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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

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284 CAPITOLO 5<br />

<strong>di</strong>stante da quello <strong>di</strong> « virtutes elocutionis » (anche tenendo conto del<br />

tendenziale aggregarsi <strong>di</strong> specifiche virtutes a singoli genera <strong>di</strong>cen<strong>di</strong>}-,<br />

perché il Tasso esplicitamente, sulla scorta <strong>di</strong> Aristotele, nomina un'uni­<br />

ca virtù, quella cioè <strong>della</strong> chiarezza, sia pur controversa w ; perché la<br />

coincidenza con le idee ermogeniane è assai palese e, infine, perché<br />

egli stesso nel proseguimento del <strong>di</strong>scorso prende le <strong>di</strong>stanze dalla clas­<br />

sificazione dello Scaligero che più <strong>di</strong> ogni altra nel Cinquecento, me­<br />

<strong>di</strong>ante la nozione <strong>di</strong> affectus, mostrava <strong>di</strong> voler recuperare quella <strong>di</strong><br />

virtutes, dandole veste più sistematica e introducendo sofisticate <strong>di</strong>­<br />

stinzioni. Nel <strong>di</strong>scutere il sistema dello Scaligero il Tasso contrappone<br />

« affetti » e « spezie », enuncia l'obiezione dello Scaligero (« se fossero<br />

spezie, sarebbon separate per <strong>di</strong>fferenze contrarie » mentre « la chiarez­<br />

za e la bellezza sono necessarie ad ogni sorte d'orazione, ma la gran­<br />

dezza non a tutte »), ma subito la confuta (chiarezza e bellezza non<br />

sono necessarie in ogni sorta <strong>di</strong> orazione). È da notare che così il Tasso,<br />

accanto alla nozione stessa <strong>di</strong> « affectus », soprattutto contesta la <strong>di</strong>­<br />

stinzione tra « affectus communes » e « affectus proprii », cioè la so­<br />

stanza del sistema dello Scaligero, il quale proponeva la sua classifica­<br />

zione in aperta contestazione <strong>di</strong> quella ermogeniana. In realtà, si deve<br />

riconoscere che la soluzione del Tasso è una sintesi in larga misura ori­<br />

ginale <strong>di</strong> vari modelli, che prende spunto da tutti, ma tutti li trascende,<br />

e che per la sua semplicità e razionalità può proporsi, pur al suo stato,<br />

<strong>di</strong> semplice abbozzo, come uno dei più interessanti tentativi <strong>di</strong> sintesi<br />

organica delle dottrine ere<strong>di</strong>tate dall'antichità 94 .<br />

93 Cfr. anche quanto si è sopra osservato in 4.5.<br />

94 Distinguere « generi » e « spezie » significava <strong>di</strong>stinguere quelli che oggi si<br />

<strong>di</strong>rebbero macro e micro stili, ovvero delineare un sistema <strong>di</strong> stili puri, mescola­<br />

bili in concreto tra loro, i cui composti potessero determinare l'appartenenza <strong>di</strong><br />

un testo ad una delle tre gran<strong>di</strong> categorie stilistiche sentite ancora in qualche<br />

misura come alternative fra loro. <strong>La</strong> soluzione tassiana, qui solo prospettata e<br />

non approfon<strong>di</strong>ta dallo scrittore, non manca naturalmente <strong>di</strong> presentare <strong>di</strong>fficoltà<br />

e zone d'ombra. Un caso esemplare è quello del carattere alternativo dei tre « ge­<br />

neri»: mantenere la sud<strong>di</strong>visione in tre generi rivela un legame, la cui forza non<br />

è possibile precisare, con la nozione estensionale <strong>di</strong> stili, a cui va forse addebi­<br />

tato quello che si può definire un lapsus dello scrittore e cioè l'inserimento <strong>della</strong>'<br />

categoria <strong>della</strong> bellezza, altrove identificata con il glaphyròs pseudo-demetriano,<br />

ovvero con la forma ornata, nello stile sublime o alto. Le caratteristiche <strong>della</strong><br />

forma ornata e la sua stessa classificazione (nello schema) rimandano al me<strong>di</strong>ocre.<br />

Ora <strong>di</strong>stinguere qui tra forma bella e forma ornata in<strong>di</strong>ca sia l'incertezza <strong>di</strong> col­<br />

locazione <strong>di</strong> una forma altrove sentita come unitaria (incertezza che si spiega con,<br />

tutta la storia <strong>della</strong> riflessione tassiana circa lo stile del poema eroico e del pro­<br />

prio poema, come si è cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare), sia l'esigenza <strong>di</strong> considerare comun-

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