U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...
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LE TEORIE DEGLI STILI E LA TEORIA DEI GENERI 147<br />
le estetico classico e rinascimentale <strong>di</strong> equilibrio e proporzione fra le<br />
parti, <strong>di</strong> contemperamento armonico degli elementi costitutivi dell'opera.<br />
Più avanti, nell'ambito <strong>di</strong> una <strong>di</strong>gressione polemica contro i mo<br />
derni seguaci <strong>di</strong> Raimondo Lullo, e <strong>di</strong> altri artificiosi scrittori, in nome<br />
<strong>di</strong> una più sobria e classica trattatistica sul comporre 91 , afferma che la<br />
lezione dei buoni autori, l'esercizio, una precettistica essenziale sono<br />
sufficienti ad una persona d'ingegno per apprendere l'arte dello scrivere.<br />
Si hanno dai buoni autori le materie in parte e in parte il modo <strong>di</strong> trovarne <strong>di</strong><br />
nuove, si ha il modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporle artificiosamente e <strong>di</strong> spiegarle in carte felice<br />
mente. Da loro si hanno gli antecedenti, i conseguenti, gli aggiunti. Da loro si<br />
ha il modo <strong>di</strong> legare le parti dell'orazione, <strong>di</strong> dare alle voci <strong>di</strong>cevole giacitura e<br />
le altre cose utili e necessarie a ben comporre. Chi si propone i buoni autori»<br />
messer Giovambattista, non ha bisogno <strong>di</strong> tali macchine alle ruote delle quali,<br />
come al pistrino, si leghino gli scrittori, e per lo continuo girarsi attorno, perdano<br />
il lume dell'intelletto. Fuggansi questi labirinti ne' quali quelli che vi sono entrati<br />
hanno fatto quello che fanno alcuni infelici ingegni consumati nelle idee <strong>di</strong> Ermo-<br />
gene, i quali, se ragionano <strong>di</strong> quelle tali minuzie, paiono nuovi Demosteni; ma<br />
se per loro mala ventura si danno poi a comporre una orazione, fanno la più inetta<br />
cosa del mondo, e par ella ogni altra cosa che orazione (p. 87).<br />
Gli strali del Giral<strong>di</strong> Cinzio colpiscono gli eccessi <strong>di</strong> alcuni trattatisti<br />
(probabilmente in primo luogo il Delminio del Theatro, <strong>della</strong> Topica f<br />
delle Idee] Q il <strong>di</strong>vario fra la presunzione <strong>della</strong> teoria e la pochezza dei<br />
risultati concreti, ma anche e forse proprio per questo è significativa <strong>di</strong><br />
una scelta moderata e tra<strong>di</strong>zionale, e comunque mostra una certa insof<br />
ferenza proprio contro quella precettistica minuta che stava <strong>di</strong>venendo<br />
una tendenza d'epoca.<br />
Non <strong>di</strong>co però questo perché io biasimi i precetti che son necessari a ben com<br />
porre, quali sono quelli che ci <strong>di</strong>ede Aristotile, Cicerone, e gli altri antichi che<br />
all'utile attesero e allo insegnare profittevole. E quelli che hanno dato e danno<br />
alcuni altri moderni [...]. Né perché io biasimi le forme che chiamò Aristotile<br />
idee nella sua Poetica. Perché nel vero sono da essere in gran considerazione al<br />
poeta, per quel modo che è convenevole, utile, espe<strong>di</strong>to, non date, non mostrate<br />
per questi aggirati involti [...], perché ciò non è altro che una consumazione inu<br />
tile <strong>di</strong> tempo. Oltre che non ha il poeta bisogno <strong>di</strong> queste cosi minute considera<br />
zioni (p. 87).<br />
91 « Potrei qui entrare nelle imagini e nelle ruote che ci hanno detto <strong>di</strong> pro<br />
porre alcuni, perché da loro si potessero trarre le materie delle composizioni, e<br />
i tropi e le idee con le quali han fatta spinosa e dura la strada dell'arte che piana<br />
e molle ci avevan proposta Aristotile, Grazio e gli altri pregiati autori che e <strong>di</strong>.<br />
poetica e <strong>di</strong> rettorica hanno dato cognizione. Etc. » (p. 85).