U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...
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276 CAPITOLO 5<br />
la prudenza del poeta, perché peraltro la materia è quasi « una selva<br />
oscura, tenebrosa e priva d'ogni luce », che solo l'arte può illuminare 88 .<br />
L'oculatezza nella scelta <strong>della</strong> materia è la premessa necessaria per la<br />
sua ricreazione poetica. Ciò si giustifica appunto me<strong>di</strong>ante il ricorso al<br />
principio <strong>della</strong> congruenza tra cose, concetti e parole, ovvero tra materia<br />
e forma. Nello svolgere la sua argomentazione egli, infatti, da un lato<br />
contesta l'opinione <strong>di</strong> Isocrate che fosse « officio del retore il far le cose<br />
gran<strong>di</strong> picciole, e le picciole gran<strong>di</strong> » (p. 82), mentre dall'altro riba<br />
<strong>di</strong>sce a più riprese il principio fondamentale che ho appena ricordato e<br />
che giustifica tutta questa trattazione: infatti « non è dubbio che l'ec<br />
cellentissime forme s'introducono meglio nella materia che sia atta a<br />
riceverle » 89 . Insomma, proprio in virtù del criterio <strong>di</strong> congruenza tra<br />
materia e forma, il poeta deve prima scegliere una materia atta all'ela<br />
borazione poetica e stilistica che lo scrittore intende farne e poi darle<br />
forma con gli artifici dell'arte che sono capaci <strong>di</strong> trasformarla e quasi<br />
ricrearla. Si propongono così con chiarezza sia l'entità dell'intervento<br />
4 creativo ' del poeta, sia i limiti entro cui esso deve <strong>di</strong>spiegarsi: la <strong>di</strong><br />
mensione in ampio senso inventiva (la sfera dei concetti) è essenziale,<br />
ma essa non può essere arbitraria, deve anzi essere a sua volta regolata<br />
88 « Fra tutte le operazioni <strong>della</strong> nostra umana ragione, illustrissimo Signore,<br />
niuna è più malagevole, niuna più degna d'esser lodata dell'elezione: però che<br />
l'operazioni fatte all'improvviso possono peraventura come <strong>di</strong>vine e maravigliose<br />
•esser considerate, ma non meritano lode <strong>di</strong> maturità e <strong>di</strong> consiglio e <strong>di</strong> prudenza;<br />
ma l'eleggere è cosa propria dell'uomo che si consigli fra se stesso, e 1 bene eleg<br />
gere proprissimo del prudente; tanto maggiore non<strong>di</strong>meno si mostra la prudenza<br />
del far l'elezione, quanto è minore la certezza delle cose elette. Ma qual è più<br />
incerta, quale più instabile, quale più incostante <strong>della</strong> materia? Prudentissimo dun<br />
que conviene che sia colui il quale non s'inganni nello scegliere dove è tanta mu<br />
tazione e incostanza <strong>di</strong> cose; e la materia è simile ad una selva oscura, tenebrosa<br />
e priva d'ogni luce. <strong>La</strong>onde se l'arte non l'illumina, altri errarebbe senza scorta<br />
e sceglierebbe per aventura il peggio in cambio del meglio » (p. 78). Ma si con<br />
fronti tutto il contesto, alle pp. 78-79, nel quale, fra l'altro, a proposito dell'in<br />
finita varietà <strong>di</strong> cose che possono <strong>di</strong>venir soggetto <strong>di</strong> poesia, si afferma che ri<br />
spetto ai tempi <strong>di</strong> Omero e Virgilio il mondo « pare che abbia mutata faccia ».<br />
89 Ma anche prima aveva detto: « s'alcuno, fra tanta moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> cose dub<br />
bie e incerte potrà scegliere il meglio e quello che è più acconcio a ricevere orna<br />
mento e bellezza, sarà artificiosissimo e prudentissimo oltre tutti gli altri » (p. 79,<br />
dove si noteranno l'insistenza sulla prudenza, riba<strong>di</strong>ta subito dopo in modo ancor<br />
più esplicito, e la nuova comparsa del motivo <strong>della</strong> bellezza del poema); « Al<br />
poeta similmente conviene non solo aver arte nel formar la materia, ma giu<strong>di</strong>zio<br />
ancora nel conoscerla; e dee sceglierla tale che sia per natura capace d'ogni orna<br />
mento e d'ogni perfezione » (p. 80).