di molte vocali offende universalmente gli orecchi; la qual cosa debbia­
rne nella nostra lingua tanto più moderare, quanto più le parole fini­
scono in vocali » (p. 265); mentre nella seconda parte, sulla scorta di
Ermogene, lo giudica appropriato ad alcuni stili particolari quali ad
esempio la degnità (« non si ponga gran cura in fuggire il frequente
concorso delle vocali, & delle consonanti », p. 337) e l'asprezza (« La
compositione habbia concorso di vocali, & di tali consonanti, che si pro­
feriscano con difficultà, & di tali parole, che non rendano suave suono,
né facciano armonia », p. 338).
Trattando dei « membri », il Cavalcanti afferma l'eccellenza della
struttura subordinante, cioè del « periodo » o « circuito », rispetto alla
struttura coordinante, ai « membri sciolti » (oratto saluta] IA : « quanto
i membri saranno più perfetti nel concetto, quanto meglio annodati, &
rispondenti tra loro, quanto più equali; tanto più forte, & più bello,
& grazioso sarà il Periodo » (p. 270); « Non si vede egli chiarissima­
mente per la comparatione, che con questi esempi riabbiamo fatta tra i
medesimi membri spiccati, & annodati nel Periodo, quanta sia la for­
tezza,