U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...
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258 CAPITOLO 5<br />
così virulenta, certo così orientata. Fatto sta che l'Apologià mostra il<br />
Tasso impegnato a <strong>di</strong>fendersi soprattutto da quella che per lui suona<br />
come un'accusa <strong>di</strong> eccessiva magnificenza e gravita, mentre anni prima<br />
era stata la soverchia me<strong>di</strong>ocrità a costituire il principale nodo proble<br />
matico; e quin<strong>di</strong> lo mostra impegnato a risfoderare gli argomenti delle<br />
auctoritates che avevano segnato il suo appren<strong>di</strong>stato teorico, il suo ac<br />
costamento al « classicismo moderno » del Casa e allo stile magnifico<br />
(e grave): auctoritates, come lo pseudo-Demetrio innanzi tutto 67 , che<br />
non erano state mai accantonate ma i cui precetti erano parsi a tratti <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fficile applicazione.<br />
Del resto un capovolgimento in qualche misura analogo lo si può<br />
constatare anche a proposito del meraviglioso: se le lettere poetiche ve<br />
devano il Tasso impegnato a giustificare quella che in particolare al-<br />
l'Antoniano pareva una presenza eccessiva <strong>di</strong> meraviglie, e preoccupato<br />
del fatto che dopo la progettata sistemazione <strong>di</strong> alcuni episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> me<br />
raviglioso ne rimanesse abbastanza; ora sia il Pellegrino che il Salviati<br />
limitano il valore <strong>della</strong> Liberata proprio per un'insufficiente presenza <strong>di</strong><br />
« cose maravigliose », confermando le più intime preoccupazioni del<br />
poeta: « Attend. Intorno a ciò non <strong>di</strong>co che il Tasso sia staio ritrova<br />
tore <strong>di</strong> cose maravigliose e che in questa parte possa paragonarsi a' greci<br />
poeti. Risposta. Né anch'a molti toscani » 68 . Tant'è che la replica del<br />
Tasso non è priva <strong>di</strong> imbarazzo e, dopo una preve<strong>di</strong>bile sottolineatura<br />
del meraviglioso cristiano presente nel poema e l'affermazione <strong>della</strong> sua<br />
legittimità, egli precisa: « Non parlo delle altre cose mirabili, delle quali<br />
alcuna potrei rimovere, acciò che la meraviglia de' simulacri non fosse<br />
peraventura soverchia» (p. 449). <strong>La</strong> storia <strong>della</strong> poetica tassiana mo<br />
stra il poeta impegnato a <strong>di</strong>battersi tra opposti dubbi e tra opposte cri<br />
tiche. Egli aveva forse ragione, allora, quando affermava <strong>di</strong> essersi per<br />
sonalmente già posto o <strong>di</strong> aver comunque sperimentato tutte le possi<br />
bili obiezioni che gli oppositori avrebbero potuto muovere al poema.<br />
E se <strong>di</strong>chiara ora <strong>di</strong> non aver « preso tanto <strong>di</strong>spiacere quanta maravi-<br />
glia » (p. 414), e <strong>di</strong> fatto si mostra e <strong>di</strong>spiaciuto e meravigliato dalle<br />
67 Cfr. Raimon<strong>di</strong> 1978, pp. 147-149, che insiste sui «fermenti <strong>della</strong> lezione <strong>di</strong><br />
Demetrio » me<strong>di</strong>ata dal Vettori, sul modello concreto del Casa e sulla « riscoperta<br />
<strong>di</strong> un' "oscurità " che non si riduce soltanto ad " orrore ", ma, secondo le parole<br />
del vecchio saggio sul Pigna, "giunge un non so che <strong>di</strong> maestà a lo stile [...] " »<br />
(attribuendola il Tasso questa volta alla propria poesia).<br />
68 Tasso, Apologià, p. 447. D'ora in avanti i riferimenti alle pagine <strong>di</strong> que<br />
st'opera saranno forniti tra parentesi nel testo.